Premesso che nelle mie email di lavoro a gruppi misti, di maschi e femmine, io scrivo di regola “Car* collegh*” (con gli asterischi) per evitare un linguaggio sessista e che, naturalmente, mi sforzo in diversi campi e in forme differenti di rispettare una minima parità di genere anche in forme più sostanziali, ciò premesso sono infastidito dalla corsa a un anti-sessismo estremista e, permettetemi, un po’ cretino.
Categoria: Disuguaglianze e Diritti
– Diritti sociali, civili, universali…
– Diritti dei lavoratori, diritti dei cittadini;
– LGBT;
– Eutanasia, aborto, eterologa…
Com’è difficile aiutare i poveri!
Periodicamente, anche qui su Hic Rhodus, discutiamo le statistiche e le prese di posizione politiche a proposito del problema della povertà e della disuguaglianza sociale; si tratta di un tema che è spesso al centro dell’agenda politica, talvolta trattato in modo inesatto o semplicemente demagogico. Cogliamo l’occasione di un recente rapporto della Caritas sulle politiche contro la povertà in Italia per riprendere il filo e cercare di orientarci tra le molte proposte e idee, non tutte realistiche, che circolano tra gli “addetti ai lavori”.
Un paese infiltrato dalle corporazioni
Coalizioni distributive
Ho pubblicato di recente due post su Hic Rhodus, dedicati a chiarire significato e conseguenze delle azioni collettive del luglio 2015, a Pompei e Roma (QUI e QUI). Ho allargato poi la prospettiva ad altri eventi e ripreso, per spiegarli, la teoria dell’economista Mancur Olson sulle azioni collettive. Riassumo in breve la mia argomentazione.
Piccoli sindacati crescono e possono danneggiare tutti
I conflitti del 1987 e quelli del 2015
In un articolo precedente ho notato le forti somiglianze tra i conflitti distributivi dell’estate 2015 e quelli del 1987, segnati dall’avvento dei Cobas sulla scena sindacale in Italia. Li riassumo in breve:
Gli eredi dei Cobas. Nuovi conflitti distributivi nell’Italia del 2015
L’estate è notoriamente calda, in Italia. Non solo per via dell’anticiclone Caronte, che ha portato per molti giorni temperature tropicali, ma anche per le proteste diffuse che hanno interrotto alcuni servizi pubblici essenziali. Le cronache dei giornali hanno ricordato negli ultimi giorni i fatti di Pompei Scavi, lo sciopero di piloti e assistenti di volo dell’Alitalia, lo sciopero bianco dei macchinisti e degli autisti dell’ATAC romana.
Divorzio breve, malafede lunga
Il cosiddetto divorzio breve (ma non brevissimo) è legge e va segnalata la grande convergenza politica su un testo che poteva essere migliore ma che deve essere computato come una vittoria democratica e liberale. “Democratica e liberale”, e quindi non della destra estrema (Meloni) e non della Chiesa cattolica. Onestamente io sono lieto della legge e potrei infischiarmene della Meloni e dei cattolici più oltranzisti, ma a partire da quello che loro sostengono, nella loro contrarietà, si può fare un esercizio interessante di carattere antropologico.
Il prezzo dei diritti
L’argomento “diritti” è tra i più dibattuti e discussi (anche da Hic Rhodus, si vedano i riferimenti in fondo) ma è pure tra i più quotidianamente invocati ora che il “popolo” (o “la gente”) ha ottenuto voce sui media e in “rete”. Ormai sappiamo che, nei tempi in cui viviamo, esistono diritti di due generi: quelli “artificiali” legati ad aspetti che riguardano persone e cose e quelli “naturali”.
I primi sono i diritti che trovano tutela nelle regole di uno Stato, detto appunto di diritto, che li protegge mediante sanzioni sia penali sia civili. Questi diritti sono strettamente legati alle condizioni di civile e concorde convivenza tra i cittadini e tra i cittadini e lo Stato, che ha interesse a tutelarli, essendo la base su cui esso stesso può “stare” e prosperare, ma è una tutela passiva, cioè attivata a diritto violato. I diritti naturali sono invece quelli che usiamo attribuire in dote a ciascun uomo/donna al momento stesso in cui nasce (secondo alcune interpretazioni di fedi religiose anche prima della nascita).
Libertà di parola fino a dove? Sulla blasfemia
Archiviata la tragedia parigina e le varie e diverse reazioni politiche nei riguardi degli assassini e dei loro mandanti (un ricco dibattito al quale ha partecipato anche Hic Rhodus) le analisi possono farsi più fredde e lucide. C’è un tema fra gli altri, sollevato in particolare oltreoceano ma soffocato da noi dall’emotività del momento e dai milioni in piazza a Parigi, che a me sembra di estremo interesse anche al di là del problema del terrorismo, ovvero il necessario bilanciamento fra libertà d’espressione e diritti altrui, fra i quali il diritto di non essere oggetto di odio. Con esplicito riferimento al caso di Parigi per esempio David Brooks sull’International New York Times dell’8 Gennaio scrive chiaramente che un giornale come Charlie Hebdo negli Stati Uniti sarebbe stato chiuso 30 secondi dopo la prima uscita in quanto “istigatore d’odio”.
