Sull’onda delle sardine abbiamo fatto anche a Perugia la nostra bella manifestazione. “Abbiamo”, sì, perché c’ero anch’io, come fotografo assolutamente non ufficiale, in barba ai “ma questi chi li sobilla?”, “ma io sono di sinistra, loro cosa sono?”, “loro sono ‘contro’ Salvini e a me non piace essere contro nessuno…” e via celiando, con un eccesso di cautele, razionalizzazioni, dubbi e gigantesche masturbazioni come solo “a sinistra” (??) sanno fare.
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Bella manifestazione, riuscita, gioiosa, pacifica. E va bene, a un certo punto si è cantato Bella Ciao che – vorrei dirlo – ha ampiamente sostituito Imagine o Blowin’ in the wind nelle manifestazioni, pazienza; pazienza che ci fossero i vecchi arnesi di una sinistra che dal ’68 (incluso) in poi ha attraversato dieci stagioni politiche; pazienza che si fosse in molti, sì, ma non moltissimi (1.000 per la Questura, 6-7.000 per gli organizzatori, e io direi che ci avviciniamo più al primo numero che al secondo).
Pazienza tutto. Perché c’erano tanti giovani, perché nessuno ha cercato di mettere il cappello con una sigla, o una bandiera, perché sono arrivati da ogni angolo dell’Umbria, perché c’era un clima di gioia e slogan di tolleranza.


Durerà poco. Sarà effimero. Già stanno arrivando i grassi tonni e i furbi pescigatto, emergeranno appetiti e convenienze… Ma questa boccata d’ossigeno ci dice che esiste ancora un popolo che vuole resistere, che vuole partecipare, che vuole combattere.
Non date retta ai cinici che dicono il contrario.

