Ma le gambe, a me piacciono di più

Qual è il senso di Miss Italia* (e dei concorsi di bellezza in generale)? Non mettetevi a ridere se riformulo la domanda così: qual è il messaggio? Perché qualunque cosa ha un senso, anche quelle insensate, e qualunque messaggio comunica, anche se lì per lì non capiamo cosa, e l’agire umano ha una logica, anche se spesso è proprio difficile trovarne il bandolo.

Qual è il messaggio di una partita di calcio? Azione, competizione, sfida, identità, campanile, clan, alea…

Qual è il messaggio di una danza? Divertimento, seduzione, ritmo, relazione, estraniazione…

Qual è il messaggio di San Remo? Relax, famiglia, tradizione…

Avete capito cosa intendo. Ora proviamoci: qual è il messaggio di Miss Italia? La competizione? Onestamente non mi sembra l’elemento essenziale anche se sì, quello è il contesto giustificativo (si deve pur proclamare la più bella) e immagino i napoletani tifare per la bella napoletana e i torinesi per la bella torinese. Ma se avete bisogno di 133155765-c0d4b151-0be4-4e88-8eda-5db9e0aea439competizione per riscaldarvi e far salire l’adrenalina non sarà la stracca competizione di seni e sederi a interessarvi. Quindi? La bellezza? Sì, la sfilata di bellezze nostrane può appagare l’occhio dell’anzian* che rivede paternamente l’antica gioventù, perché onestamente, nel nuovo millennio, di bellezze in costume da bagno o, volendo, senza costume, se ne trovano a sacchi. Allora, quale diamine di significato ha Miss Italia per voi, per me?

Ma la domanda che bisogna farsi è: qual è il significato per loro, per le Miss? Boh… Quando il concorso è nato, e per non pochi decenni, era una passerella mica male per le povere ma belle che cercavano un qualunque ascensore sociale. Un desiderio rappresentato in maniera splendida e tragica da Visconti nel memorabile Bellissima (1951) con Anna Magnani. E per qualcuna (pochissime) fu un vero trampolino: Eloisa Cianni, Silvana Pampanini, Mangano, Lollobrigida, Loren, Bosé, poi Simona Ventura, Anna Falchi, Martina Colombari… tutte passate per Miss Italia. Vi ricordate i nomi delle ultime? Io no.

In un’epoca di perbenismo bigotto e piccolo borghese, le bellezze di cui si declamavano le misure seno-vita-fianchi (abolite nel 1990), ipoteticamente illibate (Mirca Viola, nel 1987, fu squalificata perché sposata), anche pruriginosamente minorenni (ora vietato) avevano un senso. Diamine, in costume da bagno!

zdfdftff029Declassato dalla RAI alla 7, ridotto a una sola serata, le miss ormai diventano più famose per poche patetiche gaffe, forse neppure troppo autentiche, e per qualche comparsata in tv o in una pubblicità… E il concorso resiste come può all’inevitabile declino della televisione nazional popolare (come la chiamò giustamente Pippo Baudo) che interessa a una generazione stagionata che certamente usa poco Internet, si interessa così così del mondo e rimpiange il tempo che fu.

Quando noi vediamo / una ragazza passeggiar, / cosa facciam? / Noi la seguiam / e, con occhio scaltro, / poi cerchiam d’indovinar / quello che c’è / da capo a piè.

Saran belli gli occhi neri, / saran belli gli occhi blu, / ma le gambe, ma le gambe / a me piacciono di più.

Saran belli gli occhi azzurri / e il nasino un pò all’insù, / ma le gambe, ma le gambe / sono belle ancor di più. (Trio Lescano, Ma le gambe, 1938).

miss_italia_2011Voglio dire: questo pezzo di Novecento, di Italia del boom prima e del qualunquismo dopo, di spettacolo a metà fra l’avanspettacolo un po’ sguaiato del dopoguerra e il voyeurismo ingenuo pre-Youporn, ecco, devo dire che mi fa quasi tenerezza.

In un modo senza orizzonti, post industriale, post culturale, post globale, la sfilata delle cosce mi sembra quasi rassicurante; come la caffettiera napoletana, i dischi di vinile, la zuppa inglese della nonna e la villeggiatura a Riccione.

* Per chi, come me, non segue queste cose: la serata finale si è tenuta il 17 settembre, trasmessa in diretta su la7.

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