Natale

Breve storia: antichissimo rito invernale che celebrava il solstizio d’inverno e quindi il lento progredire verso la prossima luce primaverile. Ottima metafora acchiappata dal cristianesimo che alla rinascita del Sole sovrappose la luce del Cristo. È durata poco meno di due millenni, perché poi la Coca Cola soppiantò l’Uomo sulla croce col suo omone vestito di rosso che borbottava oh-oh-oh tirando una slitta volante. Il Natale consumistico nacque in quel sacco pieno di doni portato da un obeso che premiava i bambini ricchi, ché per quelli poveri rimaneva la Befana a portare una sciocchezzuola qualunque e forse neppure. Però il ciccione, famelico, ha divorato se stesso. Ditemi voi come fa, oggi, un povero genitore a regalare qualcosa a un bimbo che ha già tutto, ma davvero tutto? Per non dire alla moglie o alla suocera. E poi, avete notato che si fatica a trovare un banale panettone classico al supermercato? Che c’è senza canditi, o con la glassa, la crema doppia farcitura senza glutine, la ricetta approvata da Iginio Massari per celiaci, quella extra soffice con gocce di cioccolato da fave boliviane imbevute nel rhum venezuelano, ma uno stupido, normale, classico panettone con canditi e uvetta ormai non esiste più. Però siamo tutti più buoni.

Auguri ai nostri lettori.