Ci dicono che siamo più poveri, ma abbiamo ancora parecchio da perdere
Negli ultimi giorni, in vista della fine del 2014, sono stati pubblicati alcuni rapporti sulla situazione sociale italiana, tra cui due che vorrei commentare per sommi capi, perché si ricollegano a temi che abbiamo già trattato e mostrano un’ulteriore conferma ed evoluzione negativa di fenomeni economici molto significativi. Si tratta del 48° Rapporto sulla situazione sociale del Censis e dell’annuale Rapporto sulla ricchezza delle famiglie italiane della Banca d’Italia.
G oppure g? L’importanza della maiuscola quando si parla di Giustizia
Siamo abituati a dire spesso “questo è giusto” o espressioni simili nel linguaggio comune quando si tratta di idee e di comportamenti. Sulle idee, soprattutto quando sono espressione di opinioni, non mi soffermo più di tanto se non per dire che quando classifichiamo le opinioni intendiamo con il termine “giuste” a contrario quelle che a nostro avviso non sono “sbagliate”. Ma, essendo assodato che le opinioni sono libere e (ancora) non sono reato non rientrano per il momento nei propositi di queste righe. Ci rientrano invece i comportamenti e in specie quelli che le leggi vigenti (questo termine è importante non essendo notoriamente le leggi uguali in tutti i luoghi e in tutti i tempi, ma solo hic et nunc) regolano sia che si tratti di vertenze tra soggetti di cui si occupa il Codice Civile sia che riguardino fatti regolati nell’interesse superiore della collettività di cui si occupano il Codice Penale e quello Amministrativo.
Dalla lotta alla discriminazione all’omofobia cattolica
Tutti leggiamo sui giornali, o apprendiamo dai notiziari, della sofferenza causata, a scuola, da bullismo omofobo, con ragazzini/e che ha volte finiscono col suicidarsi. Bulli omofobi a scuola, bulli omofobi nella vita; è da qui che è giusto partire. A seguito quindi del programma promosso dal Consiglio d’Europa “Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, al quale l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni (UNAR) ha aderito, è stata elaborata la Strategia Nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, che potete scaricare integralmente QUI.
Brittany, la decisione di morire e la dignità
Qualche giorno fa Brittany si è tolta la vita. Il tumore al cervello non l’avrebbe risparmiata e lei ha deciso per il suicidio assistito in Oregon, dove si era trasferita proprio perché è uno dei cinque stati USA che consentono di mettere in pratica questa scelta estrema.
I cattolici non hanno gradito e il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Carrasco de Paula, dichiarando di “non giudicare le persone”, si scaglia contro la scelta del gesto e la mancanza di dignità che comporta, usando quindi, al contrario, le parole con le quali Brittany aveva giustificato il proprio suicidio, proprio la volontà di mantenere la dignità come persona, capace di intendere, autonoma…

Perché gli eterosessuali devono difendere con convinzione i diritti degli omosessuali
Nessuna cosa è in se stessa onesta né turpe, giusta né ingiusta, piacevole né penosa, buona né cattiva. E’ l’opinione della gente che dà la qualità alle cose, come il sale dà sapore ai cibi (Anatole France, Taide).
La sentenza del Tribunale di Roma che ha riconosciuto la stepchild adoption (già riconosciuto in altri paesi) per una coppia omosessuale (uno dei cui membri era la madre biologica del bimbo) ha scatenato l’usuale putiferio indignato (ormai l’indignazione è lo stato emotivo minimo, in Italia, per esprimere un qualunque concetto politico), la solita monotona giaculatoria di luoghi comuni triti e naturalmente volgarità, cliché, pseudo-informazioni, false informazioni e via dicendo.
Dei diritti e dei doveri
Dichiaro subito che la mia massima aspirazione è fare assolutamente tutto ciò che mi pare. Credo che questo sia il migliore incipit al presente articolo perché sono certo di essere in buona compagnia, e in questo modo spero di avere catturato la vostra attenzione e benevolenza perché purtroppo, a partire da tale aspirazione, dovrò condividere con tutti voi l’impossibilità di realizzarla completamente. Poiché siete amici vi risparmio tutta la pletora di teorie socio-antropologiche su come siamo finiti, nei millenni, a costruirci una gabbia sempre più fitta di regole (che hanno molto a che fare coi doveri e un po’ coi diritti); sapete, io non uccido voi e voi non uccidete me, io non vengo a rubare la tua mucca e tu non provi a stuprare mia sorella… dopodiché se qualcosa va storto (succede spesso) c’è un giudice che chiarisce le colpe e le pene conseguenti… Poiché Hic Rhodus è un blog sostanzialmente politico salto anche tutta la parte giuridica, o meglio: di filosofia del diritto, e arrivo al nocciolo della questione che esprimerò in questo modo: perché così pochi diritti?
Legge 194. Un diritto ipocritamente negato
Capita ogni tanto di leggere, come un po’ di giorni fa, che c’è un’emergenza aborti in un ospedale (chi scrive un titolo così merita di essere radiato dall’albo dei giornalisti), che una donna viene abbandonata in corsia e altre drammatiche spiacevolezze legate all’inapplicazione della Legge 194/1978 che, giusto per essere chiari, si chiama Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza ed ha uno splendido art. 5 che vi propongo integralmente: