Il 3 maggio 1968 il cortile della Sorbonne viene occupato da 400 manifestanti che si riuniscono senza alcuna violenza. È l’inizio del maggio francese, data simbolo di un movimento globale.
Il 3 maggio 1968 il cortile della Sorbonne viene occupato da 400 manifestanti che si riuniscono senza alcuna violenza. È l’inizio del maggio francese, data simbolo di un movimento globale.
In USA, l’amministrazione Trump fa cancellare le norme sulla Network Neutrality: cosa significa, e perché dobbiamo preoccuparci.
Gli americani non sono famosi per il quieto vivere. L’interventismo li ha portati a più di un disastro e ora, con Trump, la situazione coreana da calda rischia di diventare esplosiva.
L’attacco terroristico di Teheran ha la medesima natura di quelli in Europa ma scopi molto differenti e seriamente pericolosi. La situazione in M.O. evolve in fretta, e in forma altamente preoccupante.
La flotta americana arriva davanti alla Corea del Nord. E poi? Gli scenari di guerra sono tremendi, e molto dipenderà da ciò che farà la Cina
Abbiamo punito Assad per il suo attacco chimico. Ma qualcosa non torna, il Medio Oriente esplode e il Grande Buco Nero si avvicina.
Cresce l’entropia geopolitica e un’Europa debole deve guardarsi dai russi come dagli americani. Quali strategie, quali principi devono ispirare le scelte europee?
La questione palestinese ha tre grandi responsabili: Israele, l’Autorità Palestinese e gli Stati Uniti, in un intreccio di perverse convenienze di cui è difficile vedere la fine, specie con l’arrivo di Trump.
I dati veri dietro gli omicidi di neri operati da poliziotti in USA. Una storia di disuguaglianze che rischia di provocare un conflitto razziale.
Periodicamente, l’Oxfam, una ONG specializzata nella lotta globale alla povertà, pubblica dati e rapporti che evidenziano il crescente divario tra ricchi e poveri nel mondo. Quello che è però significativo, ed evidente nel rapporto 2016 sulla disuguaglianza economica, è che, mentre la distanza tra paesi “ricchi” e paesi “poveri” tende a ridursi, si allarga quella tra i ricchi di tutto il mondo e tutti gli altri (non solo i poveri). Il rapporto s’intitola Un’economia per l’1%, perché parte dal fatto che l’1% più ricco della popolazione mondiale possiede più della metà dei beni del pianeta. Ci siete anche voi?
Con il cosiddetto Supermartedì, che ha assegnato i delegati di undici Stati, le primarie in USA hanno fornito indicazioni che, se non definitive, sono ormai certamente nette, e lasciano profilare uno scontro per la Presidenza tra Hillary Clinton e Donald Trump, due candidati diversissimi, tanto da non sembrare davvero il prodotto di uno stesso sistema politico. Mentre Hillary Clinton è una “predestinata”, legata a doppio filo a tutti i “poteri forti”, Trump è un outsider che corre contro l’establishment del suo stesso partito, un’anomalia tanto evidente da sollecitare una riflessione sul perché e sul come sia potuto arrivare così vicino alla poltrona più ambita del mondo (e, chissà, sedervisi?).

In questi ultimi giorni la Cina ha compiuto ulteriori passi unilaterali per imporre la sua egemonia sulle isole Paracel e Spratly.
La cartina qui sopra vi mostra la complessità di rivendicazioni su questi piccoli arcipelaghi che coinvolgono cinque paesi oltre la Cina: Vietnam, Taiwan, Malesia, Brunei e Filippine.
L’accordo sul nucleare iraniano ha messo d’accordo quasi tutti, dagli americani che l’hanno fortemente voluto ai russi tradizionali alleati dell’Iran. Tripudio per il ruolo europeo rappresentato dal tailleur rosa di Mogherini. Contrari gli Israeliani che temono fortemente il dichiaratamente antisemita paese degli ayatollah e i paesi sunniti (Arabia in testa). Potrebbe sembrare tutto sommato un accordo indubbiamente buono criticato solo dai soliti rompiscatole ma forse dovremo capire meglio cosa vuol dire e quali conseguenze possibili potrebbe avere;
Recentemente, ho ricevuto una mail da parte di un’associazione internazionale di attivisti che attirava la mia attenzione sulla visita che Barack Obama ha appena compiuto in India. Uno dei temi che dovevano essere in discussione, infatti, è la questione relativa alla normativa indiana sulla proprietà intellettuale, che attualmente impedisce alle multinazionali del farmaco di brevettare in India una serie di farmaci “salvavita” per i quali aziende farmaceutiche locali producono “generici” sostitutivi che hanno un costo enormemente inferiore. Non è facile dire se i colloqui si siano incentrati anche su questo argomento (alcuni resoconti parlano genericamente di un impegno del Premier indiano Modi a facilitare gli investimenti esteri e a offrire un contesto di mercato “più aperto”, che potrebbe voler dire diverse cose).
Ma qual è il prezzo “giusto” dei farmaci?
Un recente articolo di Repubblica ci informa delle trattative in corso tra i governi dei principali paesi per la stipula del TISA, il Trade In Service Agreement. Confesso che non ne sapevo nulla; se non ne sapete nulla neanche voi, cercherò di riassumervi quello che sono riuscito a capire: si tratta di un accordo di “liberalizzazione dei servizi” che potrebbe, ancora una volta, cambiare molto della nostra vita.