Il leader nello spazio-tempo 2.0

Salvini il Capitano, leader mangia-grillini, sempre in giro per social media indossando le divise e le felpe più diverse, sparando slogan violenti o sciocchi non importa, purché ci fossero. Quell’uomo, non dimentichiamolo, ha fatto una cosa mai vista – a mia memoria: ha fatto lievitare il suo partito dal 4 e spicci % del 2013 (anno della sua elezione a segretario della Lega) al 17 delle politiche 2018 (che è già un successone) al 34 delle Europee 2019 fino al 39 ipotetico del sondaggio del Sole 24 Ore prima del Papeete. 35 punti percentuali in più in circa cinque anni, maturati in gran parte durante i 14 mesi di governo. Ora la Lega è in calo ma attenzione a non illudersi; secondo gli ultimi sondaggi disponibili (rilevazioni del 4 e 5 set) la Lega sarebbe fra il 30 e il 34%; assai meno ma ancora molto forte.

Ciò di cui vorrei parlare però non è la Lega ma la fluttuazione rapidissima del consenso (si potrebbe fare un discorso simile per il M5S) nel presente periodo dominato dai social media. E di dove vanno le idee delle persone che adorano Salvini e le sue violente idee, per poi decidere che no, ora non lo amano più.

In un certo senso sarebbe come dire che oggi siamo tutti fanatici vegani ma ad ottobre, stufi, ci mettiamo tutti a mangiar carne. 

Ricordo decenni fa quando la grande rigidità delle opinioni politiche (si nasceva e moriva comunisti, o democristiani, e le variazioni degli schieramenti non erano tali da stravolgere il quadro generale) era imputata a una sorta di immaturità italiana, civiltà ancora contadina, familista, patriarcale dove si aderiva a delle chiese, più che a dei partiti. Ora, al contrario, basta una serie di Tweet azzeccati, possibilmente volgari ed eccessivi, per avere successo, e chi non crede a ciò vada a fare una piccola analisi dei Canali YouTube o dei profili Twitter e Instagram di successo, per capire quali argomenti (?) vadano per la maggiore.

Nei giorni passati, quando dichiaravo la mia previsione verso un ritorno di Salvini, dopo il prevedibile (così penso) disastro di questo governo, non ho tenuto in sufficiente considerazione questo elemento: oggi non si fa più politica nel senso proprio, classico; si fa al massimo propaganda e forse qualcosa di ancora inferiore: si fa fracasso, ecco. A me pare che oggi chi indovina il tipo di fracasso giusto, aiutato da abili consiglieri, con sufficiente faccia di tolla, toccando le (facili da capire) giuste corde popolari, sia osannato e seguito finché strilla e non opera. Chi fa, qualunque cosa faccia, è biasimato, e il biasimo si trasforma in ondate negative sul social media, in azioni coordinate di spubblicamento, di aggressione, fino al vilipendio e alla costruzione di falsi, che come le palle di neve ingigantiscono man mano che rotolano a valle. Guardate Renzi, dal 40% delle “sue” Europee, neo leader del PD, al tracollo man mano che provava a fare delle cose fino alla tragedia del referendum costituzionale. I 5 Stelle hanno raggiunto, alle politiche, traguardi eccezionali in pochi anni, e poi hanno iniziato un rapido declino come hanno messo piede nel governo (proprio subito, dai primi sondaggi successivi). Qualcosa di analogo, anche se più contorto, è successo a Salvini, che come Icaro ha sfiorato il Sole finché ha parlato, straparlato, dichiarato, minacciato e insultato, e ha iniziato la discesa col suo “fare”, consistito nella prima azione di politica di palazzo che ha provato disastrosamente a orchestrare creando una crisi che non ha saputo gestire. Se il popolo leghista esistesse veramente, in quanto a condivisione di valori e programmi, certo si sarebbe appannata la sua immagine, ma il convincimento “ideale” e politico sarebbe sopravvissuto abbastanza integro senza perdere ben 5-10 punti in due settimane (secondo i sondaggi).

Oggi non è leader chi ha idee, chi ha visioni, chi propone programmi credibili, ma semplicemente che sa urlare gli slogan più gradassi, chi fa più spettacolo, chi dice la migliore arguzia; e questo è un disastro per la nostra democrazia, ovviamente, che non possiamo che aspettarci si ripeta.

Quindi dovrò fare una piccola modifica alle mie infauste previsioni per il futuro prossimo: non sarà necessariamente Salvini il leader che approfitterà di ogni passo falso del governo Conte bis (anche se io credo di sì), ma un leader populista, fascistoide, gradasso, violento, capace di semplificare e falsificare la realtà a beneficio di un popolo di elettori-spettatori, educati dal televoto, in attesa di una narrazione gratificante indipendentemente dalla capacità critica e di lettura della realtà.