Mario Draghi. La riforma del mercato del gas

Nel ’48, Enrico Mattei avviò la costruzione di 4600 km. di condutture in Val Padana. Nel ’60, ENI produceva 6.167.000,000 metri cubi di gas. Nel ’61 aveva un capitale di 6 miliardi ed un milione di lire. Nel ’60, Mattei acquistò da Mosca 12 milioni di tonnellate di petrolio per spedirle verso la Svizzera, Austria, Germania, Francia, con le condutture ENI. Salvaguardò l’equilibrio tra offerta e prezzi. Evitò di finire asservito alla Russia, progettando un mercato trasparente secondo il diritto, stabilendo rapporti con altre fonti, in Africa, Asia. Mattei fu assassinato. La storia del rapporto con la Russia prese una via diversa. Da allora, ENI avviò rapporti strettissimi di dipendenza da Mosca. 

Nel 1990, la Procura di Milano portò alla luce i Russi in “Mani Pulite”. Appoggiandosi alle società estere di ENI, i capi moscoviti incassavano valuta corrente nei mercati internazionali. Mosca si liberava dalla prigionia del rublo, con accordi semi-segreti “ad hoc” con singoli stati e una rete internazionale di mediatori. La supremazia strategica è stata conquistata con il controllo monopolistico della rete dei gasdotti. Il prezzo si contrattava “on the spot”. Con una prassi riservata ed incontrollabile. Il sistema delle tangenti era almeno quadruplice: generava capitali per i Russi, per i mediatori, i partiti, le banche. Il gioco va ben oltre le “tangenti”.

Il mercato del gas è divenuto uno strumento potente per il controllo occulto delle nazioni che ne dipendano. In Europa, lo stato si è formato acquisendo e difendendo il controllo delle risorse e dei suoi mercati. Il predominio russo su la trasmissione del gas ha a sottratto all’Europa una risorsa strategica generale ed irrinunciabile. Ha modificato la fisionomia storica, la difesa, l’indipendenza dell’attività industriale, il bilancio tra perdite e profitti, la dinamica degli investimenti. 

Dal 1953, la Germania Orientale, l’Ungheria, la Bulgaria, la Romania, la Cecoslovacchia, l’Austria erano collegate alla rete del gas che la Russia cominciò a costruire nel 1870. Dopo l’unificazione, nel 1992, la Repubblica Federale Tedesca si trovò dipendente dalla fonte russa. Un ex agente della STASI, la terribile polizia politica comunista, collaboratore del suo capo, il generale Mielke, collega di Putin in Germania, è stato amministratore delegato del viadotto “Nord Stream” Trasporta 55 miliardi di metri cubi di gas al giorno . 

La STASI fu anche un sodalizio segreto di amministratori e mediatori, sottoposta al KGB. Guadagnava sia dagli accordi petroliferi in Europa sia dai servizi resi a Mosca, manovrando fondi segreti, per pervenire ad influenzare la politica. Il Cremlino ha ridotto l’ex cancelliere Schroeder ad un suo dipendente. Il controllo di “Nord Stream” era in mano ad un agente russo e l’ex cancelliere lo rappresentava. Il Cremlino formò “Gazprom Germania”per stabilire una testa di ponte, in Europa senza incontrare resistenze. La dipendenza dal gas è il perno dell’accordo che compensa i capi sovietici della riunificazione della Germania. Senza spargere sangue.

I comunisti italiani favorirono i rapporti con la Russia. Nel 2006, ENI aveva già avviato la strategia dell’offerta alla Russia dei collegamenti col mercato europeo, associandosi con “Gazprom”,“ Rosneft” ed altre entità russe. Il metodo era semplice: si acquistava circa il 40% delle azioni delle società russe. Poi le cedevano a Mosca Così poteva entrare in Italia legalmente e gli italiani acquisire contante, con contratti riservati. Nessuno controlla i movimenti.

Putin ha elaborato un piano d’aggressione. E’ una versione moderna della tradizione delle annessioni territoriali, tipica della storia della Prussia. Affermata la dipendenza degli stati europei più potenti da una fonte unica dominante, Mosca ha manipolato il prezzo ed il flusso del gas, i contratti a-tipici, per lanciare la sua conquista dell’Europa, sfruttando l’interconnessione delle condutture. Sollevare i prezzi e ridurre la fornitura colpisce i fondamenti strutturali dell’economia: le imprese che consumino maggior MC di gas. La crisi colpisce l’occupazione ed i servizi. L’oscillazione del prezzo del gas sconquassa le borse. Costringe gli stati a ricorrere al debito per mantenere unita l’organizzazione della società, salvaguardare i diritti sociali ed economici, scritti nelle Costituzioni. 

