Sempre più l’Europa dell’Est rappresenta un elemento di crisi europea: politica e militare. Andiamo alle origini di un problema di difficile soluzione.
Sempre più l’Europa dell’Est rappresenta un elemento di crisi europea: politica e militare. Andiamo alle origini di un problema di difficile soluzione.
Lo pseudo-dibattito fra buonisti e cattivisti sul tema migrazione è generalmente priva di basi. E’ chiaro che non possiamo respingerli, ma è altrettanto chiaro che non possiamo continuare ad accogliere tutti, e chi lo nega, semplicemente nega la realtà.
I migranti, la reazione armata dell’Austria, l’Europa, Triton e tutto quello che dovete sapere per interpretare il fenomeno delle migrazioni, al netto delle idee sbagliate e di parte.
Il 21 giugno scorso, la Corte di Giustizia europea ha emesso una sentenza relativamente a un interpello della Corte di Cassazione francese che deve esaminare un ricorso presentato dai familiari di un cittadino francese (indicato […]
Marine Le Pen non diventerà Presidente della Francia, ma il suo innegabile successo politico apre a interrogativi (e quello di Macron offre risposte) interessanti anche per l’Italia.
Cresce l’entropia geopolitica e un’Europa debole deve guardarsi dai russi come dagli americani. Quali strategie, quali principi devono ispirare le scelte europee?
Dunque, la lunga attesa è terminata e, contro gli auspici di quasi tutti i più autorevoli commentatori, da Obama alla Santa Sede, gli elettori del Regno Unito hanno deciso di abbandonare l’Unione Europea.
Mentre scrivo, tutte le piazze finanziarie sono pesantemente colpite da drammatici ribassi, colte di sorpresa dopo le brillanti performance di tutte le Borse europee nelle ultime sedute, e l’unico leader che ha tenuto un (mediocre) discorso è David Cameron, il premier britannico che passerà alla storia per essersi “sparato in un piede” (tanto per usare un’espressione inglese) indicendo un referendum dal quale aveva moltissimo da perdere, insieme a centinaia di milioni di persone, e ben poco da guadagnare.
Ma a parte la preannunciata catastrofe economico-finanziaria, cos’altro possiamo comprendere da questo voto in parte inatteso?

Le vicende dei teppisti russi in Francia rendono evidenti alcuni fatti:

Non condivido il sospiro di sollievo per la vittoria, col 50,3% dei voti, di Van der Bellen in Austria. Certo, formalmente, il 50% + 1 degli elettori decreta una vittoria, ma questa vittoria non è un granché…

Migration Compact, è stata battezzata con l’intento forse un po’ malizioso di evocare altre politiche di convergenza europea imposte più che proposte dalla leadership tedesca all’Unione Europea: si tratta dell’abbozzo di proposta sottoposto dall’Italia per la gestione del problema delle migrazioni.
Noi l’abbiamo letta, e pensiamo che, per una volta, contenga diversi spunti validi. Vediamo di cosa si tratta.

Il tedesco è sicuro di sé nel peggiore dei modi, nel modo più disgustoso e inesorabile, perché è ciecamente convinto di sapere la verità: una scienza, cioè, da lui stesso elaborata. (Lev Nikolaevic Tolstoj, Guerra e pace)
Anche gli europeisti più convinti stanno iniziando a sentirsi a disagio di fronte a mesi (anni) di interventi europei poco comprensibili decisi in tavoli ristretti dove l’Italia non siede; di fronte a palmari cecità riguardo a fenomeni rilevanti che non si riescono ad affrontare efficacemente e con unitarietà d’intenti.

Hic Rhodus ha preso una posizione definita sui fatti avvenuti nella notte di San Silvestro 2015 nella piazza antistante la stazione ferroviaria principale di Colonia. La condivido completamente.
Resta però ancora molto da chiarire e molto da spiegare. Che cosa è avvenuto con precisione quella sera a pochi passi dalla famosa cattedrale di Colonia?
Dal 4 al 6 dicembre scorsi, ho assistito ai lavori del convegno “Analysis and Activism: Social and Political Contributions of Jungian Psychology”, svoltosi a Roma e organizzato dalla IAAP (International Association for Analytical Psychology). Tra le altre cose, mi ha attirato l’insolito accostamento tra la scuola analitica che si richiama all’esempio di Carl Gustav Jung, una personalità di sconfinata cultura e grande profondità di pensiero, e l’attivismo sociale, un’attività pragmatica quant’altre mai. Il programma (di cui ho potuto ovviamente seguire solo una piccola parte) era effettivamente estremamente variegato, e qui vorrei parlare di uno solo tra i molti, interessanti argomenti toccati: l’assistenza psicologica ai migranti e ai profughi.
Cari lettori di Hic Rhodus, ovviamente stiamo seguendo con molta attenzione le vicende legate all’offensiva terroristica dell’Isis, al comporsi di alleanze più o meno “naturali” per combatterla, e alle tensioni che si accompagnano alle azioni militari russe, francesi, e ora britanniche. In questi giorni ha avuto una notevole risonanza il discorso tenuto al Parlamento inglese da Hilary Benn, “ministro-ombra” degli Esteri nell’opposizione laburista, che prima di votare a favore dell’intervento militare britannico in Siria ha spiegato il motivo per cui lui (insieme a diversi altri parlamentari laburisti) ha deciso di votare in contrasto con il suo leader di partito Jeremy Corbyn. Noi di Hic Rhodus pensiamo che, indipendentemente dall’opinione di ciascuno, un discorso come questo dimostri un livello di dibattito pubblico che purtroppo non trova riscontro nel nostro Paese, molto concentrato su temi che definiremmo di piccolo cabotaggio. Abbiamo quindi pensato di offrire ai nostri lettori la possibilità di leggerlo, in una versione leggermente abbreviata per ragioni di spazio e tradotta da noi.
L’etichetta, che Annunziata e altri commentatori hanno applicato all’orrore di Parigi, è suggestiva quanto errata. La verità è peggiore. Non è una guerra ma guerriglia terrorista. Non c’è scontro fra nazioni e popoli, e loro eserciti, ma stillicidio di azioni isolate e imprevedibili realizzate da persone di svariata nazionalità, spesso con pochissimo in comune tranne l’odio verso l’Occidente giustificato da una matrice religiosa neppure sempre precisa.