Abbecedario

di Claudio Bezzi29/10/202209:34

Giorgia

[Il lo la i gli le] President* [del della dello] ConsigliƏ.

E chiudiamola qui.

8Comments

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1

giovanni on 30/10/2022 at 08:18
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Spero che stia sentendo i miei applausi…
- 2
  
  Claudio Bezzi on 30/10/2022 at 08:46
  Rispondi
  
  🙂
3

Rossana on 30/10/2022 at 09:30
Rispondi

Bhe, però che la prima donna presidente del consiglio in italia scelga di farsi chiamare IL presidente, un qualche significato ce l’ ha. O voi sinceramente pensate di no?
- 4
  
  Ezio on 03/11/2022 at 11:22
  Rispondi
  
  Credo che il post non entri tanto nel merito della scelta (e pare del cambio d’idea) del/della President* [del della dello] ConsigliƏ, ma piuttosto si incentri sul can can che tutti ci fanno sopra.
  - 5
    
    Monica on 04/11/2022 at 08:14
    
    Questa questione è una delle poche in cui mi trovo molto distante dalle sue opinioni.
    
    Meloni ha sbagliato. Ha assunto una posizione conservatrice, retrograda ed errata grammaticalmente.
    Il can can è quello solito, nulla di più e nulla di meno, a mio avviso.
    
    Il vedente / la vedente
    Il presidente / la presidente
    La focosa amante / il focoso amante
    
    È un participio presente e quando assume funzione di nome resta invariato, cambia la concordanza di aggettivi e di articoli.
    
    SÌ La presidente è incinta
    NO Il presidente è incinta e NO il presidente è incinto
    
    Molte persone storpiano a casaccio i nomi al femminile, solo per mostrare obbrobri linguistici.
    
    Per trovare la corretta forma al femminile di una professione, oggi possiamo anche consultare il dizionario della Treccani.
    
    Se posso essere impiegata, posso essere anche avvocata. Se posso essere maestra, allora posso essere anche ministra.
    
    Il fatto che le professioni di maggiore prestigio si siano aperte alle donne solo in tempi recenti non implica che si debba bloccare il conseguente adeguamento linguistico.
    Le regole della grammatica che si applicano sono sempre le stesse, la grammatica in fondo non è sessista, né conservatrice.
    
    https://www.treccani.it/vocabolario/avvocata
    Ad esempio Avvocata / Avvocato
    avvocata in Vocabolario – Treccani
    avvocata s. f. [femm. di avvocato]. – 1. Nel linguaggio teologico, protettrice, interceditrice, attributo della Madonna o di sante. 2. Sinon. non com. di avvocatessa.
6

Franco Bontadini on 30/10/2022 at 10:30
Rispondi

Concordo, non mi pare questione che meriti più spazio.

Giorgia si presenta con l’obbligo di essere “contro”, nel più classico cambiare tutto (l’articolo, il tetto del contante, le mascherine, la tassa sulla plastica, …), perché nulla cambi (le diseguaglianze, lo sfruttamento degli immigrati, le tasse pagate solo dai dipendenti, l’economia criminale nelle sue tante declinazioni, …).
Fumo negli occhi, così non possiamo vedere l’abisso verso cui ci dirigiamo.
Come al solito (dall’imperatore Costantino a Mussolini), più si procede ciecamente verso il disastro, più gravi saranno le conseguenze per tutti.
7

Claudio Antonelli on 31/10/2022 at 22:40
Rispondi

Ma forse questo è un tema che merita, invece, di essere preso sul serio…
Molti si oppongono all’uso della variante femminile di cariche, professioni e mestieri. La maggioranza tende a servirsi del termine solo al maschile: sindaco, notaio, deputato, ministro, assessore, ferroviere; anche quando la logica, ma non ancora l’abitudine, vorrebbe che si dicesse: sindaca, notaia, deputata, ministra, assessora, ferroviera… Tantissimi femminili sono ormai, invece, consacrati dall’uso: scrittrice, pittrice, infermiera, biologa, ambasciatrice… E nessuno vi trova da ridire.
Per giustificare questa resistenza all’adozione dei “femminili professionali” alcuni sostengono che i sostantivi in questione sono “neutri” e che quindi sono da usare per entrambi i sessi. E in realtà in certi contesti questi termini sono usati in maniera impersonale, quindi se vogliamo sono “neutri”. Ma non in tutti i casi.
Alla base di questa non volontà di adottare le varianti femminili vi è, in realtà, la tirannia del “Suona male!” È vero: il femminile di certe professioni produce un suono ostico. Ma solo all’inizio… poi l’orecchio finisce con l’abituarsi ai nuovi suoni. E così oggi abbiamo “ambasciatrice” (ma anni fa un giornale parlò del “marito dell’ambasciatore americano a Roma” riferendosi all’editore Henry Luce, coniuge di Clara, “ambasciatrice”), “elettrice”, “senatrice” (alla Merlin va il merito del neologismo). Lo stesso dicasi di “professoressa”, “poetessa”, “avvocatessa” (ma ad avvocatessa si dovrebbe preferire “avvocata”; dopotutto Maria santissima è “avvocata nostra” e non “avvocatessa nostra”).
Il linguista Aldo Gabrielli: “Scrivere ‘maestra’ e ‘infermiera’, quando si tratta di donne, è una questione di chiarezza, risolta ormai da tempo con l’adozione del femminile per queste due professioni. Il trovare invece scritto in un articolo ‘il marito del sindaco’ lascia confusi sul sesso del sindaco”.
Qui s’impone una chiosa: “il marito del sindaco” poteva ingenerare perplessità. Ma nei tempi andati, oggi non piu’, grazie al matrimonio gay…
8

blunzer on 04/11/2022 at 13:48
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Su questa cosa mi sembra che la sinistra la stia prendendo nel verso sbagliato, perché secondo me è un’ottima cosa. Voglio dire: Meloni, “donna, madre e cristiana”, desidera declinare sé stessa al maschile al punto da farne una formale comunicazione istituzionale. Ottimo! Quindi riconosce che ognuno può decidere autonomamente come desidera essere socializzato (uomo, donna, non binario e così via) e tutti hanno il diritto di dichiarare il genere a cui sentono di appartenere indipendentemente dal proprio sesso assegnato alla nascita. Non è questa una delle battaglie della sinistra? L’attuale presidente del consiglio di destra sta dimostrando con fatti concreti che la sinistra ha ragione e, invece di approfittarne, fanno polemica?

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