Pochi giorni fa, parlando della rielezione di Putin, accennavo all’inconsapevolezza dell’elettorato russo in merito a questioni internazionali fondamentali; per esempio – salvo sporadiche minoranze – in Russia si crede che le sanzioni siano una deliberata cattiveria occidentale, e non una risposta all’invasione dell’Ucraina e all’occupazione della Crimea. Questo gap è fondamentale per consentire a Putin di imputare recenti difficoltà economiche ai cattivi americani ed europei ma, ovviamente, ha effetti più generali e duraturi. Generazioni di russi crescono rafforzando un sentimento panslavo e di identità russofona che contribuisce ad alzare steccati, guardare all’Occidente con diffidenza. Questa specie di capitale sociale negativo può essere facilmente canalizzato, in questo caso da Putin, come forza disponibile per azioni diplomatiche o militari a difesa di presunti interessi patriottici contro il perfido Occidente. I russi – anche e soprattutto i giovani – soffrono di un gap informativo e, peggio, sono oggetto di una controinformazione strumentale che – alla bisogna – può rendere difficile un dialogo. Noi, gli occidentali, sappiamo invece tutto.
O, almeno, lo crediamo.
Qualcosa di analogo sta succedendo con la Cina. Una grande enfasi è stata data, da tutta la stampa occidentale, alla riforma costituzionale cinese che permetterebbe al leader in carica Xi Jinping di governare a vita, superando l’ostacolo, fino a poche settimane fa in vigore, dei due mandati. In effetti, a fronte di articoli sensazionalistici specialmente italiani, “Xi Jinping presidente assoluto, a vita” (Panorama), “Tutto il potere a Xi Jinping” (La Repubblica), “Xi Jinping presidente a vita” (TG La 7), eccetera, quelli stranieri sono (solo) leggermente diversi e spiegano generalmente sin dal titolo quel che è veramente successo: l’Assemblea del Popolo ha rimosso il limite dei due mandati dalla Costituzione; se vuole, al termine dell’attuale mandato, Xi Jinping può essere riconfermato per un’ulteriore mandato. Certo: l’Assemblea del Popolo è nelle sue mani, non ci sono al momento figure emergenti in grado di mettergli ansia, e quindi, di riconferma in riconferma, può essere rieletto indefinitivamente. Se la differenza è sottile sotto un profilo pratico, non lo è sotto quello dell’informazione, della costruzione di senso che l’informazione induce, e sulla distanza che i popoli sentono fra loro in seguito a tale “senso”.
Miei contatti cinesi, acculturati e piuttosto al dentro delle cose, mi hanno fatto sapere di essere particolamente seccati – e come loro, ovviamente, i cinesi in generale – per questa campagna diffamatoria che, a sentir loro, l’Occidente ha messo su; loro negano decisamente e respingono come falsa la notizia del mandato “a vita” e la stampa cinese (in lingua inglese, scusate ma non ho imparato il mandarino) parla chiaramente di fake news
The international mainstream media are now known for fake news. Not only do they report the very small part of the story they want you to know but they also twist that part with a lot of non-facts and biased opinions. They control the part they choose to report on so they can totally manipulate your knowledge and opinion about what happens around the world. A case in point is the recent amendment of the Chinese Constitution. According to mainstream media, the only change seems to be to cancel the term limit of the country’s presidency, and this is done to allegedly pave the way for President Xi Jinping to become president for life. Nothing is further from the truth than that.
Even after the term limit is waived, there is still an election by the National People’s Congress before anyone can be president for another term. That means it is not automatic; the candidate must canvass the votes from NPC deputies to be elected. It would require a very long stretch of imagination to deduce that president-for-life stems from deleting the term-limit clause. Yet the mainstream media is fully capable of orchestrating such a full-blown lie! (ChinaDaily).
Pronta la contro-risposta (in questo caso della CNN):
In a commentary Thursday, the state-run People’s Daily defended the constitutional change as an “important move.” The People’s Daily commentary is the latest salvo in an intense propaganda and censorship campaign launched by the central government following Sunday’s announcement.
Dropping constitutional term-limits was first reported by the English-language version of state news agency Xinhua, with a Chinese version released hours later. This was a break with tradition, with important reports almost always coming out first in Chinese.
According to Hong Kong media reports, top officials at the news agency have since been punished over this “serious error.”
The negative reaction to the news also seems to have come as something of a surprise. After an initial flurry of criticism online, widespread censorship was imposed, with banned terms including “immortality,” “ascend the throne” and even the letter n.
Victor Mair, a professor of Chinese Language and Literature at the University of Pennsylvania, said the government likely feared that “n” was referring to the number of terms of office, as in a mathematical equation n > 2.
Come potete capire la questione, da un lato, sembra di lana caprina ma non lo è; dall’altro è trattato ben diversamente in America (e paesi anglofoni) e in Italia. La questione non è di lana caprina perché riguarda l’assestamento di grandi potenze, le loro logiche di governo e potere: ci preoccupiamo dell’America di Trump, della Russia di Putin mentre della Cina di Xi ignoriamo quasi tutto, salvo che mangiano “riso e pesce” e che non si è mai visto il funerale di un cinese… D’altra parte, non si capisce lo scandalo, visti i precedenti di Putin in Russia, di Erdogan in Turchia e di molteplici leader di regimi più o meno autoritari. Ma, soprattutto, non è di lana caprina il modo come i media hanno trattato il tema, come hanno censurato (in Cina) o equivocato (in Occidente) o ignorato (in Italia); tutto questo produce senso, vale a dire specifici modi di interpretare la realtà nei diversi popoli. Gli occidentali – con più o meno parziali ragioni – fortificano l’idea di una Cina autoritaria; i cinesi – con meno ragioni – sono indotti a credere (come i russi) che gli occidentali siano dei falsificatori ostili; in Italia – come d’uso – la notizia è stata rapidamente masticata e sputata senza particolari commenti (intendo: commenti capaci di intervenire sul senso comune).
I popoli continuano a non conoscersi, e i potenti a manipolarli. Nulla di nuovo, quindi.
Risorse – Posizioni più argomentate che entrano nella notizia e aiutano a comprenderla:
- Perché la Cina vuole Xi Jinping presidente a vita, “tpinews”, 3 Marzo 2018;
- Gabriele Battaglia, Tutto il potere a Xi Jinping, “Internazionale”, 27 febbraio 2018;
- Francesco Bechis, Xi, un leader a tempo indeterminato e senza oppositori. Per Costituzione, “le Formiche”, 26 febbraio 2018.