Covid 19, fisica teorica, yoga e buchi neri. C’è un legame, e si chiama comprensione, consapevolezza e attenzione al mondo attorno a noi.

Covid 19, fisica teorica, yoga e buchi neri. C’è un legame, e si chiama comprensione, consapevolezza e attenzione al mondo attorno a noi.
Ovviamente il TAR di Catanzaro ha accolto il ricorso presentato dal Consiglio dei ministri tramite l’Avvocatura generale dello Stato contro l’ordinanza del presidente della Regione Calabria Jole Santelli. Ovviamente. Non compete alle Regioni emanare direttive contro una pandemia, in aperto contrasto con le decisioni del governo. Non penserete che Jole non lo sapesse? Certo che lo sapeva, ma non glie ne è importato nulla. Lei non ci rimette un centesimo, gli avvocati regionali (dipendenti pubblici o comunque pagati con denaro pubblico) hanno sbrogliato la matassa senza farle perdere neppure un minuto di tempo, lei ha guadagnato benemerenze dalla sua lurida parte politica, è stata sui giornali… Per lei solo punti positivi. Per i cittadini più stupidi (una grande quantità) il godimento di avere una Presidente coi coglioni, per i cittadini più sensibili, invece, una grande rabbia. Ma grande grande: siamo pieni di questa gentaccia, che fanno un male incalcolabile al Paese.
Un bilancio di come appare il mondo attraverso Internet . Sciocchezzario pandemico. Gli esperti e il virus.
Contro il coronavirus si usano immagini ed espressioni belliche abbastanza fuori luogo. Ma se proprio dobbiamo trattare l’argomento sotto questo aspetto, ecco alcune considerazioni di profilo militare.
Domanda del Foglio: Quello che ha maggiormente sconcertato è il contraddirsi dei poteri pubblici [durante la crisi del coronavirus]. Risposta di Sabino Cassese: Questo dipende da un errore iniziale, di fondo, sul quale non è stato fornito alcun chiarimento. L’articolo 117.2, q) della Costituzione riserva allo Stato la profilassi internazionale. Non doveva, quindi, provvedere unitariamente lo Stato, agendo in sede nazionale, dando prova di unione, invece che di disunione, a nome della Repubblica, non lasciando fare alla confederazione delle regioni? Poi, l’articolo 6 a della legge 388 del 1978, che ha istituito il Servizio sanitario nazionale dispone che “sono di competenza dello Stato gli interventi contro le epidemie” e l’art. 32 che “il ministro della Salute può emettere ordinanze di carattere contingibile e urgente in materia di igiene e di sanità pubblica con efficacia estesa all’intero territorio nazionale o a parte di esso comprendente più regioni”. In più sono sempre in vigore gli articoli da 253 in poi del testo unico delle leggi sanitarie, del 1934, nonché il vecchio regolamento sanitario. Non aver tenuto conto di questa normativa, specialmente di quella costituzionale, ha provocato l’attuale stato di disunione: la Costituzione dispone che l’Italia è “una e indivisibile”, prima di riconoscere e promuovere le autonomie (articolo 5). Un osservatore straniero che venisse oggi in Italia potrebbe affermare con sicurezza che siamo una nazione?
I pregiudizi ci fanno vedere solo quello che ci piace. Questo può essere un problema se abbiamo ambizioni comunicative…
I dati disponibili indicano che la Svezia è tutto fuorché un esempio da seguire in merito alle politiche di contrasto del coronavirus.
La principale differenza sociale fra l’attuale pandemia e le precedenti (come la spagnola) riguarda l’interdipendenza socioeconomica e la conseguente fragilità del tessuto sociale contemporaneo. Impariamo da questa, perché la prossima potrebbe essere fatale.
Alcune ragioni logiche del perché qualunque decisione sulla pandemia sarà sbagliata. Anche se qualcuna potrebbe essere MOLTO più sbagliata di altre…
La scelta del governo di restare a metà strada, e limitare i danni di qui e di là, forse è quella giusta o forse no. Non lo sappiamo. Non avremo mai la controprova. Soprattutto, al contrario del virus, la posizione di Conte è lose-lose: o perde o perde. Se tiene chiuso si addosseranno a lui le colpe dell’impoverimento, se riapre gli si addosseranno quelle dell’ecatombe. Li abbiamo visti, in questi mesi, quelli arrabbiati col mondo perché si doveva sbarrare, poi arrabbiati perché si doveva serrare, poi di nuovo arrabbiati perché si era serrato fin troppo. Le indecisioni e gli errori dell’esecutivo sono lì da vedere, ma dipendono più di un po’ dal facile, volatile e digrignante atteggiamento del resto del Paese. Ma se ci mettessimo nella zucca una volta per tutte che stavolta non andrà bene, andrà comunque male, aiuteremmo chi deve prendere decisioni a prenderne, e di precise, anche se dolorose. E aiuteremmo noi stessi ad affrontarle e a sopportarle. È tutto quanto di cui abbiamo bisogno. (Mattia Feltri, “HuffPost”, 28 apr 2020)
La gente non può andare in chiesa e la CEI protesta. Ma lo fa in un modo curioso, affermando qualcosa che, forse, non doveva affermare…
Uno sproloquio sulla necessità di riaprire le scuole mi permette un esercizio periodicamente proposto su questo blog: l’analisi della cattiva retorica e i danni che produce.
La gente si sta stancando, le fallacie logiche piovono a catinelle e ci vogliono intortare con applicazioni subdole. La politica invece mantiene i suoi standard indecenti.
Prime chiare conseguenze sociologiche della crisi del virus: stanno scomparendo i personaggi di mezza tacca e i palloni gonfiati. L’Europa dipende dalle religioni? Una cronaca a puntate del mondo ai tempi del virus.
La nostra collaboratrice si è trovata la figlia diciassettenne in Irlanda allo scoppio della crisi per il virus. Riportarla a casa è stata un’impresa epica.