Adesso il dibattito si è spostato sul farli parlare o no. I no vax, intendo. Stabilito che sono quattro gatti (si veda il flop della loro manifestazione nelle stazioni di qualche giorno fa), e che il governo, Lega o non Lega, va avanti verso l’estensione del green pass e, implicitamente, dell’obbligo, e mentre molta gente continua a vaccinarsi restringendo sempre più anche l’area degli incerti, qualcuno si chiede in che modo, in che senso (e per quale scopo) si debba cercare di dialogare con le frange più estremiste e perfino violente, manifestamente eversive, del nocciolo duro no vax. Lo psicologo, psichiatra e psicoanalista Lingiardi invita a promuovere il dialogo, un’esortazione piuttosto vuota se non riempita di proposte concrete, e ha buon gioco Serra a controbattere:
L’ultima volta che ci ho provato, dicendo a una persona non vaccinata che morti e ammalati gravi, in tutto il mondo, sono in grande maggioranza non vaccinati, mi ha risposto, impenetrabile: “Sono tutte bugie. Big Pharma si è comperata la scienza e il giornalismo al completo”. Come proseguire la conversazione, con uno che ti dice: tu menti a prescindere, e io non ti credo a prescindere?
Vacci tu, amico Lingiardi, a dialogare con chi non solo pensa che tu sia un prezzolato di Big Pharma, ma è capace di darti un pugno in faccia, esorta a tagliarti la gola, mette il tuo indirizzo in Internet o Telegram e prepara una bomba.
Nel frattempo l’ipocrisia giornalistica fa quello che fa da decenni: in nome del diritto all’informazione esibisce i no vax nei salotti televisivi poi (questo è insopportabile) si giustifica con un sacco di parole senza senso, come ha fatto Myrta Merlino. Questo – l’esibizione del freak dato in pasto ai borghesi scandalizzati – è un trucco vecchio come il cucco, riempie di share, di like e di soldini il padrone del circo mediatico e non assomiglia in niente a un dialogo, non serve per capire e capirsi ma solo ad accentuare le contrapposizioni.
Sono chiarissime alcune questioni: 1) i no vax veri sono paranoici, persone in qualche modo sofferenti, con sensi persecutori e fobici; salvo un trattamento lungo e personale dal prof. Lingiardi o suoi colleghi, non c’è molto da fare; qualunque dialogo, come scrive Serra, è respinto; 2) gli indecisi per ignoranza, per opportunismo, per paura, stanno convincendosi pian piano, anche incalzati dagli obblighi di legge, e di loro non mi preoccuperei; 3) quando la paranoia dei no vax diventa psicosi, eversione, delinquenza, abbiamo già ogni legge repressiva idonea a non far fare loro danni. Le si applichino e basta.
Nel mondo che ci aspetta avremo sempre più problemi di questo genere; il far west 2.0, la possibilità di sostenersi reciprocamente nel web, faciliterà sempre minoranze fanatiche, sette religiose, antagonisti in cerca della bella morte che faranno rumore, scalpore e – se ci riusciranno – anche qualche danno (pensare ai suprematisti trumpiani all’assalto di Capitol Hill). Una società democratica, io credo, li sorveglia garbatamente, da lontano, e interviene prima che qualcuno si faccia male. Non è necessario il dialogo; quale dialogo pensate, seriamente, di potere instaurare con gente che crede che Hillary Clinton si cibi di bambini in basi segrete sotterranee, o che attraverso i vaccini vi inoculino dei microchip attivati col G5? Io non ho nessunissima voglia di perdere tempo a discutere con costoro. Come (pare, forse, non ho controllato) ha scritto Wilde, Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza.
A questo punto il danno vero lo fa chi offre loro una tribuna inaspettata, la possibilità di mostrare – ad altri paranoici – il proprio valore e la validità implicita della loro pseudo-argomentazione, perché accogliere il no vax nel tuo salotto, cara Myrta, vuole dire dargli legittimità, e implicitamente una possibilità di ragione, e se te lo devo spiegare io è meglio che cambi mestiere.
(In copertina un fotogramma di Freaks)