La frammentazione del mercato degli intermediari, nei entro gli stati europei, favorisce gli accordi riservati,“under the counter “, la speculazione senza controlli. Mosca è riuscita ad insediarsi nella rete societaria internadell’Unione con la rete dei mediatori privati che opera da anni. Si muove un vortice di pagamenti occulti, ben superiori ai fondi scoperti dalla Procura di Milano, compreso il “Processo Cusani” Sullo sfondo, si profila anche la Russia 

Mosca svolge un’operazione nuova, nella storia: manovrando il controllo monopolistico di una “risorsa strategica generale “da una posizione dominante. Esercita il potere anche agendo dall’interno degli stati, con gli stessi strumenti istituzionali delle nazioni che depreda, volgendoli contro esse. Col capitale raccolto dalla vendita di miliardi di metri cubi di gas, la Russia è nel mercato finanziario internazionale. Agisce nel sistema legale. Ha investito ingenti risorse nelle grandi borse, mondiali da “Wall Street” alla “City” Londra a Hong Kong, da Milano ad Amsterdam, alle isole del Pacifico e dell’Oceano Indiano e negli Stati Uniti . Ha costruito catene di “holdings”per celare l’identità del soggetto che le controlla , il vero beneficiario finale. Da anni, la Russia è impegnata nel riciclaggio. Esemplare è la vicenda della Ruskenergo (RUE) con sede a Zug, in Svizzera che sovra-tassava o sfruttava l’Ucraina. Un conglomerato vastissimo. Opera anche in India e Stati Uniti. Celebre è la “Laudromat”, il meccanismo di riciclaggio, costruito dalla Russia con la collaborazione di grandi banche internazionali che fanno da ponte tra Est ed Ovest. La via del riciclaggio transitava anche per la Danimarca, e ha genera dollari liberi sul mercato. Uno dei passaggi è lo stato del Delaware: il collegio elettorale di Biden. Si calcola che Mosca disponga di un tesoro in “nero” almeno di un triliardo di dollari.

Per un verso, Mosca controlla il flusso del gas. Per l’altro, è presente anche oltre la parte opposta della barricata. Avvantaggiandosi della frammentazione dei mercati, si muove per speculare sul prezzo, alzarlo o abbassarlo, le seguendo circostanze tecniche che caratterizzano la vita delle borse e gli interessi politici russi, colpendo come un ariete, la struttura delle società europee. E’ la storia del Cavallo di Troia, l’Europa è assediata. Sottomessa ad una società straniera dominante, “Gazprom”, strumento del governo russo e dei servizi segreti, in contrasto con la normativa che l’Unione si è data.

Occorre chiarire perché si sia giunti a questa situazione senza preoccuparsi di porre garanzie precauzionali. Anche in sede giudiziaria. I cablogrammi dell’Ambasciata americana di Roma, durante il governo Berlusconi lamentano gli accordi di ENI con Gazprom, la formazione della partnership, la relazione di subordinazione a Mosca che le intese fissano. Pongono il problema strategico che minaccia- ENI è un crocevia del trasporto del gas. L’Unione Europea ha istituito il Direttorato Generale per la Competizione per smantellare le posizioni dominanti nei mercati. Purtroppo non ha protetto l’Europa dai nemici interni ed esterni

La costruzione del gasdotto URSS-Italia cominciò nel 1974. Rumor lo inaugurò l’11 Giugno del 2011- Putin e Berlusconi stipularono un accordo. Draghi lasciò il Tesoro nel 2002, quando Berlusconi tornò al governo. L’Italia favorì l’ingresso di “Gazprom” in ENI. ENI e “Gazprom” formarono una società congiunta, accuratamente tenuta in ombra. La maggioranza era in mano ai Russi. Acquisirono il predominio su un ente controllato dallo stato italiano. ENI non è un’agenzia. E’ un’”authority”. La sua indipendenza dall’interesse privato e da altri stati fu schiacciata. Berlusconi ha distrutto l’opera di Mattei. Di certo, cercando di dare a Mosca un ruolo preponderante, ha distrutto i progetti strategicie la cura per la trasparenza. 

Nel 2009, ENI cedette 20 % delle azioni della ex Sibnet a Gazprom. ENI, dunque, fu socia di Abramovic: l’ex padrone del “Chelsea.” Sanzionato dal Dipartimento del Tesoro U.S.A. Con quella operazione, abbiamo contribuito al dissesto di Yukos , nel momento cruciale della ascesa di Putin al potere assoluto. L’operazione svela i rapporti che ENI aveva intessuto col mondo russo.

Dopo l’assassinio di Politoskaja, il Governo Berlusconi ha approvato le spedizioni punitive e sanguinarie contro i Ceceni. Nel 2003, si vantò di essere il miglior amico personale di Putin. Il sangue che scorreva in Cecenia, l’assassinio degli oppositori, non ebbe importanza, politica e culturale. Non suscitò dubbi sulla politica estera che seguiva. Nel 2004, il presidente annunziò l’apertura di una mostra d’arte, a Mosca e Roma. 

