Mentre tutti noi perdiamo tempo su sciocchezze quali il congiuntivo di Di Maio, qualche cartaccia per terra a Roma o la minaccia dei droni sul Vaticano, una guerra di sterminio si sta combattendo in Europa: quella allo scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus griseus o carolinensis) che per ignote vie è arrivato in Europa e insidia l’habitat del nostro autoctono scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris). La storia è semplice: mentre nei bei tempi antichi ognuno stava a casa sua, la stupidità umana ha introdotto la specie grigia in Europa; vuoi per la maggiore robustezza, vuoi perché portatori sani di un virus letale per i rossi, i grigi stanno soppiantando i nativi rossi in Inghilterra e Irlanda e si corre il rischio di farli scomparire. Come vedete dalla mappa, in Inghilterra e Galles i rossi sono totalmente scomparsi, mentre in Scozia e Irlanda resistono in alcune aree aree. In Italia il problema si manifesta, in uno stadio iniziale di convivenza delle due specie, in alcune regioni del nord e in Umbria. Ebbene, non ci crederete, ma esiste un programma europeo per la difesa degli autoctoni, un programma al quale hanno aderito Regione Lombardia, Liguria, Piemonte e Umbria (sito che spiega tutto su questa giusta battaglia), oltre ad alcune università. Riassumendo: i) è stata introdotta anni fa in Europa una specie invasiva che ii) sta pian piano predominando su quella autoctona, per cui iii) si tratta di combattere i grigi al fine di preservare la biodiversità. ‘Biodiversità’ significa: voi grigi a casa vostra, noi rossi a casa nostra.
Come fare per contribuire a questa nobile causa? Semplice: si mettono delle trappole; i rossi catturati sono rilasciati, i grigi sono uccisi.
Benché in un primo momento (nella mia Regione) si sia dichiarata la sterilizzazione o dislocazione dei grigi catturati, in realtà ora vengono tutti uccisi col gas. Occorrerebbe spiegare un sacco di cose ma voglio andare oltre, quindi consentitemi brevità: il problema è noto da molto tempo; in Piemonte inizia con la liberazione di quattro grigi nel dopoguerra e attualmente il rosso è scomparso in un’area molto vasta (fonte); analogamente sarà successo altrove, in modi e tempi diversi. In Umbria il fenomeno è circoscritto a Perugia e ai suoi parchi boscosi dove pochi giorni fa sono apparsi manifestanti contro lo sterminio dei grigi.
Un volantino distribuito da altri attivisti spiegava, senza lesinare punti esclamativi, come la LAV (Lega Anti Vivisezione, protagonista della protesta) intendesse difendere entrambe le razze: contro ogni violenza, contro ogni razzismo.
Alla parola ‘razzismo’ sono entrato in crisi. Razzismo?
Indagando neppure tanto scopro la lotta senza quartiere fra sigle e associazioni, una lotta che divide la mia città in Guelfi-rossi e Ghibellini-grigi senza che io ne fossi edotto. Legambiente, per esempio, vuole difendere i rossi e appoggia il programma della Regione e del Comune; la LAV, come detto, no, assieme ai radicali che promuovono una campagna di boicottaggio chiedendo ai cittadini di rifiutare le trappole nei loro giardini. Con buona pace di uno dei pilastri del progetto europeo:
The main goal of LIFE U-SAVEREDS is the conservation of the European red squirrel (Sciurus vulgaris) in Umbria and the biodiversity in the Apennine ecosystem. Another goal is to obtain a wide consensus from the public for management actions (fonte).
Non vi avrei annoiato con questa storia di scoiattoli se non fosse per ragioni più ampie e generali che esprimerò in punti sintetici e sui quali, vorrei essere chiaro, non ho risposte.
- le specie/razze alloctone che infestano l’Italia (paese europeo maggiormente colpito grazie al clima favorevole) sono 2.071, in aumento (dati, strategie, normativa europea e parecchie preoccupanti informazioni nel volume del Ministero dell’Ambiente L’impatto delle specie aliene sugli ecosistemi: proposte di gestione, 2009); altre fonti parlano addirittura di 3.000;
- mentre alcune specie trovano una nicchia ecologica libera (per esempio le nutrie, anch’esse presenti nel parco della mia città), altre competono con specie o razze autoctone preesistenti e – come nel caso dello scoiattolo – sostituendosi ad esse; ovvio che ciò minaccia la biodiversità, che è ricchezza, con conseguenze, a volte, sull’economia, la salute, la catena biologica;
- normative e direttive europee indicano chiaramente la necessità di contenere il fenomeno, se possibile prevenirlo e certamente combatterlo;
- è comunque lecito chiedersi quale sia la forma migliore: immagino che catturare gli scoiattoli, sterilizzarli e rilasciarli nell’ambiente sia enormemente più costoso che sopprimerli, e non si può dire che questa ragione sia di per sé irrisoria, visto che si tratta di soldi pubblici (andrebbe spiegato ai cittadini: vuoi difendere la biodiversità a fronte di una spesa? Quale spesa?).
Se trovo francamente al limite del ridicolo l’enfasi della LAV sul “razzismo”, penso che il tema valga la pena di essere considerato perché ci porta a meditare su responsabilità più ampie: la specie umana, sovrana del pianeta, compie pasticci inenarrabili (come questo di mettere a rischio importanti biodiversità) e poi non sa come gestire le conseguenze: i piccoli grigi non hanno colpe di essere in Piemonte, in Liguria o a Perugia invece che al Central Park di NYC, e le loro strategie (vincenti) di sopravvivenza non hanno nulla a che fare col razzismo o con la malignità o con l’imperialismo; sono lì, e vogliono vivere comportandosi da scoiattoli grigi, punto e basta. Anche noi umani possiamo non avere colpe individuali per nostri predecessori che, probabilmente inconsapevoli, hanno liberato i graziosi animaletti. Salendo di grado capisco le preoccupazioni di biologi ed etologi che si preoccupano per la salvaguardia delle biodiversità e quindi, come risposta politica, capisco chi cerca di correre ai ripari… Insomma: a pensarci bene mi pare di capire le ragioni di tutti, il che significa che ci siamo cacciati in una di quelle situazioni in cui qualunque soluzione crea conseguenze negative, e la scelta “meno peggiore” è passibile di critiche e di opinioni diverse, perché basate su priorità di valori differenti.
Dichiarando – pur senza importanza – che se devo scegliere sto coi grigi (almeno finquando la soluzione consista nel sopprimerli), io credo che ci sia una più alta morale da trarre. Non solo quella della necessaria consapevolezza dei disastri che avviamo ogni volta che modifichiamo una qualunque piccola tessera del puzzle naturale in cui viviamo, ma della consapevolezza generale del nostro agire nel mondo. Al di là degli scoiattoli, il cui destino può anche appassionarvi poco, il nostro agire umano ha sempre delle conseguenze, la maggior parte delle quali ignote, o ignorate. Noi agiamo in un sistema complesso, quello della natura e quello sociale, in cui non esistono più soluzioni semplici per problemi semplici, e si stenta ormai a trovare anche le soluzioni complicate ai problemi complessi. Molti dei fatti di cronaca, di politica, di economia di questi mesi, spesso trattati qui su Hic Rhodus, sono il frutto di sprovvedutezza, di faciloneria, di sciocca emotività immediata, di mancanza di riflessione. Eppure, nella nostra distratta inconsapevolezza, non ci rendiamo conto che noi siamo, esattamente, come quegli scoiattoli. Scegliete pure voi il colore.