Chi contrappone una pace qualunque alla libertà, commette un errore fondamentale, che l’abitudine a dividere il mondo in Bene contro Male impedisce spesso di vedere.

Chi contrappone una pace qualunque alla libertà, commette un errore fondamentale, che l’abitudine a dividere il mondo in Bene contro Male impedisce spesso di vedere.
Di fronte al male del mondo la risposta più intelligente è razionalistica, e non etica.
La società è malvagia? O i malvagi sono il frutto delle diseguaglianze? La Democrazia deve occuparsi della risposta alla malvagità?
Una memorabile sequenza cinematografica ci rammenta una semplice verità: il Bene e il Male non esistono. Quindi?
Abbattuta la statua di Colston, schiavista di 4 secoli fa, con una pericolosa operazione “politica” guidata dalla morale estemporanea.
Il Male avanza nelle parole quotidiane, pronunciate ad arte da chi, da quel Male, cerca di trarre vantaggio…
Non basta essere intelligenti per non essere stupidi.
Piccolissimi abusi. Furbizie di poco conto. Poi, in un crescendo dapprima impercettibile, veri reati. Perché semplicemente scivoliamo nell’amoralità, giustificandola pienamente.
Fare il bene perché? Alla ricerca delle ragioni dell’altruismo attraverso le filosofie del ‘900 e la triste considerazione che forse, dopotutto, la morale non è ciò che pensiamo.
Vi propongo un gioco sadico (voi sarete le vittime). Qui di seguito trovate dieci frasi, più o meno celebri, sull’amore, la bontà, la vita. Vi invito a leggerle meditandole un pochino. Vi ispirano? Vi sembrano – come vorrebbero essere – perle di saggezza? Ma, specialmente: riuscite a indovinare chi li ha pronunciate?
Un succedaneo delle Sentinelle in piedi, che non fanno più notizia. Adesso propongono un’ora di veglia di preghiera contro l’approvazione del DDL Cirinnà sulle unioni civili, in discussione dal 26 al 30 di Gennaio. E allora, fino al 30 di Gennaio, vai di preghiere. Tutte le informazioni sul sito Un’ora di guardia. Il proclama parla chiaro:
Una professoressa coi suoi studenti, durante una recente manifestazione, polemizza con un poliziotto che l’invita a rispettare le leggi replicando “Non si rispettano regole sbagliate”. Sull’onda, poi, continua, a titolo di esempio, sentenziando che nel ’38 le leggi razziali non si dovevano rispettare. L’idea che ribellarsi è giusto (da Sartre a Ottolenghi), che la lotta contro il potere sia sempre corretta (da Pasolini a De Luca – Erri, non Vincenzo) che bisogna essere sempre indignati (Hessel) e via discorrendo è antichissima, sia pure con motivazioni e forme storiche diverse ma si manifesta oggi con una diffusione di massa, una continuità e una pervasività particolari,
Gli uomini fanno il male come le api il miele (Golding)
Con un certa sofferenza personale devo esplicitare – prima di tutti a me stesso – questa consapevolezza che prende forma nella mia coscienza: l’impossibilità di perseguire una verità, se volete utilizzare subito categorie importanti, o anche solo l’impossibilità della linearità della condotta, quella della semplicità della conciliazione fra pensiero e azione. Noi – questo il succo della mia riflessione – non solo non pensiamo sempre le stesse cose, non professiamo sempre gli stessi valori, cambiandoli invece con impressionante velocità in base alle circostanze e convenienze ma, di più, riteniamo di difendere valori fondamentali che sono costantemente traditi dai nostri comportamenti.
Il povero Hyon Yong-chol, che era semplicemente il responsabile della difesa della Democratica Repubblica del Nord Corea, è stato giustiziato per comportamenti giudicati irriverenti verso il capo supremo Kim Jong-un. Il plotone che ha eseguita la sentenza era munito di armi antiaereo, e quindi il povero Hyon è stato bombardato e posso supporre sia morto all’istante
Quelli a cui Dio ha parlato sono quelli che dovevano averne più bisogno (Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi)
La provocazione di Veronesi sull’inesistenza di Dio e il dibattito che ne è seguito non sono novità; periodicamente qualche “grande vecchio” si interroga sul Grande Mistero (qualche mese fa fu Scalfari), è normale che sia così, può essere interessante richiamare le coscienze e le intelligenze a confrontarsi col G.M. ma, onestamente, c’è un elemento che continua a rendermi profondamente perplesso: l’improprio accento di “verità” che le parti coinvolte mettono in campo nel sostenere entrambe le tesi. Veronesi per esempio, racconta, si allontana da Dio di fronte al Male (devo scrivere anche questo con la maiuscola) di Auschwitz e poi, definitivamente, di fronte al cancro, che non riesce a collegare alla volontà di Dio. Il cancro debellabile solo con la capacità del chirurgo, con la scienza della medicina. Veronesi, da quel che capisco, fa quindi un’equazione di questo genere: il Male è incompatibile con Dio e le sue conseguenze sono debellabili solo con uno sforzo intellettuale (la scienza…) quindi Dio non esiste. È quel “quindi” che resta privo di qualunque spessore filosofico ed epistemologico e tradisce un pensiero semplificativo e ingenuo.