L’ombra della STASI si proietta ancora su la Germania. In Germania, un D..J., proveniente dall’Est, era presidente di una società che manovrava miliardi. Oggi il governo deve pagare i debiti di “Gazprom Germania” senza averne la proprietà , sebbene abbia lasciato semi-vuoti i depositi del gas. Per colpire Berlino, sollevando e i prezzi. Il governo ha dovuto metterla all’asta per 10 miliardi di Euro. Un buco gigantesco nel suo bilancio. E’ un bel colpo di Putin.

Per battere il piano di Mosca, occorrono strumenti ben diversi dalla difesa armata classica, dalla chiusura delle frontiere, delle vie del commercio . Le sanzioni non bastano.

Secondo il presidente Draghi, la protezione più efficace è il controllo della speculazione nei mercati del gas, dell’aumento e modulazione strategica dei prezzi,. E’ il progetto che ha suggerito all’Europa; il “price cup” ed il controllo dei super-profitti. Non vuol dire solo “limitare i prezzi”. Significa tagliare la speculazione sulle negoziazioni ed i contratti futures e relativi derivati. Calcolando un indice di riferimento, un valore, del gas, stabilito in comune, tenendo conto delle esigenze particolari dei singoli stati, secondo il programma REPowEU, ostacola la manipolazione arbitraria e riservata nelle contrattazioni tra le varie parti. Impedisce che i capitali agiscano liberamente sul movimento dei prezzi, servendo interessi particolari. Emarginare la speculazione significa fermare l’aggressione russa, il condizionamento dei partiti, delle comunicazioni, dei governi. 

Il calcolo econometrico, dinamico, di Draghi è sottile. Non si proporre di fissare un “tetto” al prezzo. Non vuole chiudere il flusso del gas. Conta la proporzione tra il valore irrinunciabile del gas, per i russi, la necessità europea e la speculazione da colpire. E’ un metodo di calcolo aperto, secondo una prospettiva dinamica che si regge sul principio egalitario tra gli stati nella formazione del prezzo. Non è u una sanzione. E’ simile al calcolo integrale. Qui si coglie l’affinità del pensiero di Draghi e Caffé: la grande visione riformatrice. Il “price cup” decapita l’intermediazione occulta e semi-occulta. Il progetto di Draghi comporta la riforma del Dutch TTF Natural Gas. Implica un progetto di riforma generale della borsa. La crisi del 2008-2009 che minacciò di distruggere l’economia globale fu causata dalla”iper-speculazione” in Borsa. L’annunzio pubblico del piano Draghi ha causato il rapido calo del prezzo del gas, ostacolando le manovre strategiche della Russia, la raccolta dei fondi per le sue armi.

L’Unione non ha ancora apprestato adeguatamente la difesa del suo patrimonio e della sua storia. Anche per l’opposizione dell’Ungheria, ed i legami personali di Orban col duce russo . L’operazione “price cup” può riuscire solo con l’unità di intenti e azione degli stati dell’Unione. Come Caffè, Draghi conta sull’impegno morale, operoso,su la visione unitaria e storica, nel mondo economico. La vastità del progetto di Draghi ricorda il piano di Churchill per la nuova Europa Il “Wall Street Journal”scrive che per Putin Draghi è un terribile nemico. Non si può escludere che il sequestro dei beni degli amici di Putin ed il “price cap” conducano ad un colpo di stato a Mosca, favorito dalla destra nazionalista e dai reparti paramilitari in mano ai servizi segreti. Gli oppositori di Draghi fanno ogni sforzo per impedire il controllo dei sovra-profitti. Favoriscono il dominio di Mosca, dei suoi alleati occulti, delle consorterie segrete. Sostengono un sistema verticale dell’energia che, come osserva Einaudi, poiché è un monopolio, è una truffa che distrugge la democrazia e l’indipendenza delle nazioni. 

Le parole di Berlusconi, subito dopo la vittoria elettorale del 2022, nel momento critico della formazione del nuovo governo, il cenno alle “bottiglie di vodka”, al party, ai regali di Putin, alla finezza d’animo del dittatore, sembrano un linguaggio criptato: la conferma che l’amicizia del nuovo governo con la Russia di Putin genererà fiori meravigliosi.

Articolo scritto per Hic Rhodus da Carlo Rossetti.

Già professore di sociologia generale a Parma, Fellow of the Royal Anthropological institute of Great Britain and Ireland, già research professor, Hebrew University, Lady Davis Fellow, honorary professor Nuremberg Universitet. M, SC. Sociology, London School of economics and Political science, Università di Londra.