Chi ce la fa la sintesi?

Sera. Guardo un film con mia moglie. Ogni tanto a lei sfugge una battuta detta a bassa voce da un attore e subito si agita: “Cos’ha detto, cos’ha detto? Torna indietro!”. Regolarmente io – che sono insofferente – le replico “Ma cosa ti importa? Segui il flusso della trama!”.

Ogni tanto succede anche un’altra cosa: un attore compie un gesto, dice una parola, lancia uno sguardo che io lascio correre e mia moglie esclama “Ah, vedi? Sta succedendo così e cosà”; io mi illumino e le replico “Accidenti, giusto, non l’avevo capito!”.

Dialettica coniugale…

d189319f00d373fce2f2e2cce3cf6f33Il senso è però questo: io ho una mente sintetica, mia moglie analitica. Io colgo, generalmente con facilità, il senso generale, il quadro complessivo, la logica sistemica e le sue relazioni con altri sistemi e sottosistemi; mia moglie comprende i meccanismi intrinseci che – quella logica d’insieme – fanno funzionare. Mia moglie è un’ottima programmatrice, una brava fotografa e un’arredatrice originale, perché coglie e i dettagli e li sa organizzare. Io sono un valutatore di programmi, per la quale cosa devo avere una visione d’insieme.

Quanto sia utile il mio pensiero sintetico nella professione che svolgo l’ho scritto altrove; quanto sia necessario per il lavoro politico lo discuto qui.

Cosa deve fare il politico, o il dirigente di una struttura di programmazione? Deve avere una visione d’insieme su quali siano, in generale, i problemi cui mettere mano e sulle soluzioni ottimali, possibilmente in sinergia con altri sistemi. La persona con questo genere di visione non sempre è in grado di percepire con sufficiente accuratezza le implicazioni concrete, operative, del suo disegno, e per questo deve avere, al fianco, collaboratori con mentalità analitica, capaci di tracciare la strada più efficace per arrivare al successo. Non è una questione di gerarchie e primazie, gli uni sono necessari agli altri. Se primazia c’è – e c’è – è in una questione collaterale ma determinante, ovvero l’affermazione della leadership, il carisma capace di mettere in moto energie sociali. La visione appartiene alla mentalità sintetica. Se una mente sintetica ha anche una buona dialettica verbale, se compare sulla scena al momento giusto, la persona sintetica sa affascinare, riesce a trasmettere la sua sintesi come una proposta valida, interessante, forse affascinante. Ma: 1) qualche volta la mente sintetica si sbaglia; 2) spesso la mente sintetica è superba e non sa circondarsi da preziosi collaboratori analitici. Il risultato é spesso avvertito con grave ritardo nell’opinione pubblica, e comunque da questa assai prima che dal protagonista. D’Alema, Bertinotti, Renzi sono esempi di mentalità sintetiche, capaci di visioni, di strategie e anche di seduzione, che hanno clamorosamente fallito nella fondamentale trasformazione della loro visione in prassi vincente. Berlusconi, viceversa, aveva diversi collaboratori analitici che l’hanno saputo aiutare, più o meno, e solo quel tanto che il Personaggio ha permesso loro.

download.jpegNaturalmente la mentalità sintetica può essere una piccola, mediocre mentalità sintetica, capace solo di piccole visioni e piccole sintesi, quelle adatte a gestire un piccolo commercio di successo, di allenare una squadra di dilettanti o di pianificare una piacevole vacanza, ma non di guidare una forza politica o un Paese; e qui non farò nomi perché vi saranno venuti in mente gli stessi miei.

Il succo è comunque questo; il panorama degli antagonisti all’attuale governo grigio-nero non è confortante; Renzi è sintetico ma, a mio modesto avviso, non più proponibile; si è bruciato l’investitura di leader, l’ha sprecata, e ha non poche responsabilità nell’attuale condizione italiana. Tutti gli altri innumerevoli candidati alla segreteria PD o hanno visioni sintetiche estremamente ridotte o sono degli analitici, anche bravi ma senza visione sufficiente a far di loro dei leader carismatici. Lasciamo perdere quella frana disastrata che c’è a sinistra del PD; a destra i radicali viaggiano come sempre in un universo parallelo; i cattolici democratici sono evaporati; i liberali scomparsi nel pleistocene berlusconiano.

Senza leader carismatici, capaci di una visione sintetica, capaci di indicare un orizzonte perseguibile, capaci di far credere ai numerosi orfani della democrazia una strada percorribile, il Truce e il suo fedele seguito di casaleggini imprigionati potranno continuare a far strame dell’Italia.