di Claudio Bezzi10/12/201806:30

Cosa, dopo il populismo?

In forme differenti il populismo ha invaso il mondo occidentale. Perché? Cos’ha causato quest’onda minacciosa e, soprattutto: cosa accadrà dopo? Claudio Bezzi prova a dare una sua risposta in questo video-post.

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Nemo 72 123stella on 11/12/2018 at 10:13
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Posso tentare di immaginare scenari a caso.

Se presumo che è il mercato che governa realmente il mondo e lo penso perché vedo come viene protetto e come viene alimentato a discapito delle persone (punto di vista personale e opinabile).
Allora immagino un mercato che si sente minacciato dalla deriva populista. Ora. Per il mercato anche la guerra è fonte di vita. Molte industrie si espandono grazie a questa attività e danno vita a scambi di valuta. Il mercato appunto.
E allora posso immaginare il mercato come entità a sè stante che riflette e pensa… qui siamo in troppi. Le masse sono poco disciplinate e ignoranti. Cosa può esserci di meglio di una bella sfoltita. Se oltretutto grazie a questa sfoltita si abbassa il numero dei facinorosi e si fa girare una parte di me (del mercato) allora ben venga anche la guerra.

D’altro canto per come lo conosciamo il mercato non deve essere etico. Deve generare profitto. Siamo noi umani ad avere l’etica come valore.
Il mercato può anche non essere etico. Per cui può fare scelte drastiche sul piano umano per poter sopravvivere.
Le crisi economiche passate ci insegnano questo. Del mercato.

Se nel 2008 l’economia è saltata, a pagare questa realtà sono stati alcuni. Altri ne hanno giovato. Prima che saltasse … e anche dopo. Non é che i soldi sono tutti scomparsi…
Le colpe. O le spese le hanno pagate alcuni. Altri… no. Altri ci hanno fatto utili. Utili per il mercato.

Quale etica si apprende da tutto ciò?

Quindi.
Posso immaginare che ad oggi il populismo sia un movimento utile al mercato che sente l’esigenza di maggiori spazi. E più dinamicità. Il populismo adora il conflitto mille volte più della saggezza.
Le ricostruzioni dopo le guerre sono uno scenario molto allettante.
Meno persone. Molto più shoccate. Piu deboli. Più affamate di cose belle.

Dopo una ecatombe umanitaria il mercato riparte sempre in crescita. E anche durante ‘ecatombe umanitaria il mercato non soffre più di tanto.

Soffriamo sempre noi.

Ma siamo stati noi a dare al mercato la libertà. E una personalità talmente forte e evidente che oggi lo temiamo e ne parliamo quasi fosse una persona. Una entità vitale.
Il mercato “soffre” e noi lo curiamo.
Noi soffriamo… e chissenefrega.

Dopo il populismo… chissà.

Chiediamolo al mercato.
Tanto ha le redini in mano da molto più tempo di noi… anche se siamo saggi o pensatori, folli o solo sdraiati a fare nulla di che. La risposta più reale nelle sue future possibilità pare ce l’abbia lui.

Forse.
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Nemo 72 123stella on 11/12/2018 at 12:11
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D’altra parte non credo sia chi sta dentro alle regole del gioco e riflette solo su di esse che può trovare alternative.
Di solito lo fa chi si allontana dalle regole se non altro come esercizio di igiene mentale.

Noi riflettiamo e facciamo supposizioni dentro ad un sistema politico economico sociale. Questi sistemi sono nostre invenzioni e le regole le inventiamo o scopriamo noi. Dopo un Po di tempo si finisce per girare attorno alle cose senza capire che usiamo sempre le stesse regole. Anche quando le cose che accadono ci dicono che il sistema sta crollando.
E.. se le regole non funzionassero?

La poca funzionalità delle regole genera il caos e la ridondanza. Il pensiero circolare. La non creatività. Il “non posso non vedo non immagino ” alternative.

Distaccarsi non è necessariamente generare caos o violenza. Il caos e la violenza sono piuttosto generate da un pensiero che ruota attorno a sé stesso sterile e incapace di dare soluzioni nuove a problemi di breve o lungo termine. Da qui le soluzioni tampone a tempo determinato e alla “speriamo in bene” o il senso di inadeguatezza o di impotenza odierno. I tentativi di incolpare o di far pagare pegno visti come soluzioni. ..

Più che resistenza preferirei sentire parlare di ricerca uscendo da quei paradigmi politici economici e sociali che è la storia moderna a dire che non funzionano . La realtà che parla di crisi senza apparente visione di come uscirne.

Oppure. Rimanere dentro allo schema circolare e attendere che io caos faccia il suo lavoro. Anche questa è una opportunità piuttosto realistica.

Forse.

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