Mi sono un po’ stufato delle critiche generiche, stereotipate, non argomentate. Certo che c’è molto da criticare, ma solo in modo serio, se no fa solo danni.

Mi sono un po’ stufato delle critiche generiche, stereotipate, non argomentate. Certo che c’è molto da criticare, ma solo in modo serio, se no fa solo danni.
La crisi del coronavirus è un semplice test per la nostra democrazia. Spiace informarvi che non l’abbiamo superato.
Se non investiamo il scienza e innovazione, non solo i nostri migliori cervelli andranno all’estero, ma il declino del Paese sarà inevitabile.
Il governo censura un filmato delle Forze armate. Ne approfittiamo per spolverar via un po’ di ipocrisia…
Non siamo un Paese forte. Neppure così così. Leggendo gli indicatori di Fund For Peace siamo a un passo dal fallimento.
Il 3 maggio 1968 il cortile della Sorbonne viene occupato da 400 manifestanti che si riuniscono senza alcuna violenza. È l’inizio del maggio francese, data simbolo di un movimento globale.
Il lento declino italiano, fatto di deresponsabilizzazione, ignoranza della propria storia, convivenza civile a rischio.
I moderati progressi che registriamo su scala nazionale (PIL, occupazione, ecc.) si riscontrano stavolta anche nel Mezzogiorno. Ma il divario col Nord resta enorme.
Mentre l’obesità avanza in tutto il mondo anche tra i ragazzi, in Italia ci sono segni che l’incremento possa essere arrestato.
Un’antropologia italica è destinata a inanellare occasioni sbagliate, politica scadente, sprechi. Ma la colpa non è, sempre “degli altri”… (Con la Mappa 26 sull’Antropologia italica).
In Italia un popolo confuso e senza leader. Il popolo involgarito e spazientito è incapace di costruirsi la leadership necessaria. D’altra parte i leader disponibili non sembrano all’altezza delle sfide urgenti per l’Italia. Soli si stagliano, fragili e discutibili, Berlusconi e Renzi…
Marine Le Pen non diventerà Presidente della Francia, ma il suo innegabile successo politico apre a interrogativi (e quello di Macron offre risposte) interessanti anche per l’Italia.
Ho cercato di pensare a cosa vorrei, nel 2017, per il mondo, per l’Italia e per me. Non facile davvero…
Come al solito, l’Italia chiede maggiore “flessibilità” all’Europa, allo scopo di creare altro debito pubblico con spese a pioggia. Non ci pare una buona idea.
Dopo il referendum sulla Brexit, è diventato l’argomento apocalittico preferito della stampa economica europea e mondiale: le banche italiane sono sull’orlo del baratro?
Sappiamo bene che per anni, mentre i venti di crisi sconvolgevano l’economia mondiale, i nostri leader, ma anche gli organismi di vigilanza, hanno sostenuto che le nostre banche erano solide. Adesso, invece, tutti gli osservatori interni ed esterni sottolineano la fragilità del nostro sistema bancario, e invocano azioni drastiche e immediate. Addirittura, il presidente dell’Abi Antonio Patuelli nei giorni scorsi si è concesso dichiarazioni che dimostrano più faccia tosta che lucidità, culminando in un’ineffabile accusa di “tirchieria” allo Stato italiano per non aver finanziato le banche quando era possibile. Nel frattempo il governo sta trattando intensamente con i partner europei per scongiurare il temuto bail-in che potrebbe colpire innanzitutto il Monte dei Paschi, e poi forse altre banche malconce.
In questa concitazione, anche noi di Hic Rhodus torniamo sull’argomento, cercando di concentrarci sull’interesse dei cittadini, e non di politici o banchieri.