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La schizofrenia degli indignati

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Se n’è già parlato sui giornali ma vale la pena approfondire; ne abbiamo anche già ripetutamente trattato su Hic Rhodus ma repetita iuvant e il caso è troppo clamoroso per non proporre almeno una sottolineatura. Mi riferisco agli assenteisti di Sanremo (quasi la metà degli impiegati comunali) che andavano a spasso (o a vogare) segnandosi gli straordinari, che facevano marcare il cartellino ai colleghi e via di questo passo. Al di là degli aspetti morali e penali di questi comportamenti la cosa che colpisce è che sui profili social di molti di questi truffatori dello Stato (e quindi di tutti e ciascuno di noi) c’erano commenti indignatissimi sulle brutture della politica, stati Facebook arrabbiatissimi per i politici ladri, mascalzoni, corrotti e truffatori, battute lapidarie sulla casta, anzi, scusate: LA CASTAAA!!!

ABC – Always Be Connected

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Il problema non è avere “una certa età” e ricordarsi, ma avere voglia di farlo interrompendo per un momento il flusso dell’attualità. Intendo dire che siamo tutti presi dall’adesso, dal qui e soprattutto dall’io, e tutto ciò che resta indietro nel tempo sfuma rapidamente facendoci perdere il fondamentale valore di insegnamento dell’esperienza.

Scrive Borges

ogni cosa, a ognuno, accade precisamente, precisamente ora. Secoli e secoli, e solo nel presente accadono i fatti; innumerevoli uomini nell’aria, sulla terra e sul mare, e tutto ciò che realmente accade, accade a me… (Jorge Luis Borges, “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, in Finzioni).

La frattura fra un presente che ci pone problemi e un passato che ci può fornire suggerimenti è recente, è opera della tecnologia ed è grave e da pochissimi denunciata nella sua drammaticità

Pensa con la tua testaaa!

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Da vecchio web-dipendente ho imparato che la maggior parte delle volte qualcuno si descrive come “di mente aperta, curioso” c’è un’alta probabilità che ti defollowi (da Twitter) o ti blocchi (da altri social) se mostri di pensarla diversamente da lui. Un altro chiaro indizio di omologazione è l’urlare agli altri “Sveglia! PENSATE CON LA VOSTRA TESTA!”. Quest’ultima esortazione mi infastidisce parecchio perché significa, ovviamente, “voi cretini che non capite nulla siete servi ottusi del potere e dovete pensare con la MIA testa se volete la mia benevolenza”; non vedo altri significati. “Pensa con la tua testa!” credo sia la cosa peggiore che si possa dire sul web alle persone che non la pensano come noi. Non solo significa che tu – che non pensi con la tua testa – sei uno stupido, un disinformato, uno che sbaglia – ma specifica che sei un asservito, un vile; e segna la distanza fra tu servo e io libero, tu servo e insignificante ingranaggio del sistema malato e cattivo e io libero, attento, sveglio protagonista della mia vita che sa lottare e capire. E giudicare. Insopportabile.

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La Rete ci rende stupidi e cattivi


Chi va su Twitter o crea un blog deve avere la pelle dura, prepararsi a tutto
(John Suller docente di cyber-psicologia alla Rider University)

Un popolo di mostri si aggira fra noi; gente spietata e senza cuore, incapace di riflettere, poco intelligente come si conviene a chi ha il cuore di pietra. Non poche persone, non una banda ma una folla, una moltitudine. Questa legione di decerebrati abita il web. Sì, effettivamente molti di loro hanno un domicilio reale e vivono fisicamente fra noi, sono gli arroganti, gli stalker, i violenti, gli ottusi… Pericolosi ma facilmente identificabili e in numero, tutto sommato, limitato. A differenza di quelli che abitano il web. Moltitudini di utenti Facebook e Twitter (e altri social, ma ovviamente questi sono i più rilevanti) che sfruttano questo potente filtro per predicare odio, insensatezza, catastrofismo, razzismo.

Smettetela di mettere le foto dei bambini su Facebook

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C’è un problema che giudico importante e riguarda i bambini: la loro privacy che genitori orgogliosi violano continuamente riempiendo la bacheca Facebook (ma il discorso vale anche per Instagram e un po’ tutti i social) dei visi gioiosi dei loro pargoletti. NON VA BENE. Ci sono pochi e precisi motivi per i quali non va bene: il problema della privacy e quello della sicurezza personale dei bambini. Non solo infatti – primo problema – i bambini si troveranno una massa di loro informazioni personali che una volta divenuti adulti potrebbero aspramente rinfacciarvi ma – secondo e assai più grave problema – le foto e le informazioni dei bambini su Internet sono una ghiotta fonte di approvvigionamento di foto da parte di pedofili e malintenzionati.