Nel panorama delle novità che cerchiamo di segnalare e commentare nel nostro “dossier elezione” è ora di parlare di Emma Bonino e della lista +Europa. Sabato 3 Febbraio ha presentato ufficialmente programma e candidati, in una sostanziale semiclandestinità (nessuna diretta streaming) e ci dobbiamo basare su quello che troviamo sul loro sito e nelle rare cronache. Le cose note sono queste:
- la lista ha potuto superare le pastoie previste nella nuova legge elettorale grazie a Tabacci (che sarà anche un democristiano ma ce ne fossero come lui!);
- la lista è apparentata al PD;
- la lista è promossa dai radicali (la fazion
e che segue Bonino, perché saprete che si sono divisi pure loro, dopo la morte di Pannella), Associazione Luca Coscioni (ma Cappato non si candida perché sotto processo per la vicenda DJFabo), Calenda (che non si candida ma è chiaramente con loro) Tabacci, Della Vedova e altri;
- la collocazione politica è estremamente chiara: Europa, merito, diritti civili, sviluppo; in una parola sono tornati i liberali che davamo per tempo per dispersi, cannibalizzati da Berlusconi.
La domanda da porsi è: ma servivano? Se sì: servivano proprio loro, così, in questa forma? Ce la faranno? Saranno influenti, in qualche modo? Senza cadere nella retorica del “voto utile” ma, insomma… servono due gatti radical-liberali in Parlamento?
Vorrei partire dal programma masochista e impopolare proposto da + Europa trattandone solo alcuni aspetti per me più interessanti:
- con differenze irrisorie, le riforme costituzionali bocciate maldestramente dai demagoghi spuntano prepotenti nel programma: superamento del bicameralismo, del dannato Titolo V e altro;
- valutazione: della magistratura, della Sanità, della scuola…
- no al debito pubblico per finanziare la spesa corrente e i “diritti acquisiti”; taglio della spesa pubblica per tutta la durata della legislatura;
- sì Jobs Act, esenzione fiscale alle partite IVA fino a 60.000 euro, no obbligo acconti e altre piacevolezze per chi è libero professionista;
- riduzione dell’imposizione fiscale
- forte impegno nella ricerca (3% del PIL)
Sui diritti civili e le libertà individuali solo musica per le mie orecchie (e da Emma Bonino e i radicali non ci si aspettava nulla di meno…), sugli immigrati proposte ragionevoli e non estremiste, bene la Fornero, lotta alla povertà… E naturalmente gli Stati Uniti d’Europa! C’è molto, e di più, andate a leggere il programma che è ben presentato e si legge in pochi minuti. In estrema sintesi c’è il liberalismo vero (non liberismo: liberalismo, che è una cosa diversa) con l’accento sull’efficacia e il rigore e il merito; e poi c’è il condimento radicale sui diritti (droghe, eutanasia, non manca nulla). Sì al Jobs Act, sì alla legge Fornero intoccabile ma attenzione all’equità intergenerazionale.
Capite benissimo che sono matti da legare. Fra tagli pubblici (che alienano le simpatie degli statali) e alle pensioni più alte, droga libera (non è così, ovviamente, così la può raccontare Salvini), valutazione (abbiamo già visto le piazze piene di insegnanti che non volevano essere valutati, figuratevi aggiungendo le altre categorie!), ripresa del tema riformista giudicato incostituzionale dal 60% dell’elettorato, avanzamento oltre l’odiata Fornero… Ma ci sono o ci fanno?
In più sono alleati al PD che ha un programma abbastanza simile, solo più timido, che accentua alcuni temi e ne sottace molti. Per chi è di quest’area politica è una buona notizia; l’alleanza può essere sincera e quindi duratura ma – occorre chiedersi – perché votare Bonino che farà fatica a superare lo sbarramento e non direttamente Renzi?(Attualmente +Europa è data sotto il 3%, ma crescita). La ragione, per chi è interessato a quest’area, dovrebbe essere quella di concludere la svolta liberal-socialista avviata da Renzi, consacrata dallo strappo di quelli liberi e uguali, ma in (almeno apparente) stato di confusione sotto l’urto di una realtà difficile: la destra – contro ogni previsione di un anno fa – è arrembante; il M5S – dopo una decina di piroette programmatiche e non statutarie – è disponibile a governare e allearsi; Grasso non è mal messo nei sondaggi, almeno quanto basta per centrare il loro unico obiettivo, quello di affossare Renzi. Ma, soprattutto, la difficoltà vera è approdare a una cultura liberale, già ondivaga e incerta nella Prima Repubblica e sodomizzata da Berlusconi nella seconda.
Cultura liberale significa merito contro presunti diritti acquisiti; Europa contro sovranisti; rigore nella spesa pubblica contro le valanghe di prebende, sprechi e privilegi perché tanto paga Pantalone; attenzione ai ceti deboli (molte pagine del programma di Bonino sono su questi temi: anziani, giovani, immigrati, poveri…) ma non in modo demagogico, se proprio non vogliam dire clientelare.
Ecco: non siamo mica abituati! Le promesse di Berlusconi, le mancette di Renzi, i rutti di Salvini e l’incompetenza di Di Maio (nella quale in tanti si specchiano fieri), conditi dell’odio verso Renzi (che non ha fatto nulla per non meritarselo), della demagogia degli intellettuali di sinistra-sinistra, dell’esasperazione rilanciata ad arte sui social… tutte queste cose, ripetutamente trattate qui HR, rendono il linguaggio di +Europa piuttosto incomprensibile, presuntuoso, direi quasi villano. Leggetelo; è un distillato di lezione morale inaccettabile. Fra le righe questi sciocchi ci fanno capire che stiamo sbagliando da decenni, che stiamo correndo verso il baratro, che abbiamo finito le risorse, che stiamo aprendo praterie di nuove ingiustizie e povertà… E vogliono venirci a dire di avere più rigore? E vogliono bloccare la spesa pubblica? E vogliono investire il 3% di PIL sulla ricerca (il PD solo il 2) anziché sui nostri sacrosanti diritti acquisiti? E vogliono la droga libera e gli immigrati liberi di girare per il paese (con un permesso limitato e un’accoglienza più efficace, ma questo vaglielo a dire a Meloni)?
Ecco: contano come il due di briscola e invece di proporre un trilione di posti di lavoro pagati direttamente dallo stato, che fanno questi? Propongono sacrifici, valutazione del merito, riforma della magistratura…
Non credo che andranno lontano.
Risorse:
- Giorgio Santilli, Bonino: bloccare la spesa per 5 anni, così il debito scenderà sotto il 110%, “Il Sole 24 ore”, 1 Febbraio 2018;
- Francesco Oggiano, Emma Bonino: “La democrazia non è un like”, “Vanity Fair”, 1 Febbraio 2018;
- Fabio Martini, Gara di testimonial per lanciare Bonino, La sfida è superare il 3%, “La Stampa”, 4 Febbraio 2018.