La conclusione (?) della vicenda delle banche venete conferma che in Italia tutto viene sempre scaricato sulla finanza pubblica

Discorsi attorno alle teorie economiche e loro applicazione
– Politiche economiche
– Politiche industriali (per esempio la fusione Fiat Chrysler)
– Lavoro, politiche del lavoro, occupazione…
– Previdenza;
[NOTA – “Euro” va in altra categoria]
[NOTA – “Disuguaglianza” va in altra categoria]
La conclusione (?) della vicenda delle banche venete conferma che in Italia tutto viene sempre scaricato sulla finanza pubblica
Siamo sicuri che l’economia digitale sia più equa e trasparente? Ecco un esempio del contrario.
I dati del Rapporto Istat 2017 illustrano una realtà paradossale: in Italia, solo le piccole aziende sono incentivate a essere più produttive, mentre per le medio-grandi vale l’opposto
A fronte dei danni ai risparmiatori causati dai titoli bancari, la relazione annuale del Presidente della Consob è un capolavoro di scaricabarile. Vediamo perché.
La crisi di Alitalia è irreversibile e tutti lo sanno, eppure continuiamo a sprecare miliardi per tenerla in piedi. Lo stesso vale per decine di altri casi, e la spiegazione è sempre la stessa: il ricatto delle categorie verso la politica clientelare.
L’ennesimo piano di salvataggio di Alitalia non offre alcuna speranza di rilancio per un’azienda che da anni vive a spese dei contribuenti
Le proteste contro il gasdotto TAP sono completamente infondate. Non si può morire di NIMBY e deve sempre prevalere l’interesse pubblico, nazionale.
I voucher erano davvero da eliminare? Proviamo a capirlo partendo dai dati e non dalle convenienze politiche.
Se i robot sostituiranno massicciamente il lavoro umano, come cambieranno le categorie economiche? Il concetto di “valore” avrà ancora senso? Quello di “mercato”?
Anche se la consulta ha bocciato il referendum sull’art. 18, vale la pena chiedersi perché la CGIL l’abbia promosso.
La battaglia contro l’apertura domenicale dei negozi è sbagliata e di retroguardia. Ecco le ragioni.
Come al solito, l’Italia chiede maggiore “flessibilità” all’Europa, allo scopo di creare altro debito pubblico con spese a pioggia. Non ci pare una buona idea.
Negli ultimi mesi, le banche italiane sono state al centro dell’attenzione, spesso anche di Hic Rhodus, e con buoni motivi: dal “salvataggio” delle quattro banche minori a fine 2015, fino all’esito contrastato degli stress test e all’acrobatico piano di risanamento del Monte dei Paschi, le nostre banche hanno evidenziato una vulnerabilità generalmente attribuita all’imponente massa di crediti “in sofferenza” che le affligge.
Eppure, il vero problema delle banche è un altro, e vogliamo approfittare di questa pausa agostana per parlarne.
Ebbene, il giorno tanto atteso è giunto: sono stati pubblicati i risultati degli stress test effettuati dall’autorità di vigilanza sulle principali banche europee. I risultati erano peraltro, almeno in una certa misura, attesi, ma ora certificano nero su bianco che in Europa c’è una banca che non è minimamente in grado di sostenersi in uno scenario di crisi, e si tratta del Monte dei Paschi di Siena.
Niente panico, però: proprio in vista di questa scadenza, le migliori menti politiche e finanziarie d’Italia hanno già messo a punto un piano per il “salvataggio” del MPS, che è anche stato approvato dalla BCE nella sua impostazione. Tutto sotto controllo…
Dopo il referendum sulla Brexit, è diventato l’argomento apocalittico preferito della stampa economica europea e mondiale: le banche italiane sono sull’orlo del baratro?
Sappiamo bene che per anni, mentre i venti di crisi sconvolgevano l’economia mondiale, i nostri leader, ma anche gli organismi di vigilanza, hanno sostenuto che le nostre banche erano solide. Adesso, invece, tutti gli osservatori interni ed esterni sottolineano la fragilità del nostro sistema bancario, e invocano azioni drastiche e immediate. Addirittura, il presidente dell’Abi Antonio Patuelli nei giorni scorsi si è concesso dichiarazioni che dimostrano più faccia tosta che lucidità, culminando in un’ineffabile accusa di “tirchieria” allo Stato italiano per non aver finanziato le banche quando era possibile. Nel frattempo il governo sta trattando intensamente con i partner europei per scongiurare il temuto bail-in che potrebbe colpire innanzitutto il Monte dei Paschi, e poi forse altre banche malconce.
In questa concitazione, anche noi di Hic Rhodus torniamo sull’argomento, cercando di concentrarci sull’interesse dei cittadini, e non di politici o banchieri.