Io e Stefano Machera (l’amico col quale ho scritto Pensare le democrazia nel terzo millennio) ne abbiamo combinata un’altra, e dopo lunghi piagnistei, uno sulle spalle dell’altro, per lamentarci di come tutto vada a rotoli (e i lettori di Hic Rhodus, dai miei post degli ultimi mesi, hanno ben capito che l’umore è questo) abbiamo trovato una meravigliosa soluzione. Smettere di lamentarci, che tanto serve a poco, e fare qualche cosa che ci salvi da questa stagnazione, omologazione, precipitazione, annichilimento, avvilimento, e insomma avete capito.
Ora: dovete sapere che ho conosciuto Stefano Machera più o meno una dozzina di anni fa in ambito letterario. Oddio, “letterario”… diciamo in un contesto di persone amanti della letteratura che in qualche modo amavano scrivere, oltre che leggere, e che avevano allo scopo creato un gruppo che si dilettava a produrre racconti più o meno ben scritti. Da quel gruppetto, negli anni, sono anche usciti alcuni autori che poi hanno scritto libri importanti, ma col passare del tempo, come accade spesso per queste iniziative spontanee, il gruppo si è disperso.
Torniamo al piagnisteo mio e di Machera: il fatto è che ci è venuta l’idea di riprendere l’idea del gruppo di scrittura, cercando di non ripetere alcuni errori del passato (sostanzialmente l’eccessivo spontaneismo). E qui voglio parlarvene perché – hai visto mai? – forse anche qualche lettore di Hic Rhodus ama scrivere e potrebbe essere interessato.
L’idea è sostanzialmente questa: un laboratorio dove scrivere, se lo si vuole, sulla base di un tema mensile, assegnato da un gruppo promotore che chiamiamo – assolutamente senza un briciolo di autoironia – “la Direzione”. Questo laboratorio, per comodità, si svolge su un gruppo chiuso Facebook che trovate QUI. Tutti i componenti del gruppo sono invitati ad analizzare, giudicare, valutare i racconti pubblicati sul gruppo, e l’auspicio (una scommessa in realtà difficile…) è che si animino dei piccoli dibattiti, composti e costruttivi, che possono indurre gli autori a redigere un’eventuale seconda versione del proprio testo. Sulla base del dibattito nel gruppo, e con una scelta finale della Direzione, ogni tre mesi i racconti migliori verranno pubblicati su una rivista on line chiamata Leminguey (non posso mostrarvela perché la implementeremo solo a fine anno; ne riparleremo). Prevediamo anche di pubblicare a stampa, presso un editore qualificato, una raccolta annuale (o saltuaria, vediamo, per ora abbiamo delle idee ma dobbiamo vedere come funzionerà concretamente tutta la baracca…) e di fare incontri di lettura in presenza.
Questa è l’essenza dell’idea: scrivere un racconto sul tema assegnato; accettare una critica nel merito; eventualmente correggere; se il testo è buono pubblicarlo sulla rivista on line.
Credo che chi, fra i lettori di Hic Rhodus, si interessa di questi temi, sappia che ci sono diverse riviste simili, on line, ma la nostra diversità è nel tentativo di creare una comunità capace di lettura critica, capace di intervenire costruttivamente sui racconti altrui e spiegare come e perché certe cose siano state descritte meravigliosamente oppure in modo carente, come il filo narrativo sia avvincente o debole, come i personaggi siano stati approfonditi argutamente o banalmente… Fare critiche serie, ponderate, intelligenti è difficilissimo. Ma accettare le critiche altrui, capendone la fondatezza e approfittandone per migliorarsi, beh… qui veramente la sfida è titanica.
Se ci riusciremo oppure no, si vedrà col tempo.
Intanto, chi volesse, può iscriversi al gruppo al link che ho fornito sopra ma, attenzione: i giochi si apriranno solo a settembre, col primo tema; inutile arrivare di corsa e chiedere di scrivere. Per il momento, tutti al mare!

