Un battito di ciglia in fondo al nulla

Chiudete gli occhi (metaforicamente, se no non potete leggere…) e pensatevi. Una persona, coi suoi pensieri, i suoi sogni, tutto l’ambaradan di qualunque persona. Pensatevi lì dove siete, probabilmente in una stanza, in un edificio, in una città, in una regione… spazio. Colline, montagne, pianure, un altro paese vicino, una grande città un po’ più in là, e ancora, e ancora. Poi passiamo le Alpi e andiamo in Francia, Germania, in giro per la nostra bella Europa e poi, su un aereo più lontani, in viaggio lungo un pianeta ricco di diversità, la Terra, casa nostra. E tutta questa varietà di persone, di luoghi, di problemi, in questo sputacchietto di pianetino ai margini dell’universo.

Partiamo dallo spazio, inteso come dimensioni.

La Via Lattea, la nostra galassia, contiene un numero di stelle pari a 200/400 miliardi, ma potrebbero essere di più. Di galassie, nell’universo, pare (dico: pare, l’evoluzione scientifica in questo campo è velocissima) ne esistano più di 300 miliardi. Anche immaginando di rimanere sulle soglie basse delle stime attualmente disponibili potremmo dire che nell’universo, pare, di stelle ce ne siano

60.000.000.000.000.000.000.000

che credo si legga 60 triliardi.

Ed evito di parlare della possibilità dell’esistenza di più universi, che sembra sempre meno un’ipotesi da fantascienza…

our galaxy is called the Milky WaySecondo la NASA una stella su cinque potrebbe avere un pianeta in zona abitabile (non troppo vicino alla stella, né lontano); secondo altre stime sostanzialmente ogni stella potrebbe averne uno. Questa è materia ancora giovane, ma basta dire che pochi o tanti i pianeti abitabili sono miliardi di miliardi.

Fra l’altro, vorrei segnalare che nella via Lattea noi stiamo proprio ai margini, non che significhi nulla in particolare, per carità.

La vita solo da noi? In tutto ‘sto popò di roba che c’è in giro ma solo solo da noi il Buon Dio ha inalato il fiato della creazione? Tutto è possibile, forse il rimanente enooooorme spazio gli serve per sistemare tutti i neutroni, neutrini, gravitoni, quark, bosoni, materia scura e la massa di cianfrusaglie che s’è trovato tra i piedi dopo la Creazione, un po’ come mia capannetta in giardino che è meglio non aprire.

Ma non possiamo evitare di parlare del tempo, se no il discorso perde di senso. 

A meno che non siate creazionisti, si calcola che dal Big Bang siano passati poco meno di 14 miliardi di anni. Su quando l’universo morirà ci sono ovviamente solo teorie e congetture; immaginando la morte termica (che è una delle teorie accreditate) potrebbe succedere questo (prendo dalla Wikipedia, scusate):

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Ora. Converrete con me che possiamo fare a meno di aspettare che tutta la materia venga inglobata in buchi neri; ci basta attendere che le stelle siano tutte spente per dichiararci morti, siete d’accordo? Accadrà  fra 1.000.000.000.000.000 anni, un milione di miliardi di anni. Lasciamo stare la validità di teorie e di anni, non è per questo che scrivo il presente articolo. Tanto prima di queste date lontane il sole scoppierà (fra 5 miliardi di anni), e assai prima la vita sul nostro pianeta sarà estinta per l’effetto serra (4 miliardi), ma non ce ne frega nulla perché la Luna cadrà sulla Terra, un asteroide ci colpirà, bla blà, bla blà. Per farla corta teniamoci i 5 miliardi di anni.

Quindi: 14 miliardi alle spalle (dal Big Bang) e 5 Miliardi davanti (esplosione Sole). Lì in mezzo i nostri 200.000 anni di storia di scimmie evolute, una parentesina, una battito di ciglia.

Riassumendo: siamo il battito di ciglia di un buchetto sperduto dell’Universo.

Di questi battiti di ciglia ce ne saranno stati, ce ne saranno ora, ce ne saranno in futuro, anche altri. Batteri, forme di vegetazione, forse anche esseri intelligenti, parentesi casuali qua e là nello spazio e nel tempo. Che nascono e che muoiono. Succederà anche alla specie umana. Certamente scapperemo dalla Terra prima dei disastri, colonizzeremo altri pianeti, saremo gli autori della nostra fantascientifica evoluzione. Ma se anche riuscissimo a superare ogni cosmica avversità, saltando di stella in stella, trasformando i nostri corpi e le nostre menti, prima o poi finiremo vaporizzati in una Supernova o spiaccicati dentro un buco nero. Assolutamente tutto ciò che abbiamo creato, costruito, pensato, per quanto straordinario e grande, finirà con noi.

Bene, riaprite metaforicamente gli occhi; tornate nella vostra stanza, nella vostra casa, nella vostra città e smettete di leggere Hic Rhodus. Riprendete le vostre attività usuali.