Un anno fa ci ha lasciati Stefano Sappino, che aveva contribuito alla creazione di questo blog e scritto diversi contributi con lo pseudonimo di Signor Spok. Era un amico intelligente e tenace, competente, critico. Abbiamo deciso di ricordarlo e onorarlo riproponendo quattro dei suoi contributi e concludendo poi con l’intervista al coautore di un volume scritto da Sappino, uscito postumo.
Viviamo in un mondo complesso, che ci consente di sopravvivere, almeno qui in occidente, in modo più che dignitoso (no, i casi singoli non interessano questa affermazione) ma che è sempre più difficile per la maggioranza delle persone capire.
Questo mondo complesso è retto da sistemi democratici, ovvero da sistemi che, tramite il voto (che per essere tale deve essere libero, segreto ed eguale), scelgono i rappresentanti che poi scelgono le politiche e spesso la legislazione che guiderà gli anni successivi. Ricordiamoci bene di questo punto. I cittadini scelgono i propri rappresentanti (quasi ovunque, non in Italia, dove grazie al Porcellum di berlusconiana memoria i rappresentati sono presentati dai partiti; gli italiani si sono disinteressati della questione quando nel 2009 hanno votato al referendum promosso da Mario Segni per la modifica radicale del Porcellum solo per il 23%).
Si tratta di una responsabilità da togliere il fiato, se uno capisce bene quel che significa. Scelgo chi deciderà quali politiche condurranno il paese e me stesso nei prossimi anni, chi prenderà decisioni in casi di emergenza, chi lavorerà per assicurare una finestra sul futuro a me e ai miei figli, in un contesto che, senza entrare in analisi storiche, è sempre stato un contesto competitivo.
Non sto scegliendo l’ingegnere che costruirà casa, o il chirurgo che mi opererà, o i componenti del bagno o cosa mettere sul pavimento, tutte attività per le quali ci affanniamo spesso a lungo nel cercare la persona più competente e di provata affidabilità e materiali di assoluta qualità. Scelgo chi prenderà decisioni che possono significare pace o guerra, dittatura o democrazia, investimenti in cultura o in stupidaggini, funzionamento di servizi essenziali quali giustizia, sanità e opere di valore nazionali o internazionali, in un contesto che è per definizione imprevedibile nel suo sviluppo: sono richieste quindi per costoro qualità eccezionali. E li scelgo io. Non posso delegare questa responsabilità a qualcun altro. Quello che succederà dipende anche dalle mie qualità personali.
Ci sarà certamente, in questo mondo ormai iperegolamentato, qualcosa che aiuti a non sbagliare, che eviti di trovarmi ministri delle finanze che a scuola non sapevano fare le addizioni, presidenti del consiglio che non conoscono la geografia e la costituzione, sindaci o capi dipartimento che in vita loro non hanno mai guidato con successo nulla di più complesso della propria auto e così via. Insomma che evitino che io mi trovi ad essere operato da un chirurgo che era assente a biologia al liceo (anzi, che non ha fatto il liceo) con la sue equipe di assistenti che non sa nulla di chimica e fisiologia, ma è espertissima nelle formazioni del campionato di calcio.
Per fortuna, per quanto riguarda le professioni, i contesti di riferimento ci sono, dai più generali ai più specifici, a partire dal quadro europeo delle qualifiche, in inglese “European Qualifications Framework” (generalmente abbreviato in EQF), che è ben dattagliato. Lo riporto perché su questo quadro è opportuno farsi qualche domanda:

Ed ora la domanda: quale è il livello di competenza minimo che desiderate per un vostro rappresentante (ovvero che qualifiche deve avere un candidato?) chiamato a ricoprire la responsbilità di guidare il vostro destino, e quello di tutti i vostri cari, agendo al massimo livello di complessità possibile, per i prossimi anni? Vi posso dire la mia opinione: non voglio nulla al disotto del livello 7. Qualcuno che capisca che nel mondo moderno, qualsiasi azione, oltre che essere intelligente, deve tener presente che viviamo all’interno di fenomeni e campi fortemente interconnessi: nessun settore è un’isola, per parafrasare un famoso poeta.
E dietro questa domanda ce ne è un’altra, molto più sgradevole ed insidiosa: che competenze ho io, per riconoscerli e sceglierli? A che livello devo essere, per avere la speranza (non la certezza) di compiere un scelta significativa e coerente con quello che penso (ovvero, che qualifiche deve avere un votante?). Anche qui, posso solo dare la mia opinione: nulla al disotto del livello 5; ovvero qualche esperienza e conoscenza, ma chiara consapevolezza dei miei limiti).
Queli sono invece oggi le competenze necessarie per votare?
La Costituzione è chiarissima:
« Art. 48.
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.»
Competenze necessarie per votare: nessuna.
E le competenze necessarie per rappresentare gli elettori e stabilire la politica della nazione (quello che si chiama tecnicamente elettorato passivo)?
Sempre in accordo con gli articoli della Costituzione, e tralasciando i casi di incompatibilità, in quanto essenzialmente per poter essere incompatibile sei già stato eletto, ed limiti minimi di età per camera e senato, il vincolo è rappresentato dai precedenti penali:
Non candidabilità: per non candidabilità si intende il divieto posto verso determinati soggetti di presentare candidature per elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. Esso riguarda i condannati con sentenza passata in giudicato per gravi delitti, condannati per uno stesso reato non colposo a pena non inferiore a due anni o coloro sottoposti a misure definitive di prevenzione per reati di stampo mafioso.
Competenze necessarie per essere eletto: nessuna.
Il tema è complesso e facilmente attacabile: stiamo forse dicendo che dobbiamo riunciare al principio di una testa, un voto? Per nulla. Stiamo dicendo che la qualità della classe politica (che come abbiamo visto ha responsabilità enormi) oggi non è garantita da nulla se non dalla qualità dei votanti. La quale non è garantita da nulla. Che non ci sia un nesso tra questo e quel che accade nel nostro paese e nel mondo, non è logico supporlo.