Conti grossolani e veloci, solo come suggestione. In 339 gare sono state assegnate 339×3 (oro, argento e bronzo) = 1.017 medaglie (in realtà di più: diversi sport assegnano un doppio bronzo non disputando lo spareggio per il terzo posto; il salto in alto uomini ha assegnato il doppio oro).
Una classifica per area geopolitica sarebbe questa:
- Vecchia Europa (esclusa Russia) = 419
- Asia (incluse Turchia e Israele) = 251
- Nord America (USA + Canada) = 139
- Russia = 71
- Latinos (dal Messico in giù, include Bermuda) = 66
- Oceania = 61
- Africa = 32
Capisce anche un bambino che qualcosa non va; o meglio: questi dati parlano delle disparità socio-economiche nel mondo.

Sempre andando per grossi tagli concettuali, è sufficiente rapportare le medaglie all’effettiva popolazione di quei Paesi.
In un pianeta arrivato a 7 miliardi e 885 milioni di persone, gli europei (russi esclusi) sono circa 610 milioni, ovvero il 7,7% della popolazione mondiale, ma hanno preso il 40% dei premi (se aggiungiamo la Russia questo divario, ovviamente, si amplia di molto); l’Africa, all’altro capo della scala, accoglie il 17% della popolazione mondiale e ha guadagnato il 3% delle medaglie. Anche l’Asia, malgrado le apparenze, non va poi così bene in generale (poi vedremo meglio), perché gli asiatici sono ben il 58% dell’umanità, ma hanno raccolto “solo” il 24% dei riconoscimenti.
L’Asia si presta bene a un approfondimento importante, quello delle disparità socio-economiche entro le macro-aree sopra definite; se escludiamo giganti sportivi (ed economici) come Cina e Giappone, i rimanenti paesi asiatici raccolgono briciole, portandoli a livelli simili all’Africa: si tratta infatti di 3 miliardi e 37 milioni di abitanti che hanno guadagnato 105 medaglie, quindi il 39% della popolazione mondiale che ha raccolto il 10% di medaglie.
Sarebbero interessanti (ma li risparmiamo ai lettori, che hanno tutti i dati – se ne hanno voglia – di procedere da soli) altri approfondimenti entro le varie macro-aree: la Gran Bretagna, per esempio, ha un quinto della popolazione americana (senza Canada) ma la metà delle sue medaglie, mostrandosi come vera potenza olimpica; gli olandesi hanno un quarto della popolazione italiana e più o meno le stesse medaglie; la povera Africa è arrivata a sole 32 medaglie, di cui 10 solo del Kenya. Eccetera.
La conclusione, piuttosto banale, è che le Olimpiadi presentano chiaramente non solo la situazione ineguale, in termini sportivi e quindi socio-economici, delle diverse aree del pianeta, ma anche la loro evoluzione. Il medagliere “di sempre” (lo trovate QUI) vede ancora gli Stati Uniti ampiamente in testa e la Cina, per esempio, solo settima. Direi di aspettare altre 3 o 4 edizioni e di vedere come andrà a finire la gara, che nel secolo scorso vedeva la competizione USA-URSS, laddove l’impero sovietico è stato travolto e la Russia di Putin è in discreto affanno.