Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Mi sono trovato a provare a mettermi nei panni di chi vota Salvini. Sono tanti e, nella mia personale esperienza anche parecchio trasversali, certo più vecchi che giovani, più “proletari” che upper class, ma trasversali (anche visti i numeri assoluti).
Credo che, parafrasando una pubblicità televisiva, a Salvini piaccia vincere facile.
In questo momento storico non contano tanto gli atti, conta il sentiment e trovo che lui sia, sempre parafrasando, lo spirito dell’Italia a cavallo. Se modifica il numero degli irregolari a proprio uso e consumo non conta, se non mantiene la promessa dei rimpatri non conta, se chiude i porti ma sbarchi e morti (meno ma non solo per merito suo) continuano non importa. Importa che lui interpreti lo spirito degli Italiani e lo faccia parlando spesso il loro linguaggio.
É difficile per chi pesa il beneficio netto che, nonostante tutto, la nostra immigrazione di bassa qualità (rispetto ad altri paesi) ci porta, assieme con la questione e il costo degli irregolari, con la tragedia di vite soffocate dall’acqua di mare, con le prigioni libiche disumane, con la necessità sociali e economiche di non essere autolesionisti per esercitare umana pietà, con il maledetto regolamento di Dublino… é difficile dicevo, per costoro (noi), elaborare un linguaggio che colpisca subito il punto e le pance delle persone.
Sì: abolizione del regolamento di Dublino e redistribuzione delle persone, vie preferenziali di accesso regolamentate, valutazione delle richieste di asilo da parte di agenzie ONU sui territori di transito e/o partenza, accordi con i paesi di emigrazione per i rimpatri; tutte cose difficili da mettere in atto, ancor più senza Europa. In mancanza cronica di quest’ultima e dei danni di cui possiamo ringraziare Francia (deposizione di Gheddafi) e gruppo di Visegrad (opposizione alla qualunque redistribuzione), almeno lui esprime una tensione che risponde alle paure dei nostri concittadini, avendole per altro alimentate.
Cito: “vedo troppe faccine nere in giro” da medico di elevata cultura classica; “si ven a fe qua, chi stega a ca sù” da vicina di casa settantenne; “io non vedo l’ora che un altro venga giù da Predappio!” da collega laureato dopo che una famiglia magrebina non gli concesso il passo, dovuto per regolamento, in un ambulatorio, segue approvazione generale; “dobbiamo pagare le spese sanitarie di mogli, madri che non lavorano e che vengono qua seguendo il marito che magari poi perde pure il lavoro” da mia moglie (che non conosce le regole per i ricongiungimenti che io ho letto ma sono ovviamente opinabili se si ragiona in termini di vantaggi economici netti)
Mi accorgo di un fastidio generale cui non riesco ad opporre un minimo ardore intellettuale, sarà che é un periodo che sono stanco, anche un po’ di me stesso, sarà che non voglio rischiare lo scontro che nel mio lavoro non mi conviene.
Infine:
Berlusconi: “Io sono come voi e parlo come voi e voi potreste essere di successo come me. Insieme noi cambieremo l’Italia affinché questo possa succedere”.
Renzi: “io sono come voi ma non ho il fardello di tutti quei soldi fatti come non si sa. Sono un po’ meglio di voi in verità ma insieme noi cambieremo l’Italia come lui sopra non é riuscito a fare”.
Grillo: “Io sono come voi e, come voi, non sono stato sporcato dalla politica. Insieme noi cambieremo l’Italia quando tutti quelli che si credono migliori di voi, quei fanfaroni tutti uguali, non ci sono riusciti”.
Salvini: “Io sono come voi. E non mi vergogno di dire le cose che tutti voi dite e pensate, perché le penso anch’io. Sono l’unico che non vi prende in giro quando dico che sono come voi e che insieme noi cambieremo l’Italia e l’Europa pure”.