La crescita in Italia di una cultura che con grande imprecisione chiamiamo ‘fascista’ è indubitabile. In realtà si tratta di sentimenti, opinioni e comportamenti (che già son cose molto diverse) che spaziano dal negazionismo, al massimalismo politico, all’antisemitismo, razzismo, fanatismo sportivo, sovranismo, suprematismo e altro, con piccola criminalità al seguito. Molti fenomeni hanno contribuito: dal famoso “sdoganamento” che Berlusconi fece di Fini (1993), all’insoddisfazione per un’Unione Europea giudicata distante e punitiva (ma in realtà mai ben compresa perché nessuno ha investito energie per spiegarla), al nefando liberismo vittorioso dopo la caduta del Muro (che nessuno sa realmente cosa sia, ma è cattivo e colpevole) per arrivare a una politica che ha cambiato forma e oggetto scivolando – come più volte già narrato su questo blog – nel populismo post-ideologico, nel leaderismo, nell’ipersemplificazione comprensibile a una popolazione sempre più incolta e spaventata dalla complessità.
Ma lasciamo perdere l’analisi storiografica, la ricerca delle cause se non delle colpe. E sorvoliamo sul carattere populista che caratterizza il ceppo italico. Dobbiamo constatare che sul piano della comunicazione – visto il contesto sommariamente descritto – l’insieme di derive, coerenti, che genericamente chiamiamo “fascismo”, ha un suo fascino. Il lato oscuro della forza, la bella morte, l’avanguardismo de noantri, la virilità sostenuta da buone sniffate, la sopraffazione del debole… dio, che bella la sopraffazione del debole, perché se è debole è colpa sua, colpa sua se è un vile, inetto, una pecora bisognosa di un padrone, un comunista del cazzo, buonisti di merda anti-italiani, negri razza inferiore, romanisti ai forni, scansati che passo io, cazzo guardi? Mussolini tradito, le donne tutte puttane, gli insegnanti facciano il loro dovere e zitti, i poteri forti, Europa delle lobby… Soros… liberismo… ITALIANI!
Per i quattro cani che hanno ancora a cuore le sorti del nostro Paese, non comprendere come il Terzo Millennio richieda una nuova politica è esiziale. La sinistra (boh? radicale? post-comunista?) non ha capito assolutamente nulla se intende leggere il presente con categorie già morte alla fine del secolo scorso (in Umbria 3 partiti “comunisti”, in due distinte liste, non sono arrivati al 2%; patetico e anacronistico il loro appello pre-elettorale). E il PD zingarettiano ha definitivamente e – a mio avviso – irreversibilmente imboccata la strada dell’irrilevanza sposando la causa dei 5 Stelle, non riconoscendo che il populismo è prodromico del fascismo, e che le conseguenze pratiche del populismo grillino è il massimalismo, il giustizialismo, l’antiscientismo e la sottile eversione di chi fa la fronda al sistema, alla casta, al potere… Alla faccia del primato marxiano dell’analisi storicista (Marx chi?).
I quattro cani, oggi, sanno di essere soli. A sinistra (e centro sinistra, con o senza trattino) non c’è assolutamente nulla a parte morti viventi facilmente confinabili nel perpetuo onanismo che caratterizza gli ultimi 30 anni di storia italiana. Verso il buco nero del centro, forze microscopiche fanno un egregio servizio di testimonianza e poco più. Poi c’è Renzi, sì, che si è aggiustato in quel dipresso e vedremo, preferisco non pronunciarmi ora. In ogni caso Renzi è Renzi. Non è un’idea, né un progetto, né una linea politica, né una rappresentanza di interessi di classe… È Renzi. va preso per intero con atteggiamento fideistico verso il carisma del Carissimo Lìder…
Poiché i lettori più fedeli, a questi miei sfoghi, rispondono sovente con un “Sì, va bene, e allora cosa dobbiamo fare?”, propongo quanto segue:
- Avere coraggio e mettere la faccia. I tempi sono oscuri. Tutte le strade sono aperte, quelle di un lento e faticoso riscatto come quelle del tragico precipitare verso i tempi più cupi. Abbiamo coraggio! Non temiamo ma al contrario osiamo! Nomi e cognomi, meno gattini e più testimonianze di un vivere civico consapevole, aperto, inclusivo, tollerante, europeista, laico, non ideologico, razionalista. Tacere ora vuol dire lasciare spazio ai peggiori umori, mai sopiti, di questo infelice popolo.
- Siate intolleranti! Colpo su colpo, verità su ogni bufala, argomentazione contro ogni ipersemplificazione, ragione contro le ideologie… Non ha importanza se la ragione è faticosa e appannaggio dei quattro cani menzionati. Se non ribadiamo, sempre e sempre, la forza degli argomenti, della ragione, della razionalità, la melma umorale, malpancista, disinformata, credula, ci sommergerà in un istante. Ricordare sempre che ignoranti e stupidi sono intrinsecamente eversori.
- Non omologarsi! Questo è fondamentale. Non omologarsi vuole dire evitare con tutte le forze di pensare con pensieri altrui. Impariamo a costruire i nostri pensieri. Le ideologie, in questo senso, sono da considerare le nemiche principali: lasciamo alla destra il populismo fascistoide e i fascismo esplicito, e noi – loro avversari – evitiamo di interpretare la realtà con categorie dell’Otto e Novecento (e mi rivolgo, ovviamente, a comunisti e post-comunisti). È difficilissimo. Ma indispensabile. Pensare il mondo, interpretarlo e agirlo con categorie sorpassate non fa altro che allontanare settori popolari facendo scegliere l’ideologia migliore e più attuale: quella della destra più becera.
