Tag: Israele

Accordo con l’Iran: colossale errore o svolta intelligente?

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L’accordo sul nucleare iraniano ha messo d’accordo quasi tutti, dagli americani che l’hanno fortemente voluto ai russi tradizionali alleati dell’Iran. Tripudio per il ruolo europeo rappresentato dal tailleur rosa di Mogherini. Contrari gli Israeliani che temono fortemente il dichiaratamente antisemita paese degli ayatollah e i paesi sunniti (Arabia in testa). Potrebbe sembrare tutto sommato un accordo indubbiamente buono criticato solo dai soliti rompiscatole ma forse dovremo capire meglio cosa vuol dire e quali conseguenze possibili potrebbe avere;

Il turco lunatico di Barak Obama

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di Lee Smith

Hic Rhodus offre ai lettori un punto di vista particolare, quello degli ebrei americani più critici verso l’Amministrazione Obama, sui rapporti fra Stati Uniti e Turchia nell’ambito della crisi mediorientale. La proposta di questa, come di altre future traduzioni, non significa una necessaria condivisione della redazione di Hic Rhodus sulle molteplici questioni trattate e sui giudizi espressi dall’autore.

Questo articolo è riprodotto da Tablet Magazine, “Tablemag.com”, la rivista online di notizie ebraiche, idee e cultura, col permesso dell’editore. Traduzione, note e suggerimenti finali per ulteriori letture sono a cura di Hic Rhodus.

 

Il bivio dell’Occidente dopo la strage di Parigi

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Quanto sia terribile il bivio che abbiamo davanti mi appare chiaro ma so che è difficile argomentarlo in maniera semplice e convincente. Soprattutto convincente, non già perché non ci siano fatti, circostanze, tendenze, per non parlare di tantissime analisi e commenti; il problema è il solito, quello dell’ideologia. Poiché la storia non è matematica, la politica non è fisica e le dinamiche sociali non sono chimica, tutti quelli che ho definito “fatti, circostanze etc.” sono soggetti a interpretazione, vengono – da ciascuno di noi – piegati agli schemi mentali che ci sono propri, alle idee che tradizionalmente, da tempo, “indossiamo” assieme ai nostri amici, consoci, confratelli, compagni. Quindi se adesso dico delle cose scomode, fuori dagli schemi, politicamente scorrette, non in linea col vostro pensiero tradizionale, potreste essere poco disponibili a cambiare voi, e tendere piuttosto a rifiutare me. Trovo un certo conforto dal fatto che dopo la strage di Parigi (perché questo è il tema della riflessione che vi propongo) mi sembra di notare un cambiamento di registro in molti importanti commentatori italiani (commentatori soggetti agli stessi condizionamenti e quindi non universalmente condivisi); non so se è una nuova consapevolezza in loro, oppure se la tragedia francese li ha fatti rompere con gli indugi e venire allo scoperto. Comunque alcuni di questi commenti ve li propongo nelle Risorse finali invitandovi a leggerli. Per il resto preferisco uno stile molto asciutto e per punti; meno fronzoli = meno equivoci.

Il tema è: cosa fare dopo la strage parigina? Che atteggiamento avere con l’Islam?

Come ho imparato a dimenticare la bomba

Più di una volta ho immaginato l’incanto che seguirebbe a una guerra atomica: finalmente la terra senza uomini! (Emile Michel Cioran)

Siete giovani? Siete troppo giovani per ricordare La Bomba? L’incubo di una generazione addirittura precedente la mia e che io bambino, poi ragazzo, ho assimilato di sfuggita, nella ricca fantascienza americana apocalittica, nell’ormai stracco confronto fra i blocchi cessato repentinamente nel 1989-1990. Il confronto nucleare non c’è mai stato, per fortuna, e adesso che abbiamo un’America così democratica da essere presieduta da un nero (!) e una Russia capitalista governata dal “caro amico” Putin (cit.) nessuno pensa alla Bomba. Non che il mondo sia perfetto, questo no, ma la Bomba… la Bomba no, non popola più i nostri incubi notturni. Male. Personalmente credo che ci si dovrebbe preoccupare molto più adesso che non trent’anni fa. Trent’anni fa il potere della Bomba era in mano a mezza dozzina di persone sul pianeta, soggette a diversi controlli di sicurezza. Oggi chi ha le chiavi degli arsenali nucleari? Perché questi arsenali sono ancora ricchi e pronti all’azione…

Il conflitto israelo-palestinese, che non finirà mai

Parlare oggi – a conflitto aperto e morti per le strade – del conflitto israelo-palestinese è di una pericolosità estrema. Foto atroci circolano in rete; ingiustizie decennali sono rinvigorite; ideologie solleticate, religioni scomodate e soprattutto, soprattutto, sono scomparse le verità, le possibilità stesse di una verità. E con essa di una giustizia. Credo sia facile la pietà per le vittime, e doverosa, e giusta. Per tutte le vittime. Credo sia ovvia l’indignazione per i soprusi e la loro pubblica denuncia. Per tutti i soprusi. Perché la situazione mediorientale è molto più intricata e contorta di quanto appaia a facili semplificazioni, e credo che simpatie a parte, ideologie a parte, sentimenti a parte, valga sempre la pena ragionare e cercare di capire, e Hic Rhodus vuole appunto essere uno spazio di ragionamento e approfondimento, per quanto scomodo. Prima di tutto di ragionamento e argomentazione, e per poter ragionare occorre approfondire e informarsi. Sono consapevole che anche approfondendo non può esistere una sola verità (l’ho detto più volte e così esplicitamente!) non perché oscura o dissimulata ma perché molteplice. Anche un’ipotetica “verità” in questo conflitto è molteplice; troppi fattori, eventi, circostanze, attori internazionali coinvolti; troppi torti subiti da ciascuna parte; troppi interessi evidenti e moltissimi oscuri… Mi limito quindi a proporre un po’ di storia e un po’ di sociologia per comprendere le ragioni del conflitto.