Un ultimo (ma non definitivo) post sul perché io tema questo governo, e sul perché vediamo le cose diversamente. Con preghiera di leggere il post per intero se si intende replicare, perché mi sono stancato

Com’è noto a chi mi legge su Hic Rhodus o mi ascolta sul canale YouTube Codice Giallo, io sono stato sin dall’inizio contrario ai tentativi del PD e del M5S di dare vita a un governo, che oggi vede l’approdo col giuramento dei ministri in attesa della fiducia. Poiché molte cose – appunto – le ho già scritte e dette, e vorrei fare un passo avanti, propongo a chi non conoscesse le mie posizioni e morisse dalla voglia di proseguire in questa lettura, un riepilogo dei principali:

E se volete farvi del male ne troverete altri da soli.

Ciò premesso, rimango stupito da una certa virulenza del dibattito (‘dibattito’… parola impegnativa) fra la moltitudine di persone bene o male contente, o rassegnate, che ritengono questo governo la migliore soluzione possibile, e i pochissimi che ne hanno scritto o detto male, non certo solo noi di HR, ci mancherebbe, perché siamo in un ristrettissimo circolo che include Bonino, Dalla Vedova, Pizzarotti e Calenda fra i politici (ovviamente non considero le posizioni della destra che sperava in altri epiloghi); Annunziata, Mentana, il Foglio quasi al completo e alcuni altri, con declinazioni differenti, fra i giornalisti; Cacciari, indirettamente Saviano (nel senso che disistima Conte, ma non si è espresso chiaramente sul governo) e pochissimi altri nella società civile e fra gli intellettuali. Non posso leggere tutto, non conosco tutto, ma anche aggiungendo (e se me li segnalate l’apprezzerò) i contrari sono veramente pochissimi e criticatissimi.

Gli insulti all’Annunziata sono beceri e sessisti, quelli a Calenda improntati a una forte ignoranza sul profilo della persona, mentre a me consigliano pasticchine e cure psichiatriche per combattere la mia demenza senile. Chi ha un blog (come chi fa il/la giornalista, o è persona pubblica) conosce questi meccanismi e non ci fa troppo caso, mentre molto caso io faccio a una componente peggiore, che include gli odiatori seriali ma appartiene anche alla grande maggioranza di coloro che obietta senza sgarbi: la mancanza di argomenti. La mancanza di capacità a comprendere un ragionamento, semplicemente schierandosi con la propria parte, oppure dalla parte dell’amato leader, oppure addirittura dalla parte in cui l’iper semplificazione del pensiero fa pendere il giudizio.

Sempre con riferimento ai ragionamenti che ho già espresso (vedi link iniziali), e che fanno pensare che io veda cose diverse dalle vostre (che, per carità, non significa che siano giuste), ecco i difetti principali che riscontro in ciò che vedo in voi:

