Siamo un Paese governato da un’anziana, viziata e decadente borghesia, che ricorda molto la popolazione di Capitol City in Hunger Games.

Siamo un Paese governato da un’anziana, viziata e decadente borghesia, che ricorda molto la popolazione di Capitol City in Hunger Games.
La proposta presidenzialista della destra è una pericolosa deriva populista e sottilmente eversiva. E per questo piace alla gente.
Una bussola per immaginare la democrazia nel Terzo Millennio. Prima puntata: i diritti. Cosa sono, cosa non possono essere, cos’hanno a che fare con la democrazia.
Temiamo Trump. Eppure, se vincerà, l’avrà fatto “democraticamente”, nella più grande democrazia del mondo. C’è qualcosa che non va…
La crisi causata dal Covid-19 dimostra che i diritti che diamo per scontati sono in realtà un’astrazione.
Domanda del Foglio: Quello che ha maggiormente sconcertato è il contraddirsi dei poteri pubblici [durante la crisi del coronavirus]. Risposta di Sabino Cassese: Questo dipende da un errore iniziale, di fondo, sul quale non è stato fornito alcun chiarimento. L’articolo 117.2, q) della Costituzione riserva allo Stato la profilassi internazionale. Non doveva, quindi, provvedere unitariamente lo Stato, agendo in sede nazionale, dando prova di unione, invece che di disunione, a nome della Repubblica, non lasciando fare alla confederazione delle regioni? Poi, l’articolo 6 a della legge 388 del 1978, che ha istituito il Servizio sanitario nazionale dispone che “sono di competenza dello Stato gli interventi contro le epidemie” e l’art. 32 che “il ministro della Salute può emettere ordinanze di carattere contingibile e urgente in materia di igiene e di sanità pubblica con efficacia estesa all’intero territorio nazionale o a parte di esso comprendente più regioni”. In più sono sempre in vigore gli articoli da 253 in poi del testo unico delle leggi sanitarie, del 1934, nonché il vecchio regolamento sanitario. Non aver tenuto conto di questa normativa, specialmente di quella costituzionale, ha provocato l’attuale stato di disunione: la Costituzione dispone che l’Italia è “una e indivisibile”, prima di riconoscere e promuovere le autonomie (articolo 5). Un osservatore straniero che venisse oggi in Italia potrebbe affermare con sicurezza che siamo una nazione?
Forse c’è qualcosa che non va nel fatto che l’esercizio della democrazia non prevede la necessità di competenze…
A ogni passo vi ingannano. La polemica contro Mattarella è strumentale e infondata.
La nostra Costituzione prevede il diritto di voto universale, consentendo a tutti di eleggere e candidarsi. Questa fondamentale regola democratica è ancora compatibile con la complessità delle scelte politiche?
Ognuno interpreta la Costituzione come gli fa comodo. Operazione demagogica resa possibile dalla naturale ambiguità di qualunque testo.
Su alcuni aspetti della riforma costituzionale è facile trovarsi d’accordo. Su altri…
“L’Italia è una ventina di repubbliche fondate sul ricorso”. Così si sarebbe dovuto riscrivere l’articolo 1 dopo il cambiamento del Titolo V del 2001. La devoluzione delle competenze dello Stato alle Regioni negli ultimi 15 […]
“La sovranità appartiene al popolo”, dice la Costituzione. Ma non è poi così vero, e la storia mostra la continua e asimmetrica dialettica fra popolo e detentori del potere.
Ragionare sulla strana formulazione dell’art. 1 della Costituzione permette di capirne i suoi limiti storici e contingenti, e quindi di accettarne la necessità di revisioni e adeguamenti.
Un nuovo articolo del nostro “dossier costituzione”. Parliamo di riformabilità della Carta, bicameralismo e legge elettorale.