No a “una donna” al Quirinale

Incominciano a moltiplicarsi gli appelli per “una donna” al Quirinale; l’ultimo da un gruppo di donne intellettuali, artiste e opinioniste (QUI). Come sottolinea Castellina, bisognerebbe comunque partire da un nome, e lei propone quello, ottimo, di Rosy Bindi. Io sono contrarissimo a “una donna” al Quirinale, e non capisco perché non venga capita questa cosa da queste donne che scrivono questi appelli (forse non lo capisco perché sono “un uomo”, vabbé…). Il punto chiave, ovvio, fondamentale, è la competenza di chi viene candidato e poi eletto. O eletta. Il suo equilibrio, sua capacità di ascolto e mediazione, pregressa competenza politica e amministrativa e via discorrendo; un percorso logico è individuare una piccola rosa di nomi con tali caratteristiche, dopodiché evviva se la scelta cadrà su una donna. Ma dire, genericamente, “una donna”, significa qualcosa di troppo simile a “purché sia femmina, anche se scema”. E con questa scusa, attenzione, quei furbacchioni dei Grandi Elettori potrebbero davvero eleggere una donna qualunque per trarsi d’impaccio, non riuscendo a eleggere nessun altro; una donna qualsiasi, semmai disponibile a strizzare l’occhio a qualcuno…

Quelle stesse firmatarie dell’appello per “una donna”, ci scommetterei, si dividerebbero domani per correnti politiche e fazioni, ciascuno con la propria donna candidata in contrapposizione alle altre. Allora, mettiamo ordine: di donne con le giuste caratteristiche, in Italia, ce ne sono tre o quattro, forse solo due o tre (idem per i candidati uomini). Un appello intelligente farebbe quindi, subito, un nome e un cognome. Poiché le mie personalissime preferenze (Emma Bonino) hanno pochissime possibilità di affermarsi, sarei prontissimo a mobilitarmi, qui, su questo blog, per un nome alto, non divisivo, sul quale scommettere per un settennato se non mirabile almeno accettabile. Donne che firmate appelli, segretari piuttosto inutili di partiti indecisi, opinionisti sempre sull’orlo di una crisi di nervi, perché non ci pensate su due minuti e convergete su un nome, uno solo, di politica da candidare? Io ci sto. Deve essere Rosy Bindi? Non sarebbe stata la mia prima scelta ma non mi metterò a cavillare e farò campagna pro-Bindi. Deve essere Cartabia? Oddio, non sarebbe stata nemmeno la mia seconda scelta ma, se serve per far convergere i moderati cattolici allora bene, non protesto, scriverò a favore di Cartabia. Volete Casellati? Ecco, no. C’è un limite.