  1. abbiamo evitato di consegnare il Paese a Salvini e alla destra peggiore: sbagliato. Il punto – a mio avviso – è che questo pericolo l’abbiamo scampato per oggi, forse per domani, ma non certo per dopodomani. Io credo che sia diffusa una visione ristrettissima temporalmente che porta troppe persone a vedere la contingenza perdendo il senso del fluire storico. Ne ho parlato su HR tempo fa, è un problema sociologico generale e vi prego di rifletterci. È verissimo che Salvini (anche per sue grosse incapacità) è stato sconfitto oggi, nel suo disegno di conquista del Palazzo, e che è anche significativamente calato nei sondaggi, ma questo vale solo per oggi. Immaginate per un momento che questo governo faccia un disastro; possiamo usare questa ipotesi per fare un ragionamento? Immaginiamo quindi che nel prossimo Autunno 2020 si vada a votare per collasso anche del governo Pd-5S, con Salvini, Meloni e altri che hanno fatto un anno di campagna elettorale contro, monopolizzando i social. Cosa credete che succederà? Non solo che quella destra farà man bassa di voti, ma anche che non ci sarà più alcun PD, LeU o chi vi pare a fare argine, perché il collasso governativo li farà implodere. Se questa ipotesi – usata per ragionare – vi convince, il tema non è più “abbiamo evitato di consegnare il Paese alle destre” ma: “Abbiamo firmato una cambiale per consegnare il Paese alle destre dopo lo spappolamento della sinistra e dei riformisti”. Io credo che questo avverrà, e l’ho già spiegato in lungo e in largo, non fatemelo ripetere. Certo, col nuovo governo salveremo qualche barcone di immigrati; forse non aumenterà l’Iva; l’Europa ci vuole più bene e ci darà un Commissario… ma se il governo non governerà, e se non lo farà fino alla fine della legislatura, non ci sarà nessuna riforma strutturale capace di scalfire il declino rapidissimo che abbiamo imboccato (e il prossimo capo dello Stato lo voterà Salvini);
  2. bisognava assumersi una responsabilità per il bene del Paese: sbagliato, assieme a “abbiamo evitato l’aumento dell’IVA” e “c’era la finanziaria da fare”, che son cose ancora da vedere. L’errore consiste nella visione puramente tattica (che ha a che fare col punto precedente) e presuntuosamente masochista, che solo “a sinistra” si abbia testa e cervello per fare le cose per bene, che l’unico alleato disponibile, benché demente, consente una maggioranza qualunque, e che poi ci si metterà d’accordo in qualche modo. Coi 5 Stelle? Coi ministeri chiave (non tutti, certo), in mani loro? Con una maggioranza risicata? Con misure lacrime e sangue necessarie ma impossibili da prendere, perché dovrebbero prevedere l’abolizione delle norme votate dai grillini? Assumersi la responsabilità è una cosa bellissima, un’altra di quelle su cui insistiamo da anni qui su HR; ma ci si assume una responsabilità in vista di un risultato chiaro, visibile, in qualche modo raggiungibile, comunicabile in modo che crei consenso, sviluppi capitale sociale, modifichi una cultura… Qui, invece, abbiamo un programma ridicolo, fumoso, abborracciato per accontentare i 5 Stelle (questa è la verità) dove ogni singolo Consiglio dei Ministri diverrà un braccio di ferro sfiancante. E per ragioni insite nella natura del populismo stellato (scusate, sono noioso, le abbiamo esplorate in lungo e in largo in anni lontani) nessun accordo sarà facile, anzi solo la parola “accordo” (col partito di Bibbiano) saprà di unticcio, appiccicoso, malato, sbagliato… La responsabilità da assumersi era organizzare l’opposizione. Aggregare i riformisti, liberali, socialisti, democratici, gli antifascisti, le forze sociali, gli intellettuali, in un progetto politico nuovo, di cui il PD sarebbe stato il logico garante, se non avesse da tempo mostrato di non sapere organizzare e unire le proprie componenti, figurarsi alleati terzi!
  3. E infine, lasciatemelo dire, questa fortissima componente ideologica. Le ideologie sono morte, sì, col Novecento, e quel che è rimasto nel nuovo millennio è un loro patetico simulacro. Sono amareggiato nel vedere persone che stimo e reputo intelligenti entusiasmarsi per Renzi in quanto Renzi, per il PD in quanto PD, per la Sinistra in quanto Sinistra, scotomizzando ogni forma di ragionamento critico. Non si può criticare il PD (o Renzi, o SeU…) con chi è del PD (o renziano, o di SeU), né lodarlo senza passare necessariamente per membri di quel partito. I renziani, poi, stanno diventando una chiesa, e chi segue questo blog sa benissimo che qui abbiamo lodato e criticato Renzi, volta per volta, senza sentire la necessità di essere etichettati come “renziani” o “anti-renziani”. Prego i lettori di meditare sul fatto che oggi dichiararsi “Qualcos-ani” o “Qualcos-isti” è una forma di servaggio intellettuale, perché fonda ogni successivo giudizio su un a priori: che ‘Qualcos’ (un partito, un leader) abbia sempre sostanzialmente ragione, che vada difeso comunque. Che se sei “di Sinistra” devi vedere il mondo in un certo modo, che se sei “renziano” ogni giravolta del senatore ha comunque una profonda giustificazione che facciamo nostra, e via discorrendo. Alcuni hanno usato concetti pesantissimi verso i critici a questo governo, rigorosamente senza entrare nel merito delle loro ragioni, ma semplicemente perché inopportuni, guastatori, romantici scassaballe che invocano la bella morte (e chi l’ha scritto, se ha consapevolezza di ciò che ha scritto, dovrebbe andare a nascondersi per la vergogna, ma probabilmente questa consapevolezza è un lusso che non si può permettere).

E per ora questo è tutto. Come avete letto non ho ripetuto il perché io tema questo governo ma, in sostanza, perché io tema le persone antisalviniane, antigrilline, antifasciste, genericamente definibili riformisti, democratici, eccetera, che sono appiattiti su ragionamenti di breve periodo, semmai ideologici.

Due brevissimi explicit:

  1. Ovvio, sono i miei pareri. E di chi altri dovrebbero essere? Se avrò torto, fra qualche mese, un anno, farò una bellissima autocritica pubblica, dichiarerò come e perché non avessi capito nulla e farò festa assieme a voi, felice del fatto che il Paese abbia scampato un grande disastro e intrapreso la strada del rilancio, delle riforme, dell’autorevolezza che dovrebbe competerle nel mondo. Qualora – avete visto mai? – si mostrerà che avevo ragione, sarò lieto di leggere le vostre autocritiche e, naturalmente, piangeremo in coro per il disastro che ci toccherà subire.
  2. Sul serio: non è un artificio retorico. Sono talmente stufo di critiche banali, assertive, ideologiche, ipersemplificate, se non addirittura volgari, che sarò felicissimo delle vostre argomentazioni anche contro, ma non risponderò a tutti gli altri. Non ho tempo e voglia per faticare inutilmente.