Non mi capacito. Nel balletto dei colori regionali, fra promosse e retrocesse, da lunedì ci sarà comunque complessivamente una stretta perché il valore Rt nazionale resta fermo a 1,16, come nella settimana scorsa. Come ormai sanno anche le pietre, l’indice Rt è il tasso di contagiosità della malattia e significa (al valore attuale), che ogni malato è prevedibile statisticamente che ne contagi altri 1,16. Poiché si fatica a capire chi sia il disgraziato che ha 0,16 di corpo malato, parliamo in centinaia: 100 malati ne contagiano (ne hanno appena contagiati al momento del calcolo dell’indice, ne contageranno probabilmente oggi e domani se non si interviene) altri 116. Questi 116 – allo stesso tasso di contagiosità – ne contageranno quindi 134; e questi ultimi 156… Questa è quella che si chiama progressione esponenziale. Naturalmente ciò accadrà se non si fa nulla; se si prendono misure atte a contrastare il fenomeno, Rt calerà prima attorno a 1, poi sotto, poi molto sotto.
Poiché è più di un anno che ci ragioniamo sopra, e che coloriamo e scoloriamo le Regioni, e questo diavolo di Rt un po’ cresce, un po’ cala, poi torna a crescere, mi sembra facile la conclusione: c’è qualcosa che non va; c’è qualcosa che sbagliamo.
(Sì, poi ci sono diversi altri parametri, ma mi pare il caso di avvilirsi per uno solo alla volta).
Come si propaga il virus? Quello stronzetto saltella da individuo malato a individuo sano; se è italiano saltella per circa un metro, ma se è uno dei quei virus strafighi brasiliani atletici pare che possa arrivare anche un po’ più in là. Che fare? In attesa del vaccino solo due cose: 1) stare un po’ più in là; 2) mettere una barriera fra il virus e noi, sotto forma di mascherina (possibilmente almeno FFP2).
Se tanto mi dà tanto, se dopo un anno di morti, di imprenditori e commercianti falliti, di ospedali al collasso, di sanitari allo stremo, ancora stiamo a Rt = 1,16 significa che: 1) non stiamo abbastanza lontani; 2) non mettiamo le mascherine.
Se c’è una terza ipotesi ditemelo.
Se fossi un alchimista che da un anno prova a creare la pietra filosofale continuando a mescolare tre elementi, e la pietra filosofale continuasse a non comparire, probabilmente incomincerei a pensare che la formula sia sbagliata… Ma evidentemente le Autorità che hanno in mano i nostri destini all’epoca della pandemia non si capacitano del come e del perché facendoci saltellare dall’oggi al domani fra gialli e rossi il virus, confuso e intontito, non si decida di darsela a gambe.
Ma oltre alle responsabilità palesi di Autorità poco autorevolmente in grado di prendere decisioni gravi ma giuste, bisognerà pur dire che la gente se ne infischia, si ritiene immune per grazia divina, continua a pensare che il virus sia una specie di raffreddore, e i morti sono morti di freddo, o peggio (non sto scherzando: girano voci che banalmente chiamiamo “complottiste”, e che sono semplicemente il tragico e amaro frutto di una diffusa ignoranza che andrebbe, semplicemente, contrastata con vigore).
Quindi, più o meno casualmente: le scuole sono veicolo pesante di contagio; i mezzi di trasporto sono veicoli pesanti di contagio; l’aperitivo in piazza è un veicolo di contagio; se non stai almeno a un metro c’è pericolo; se non porti la mascherina sei uno stronzo; se un lavoro si può fare a distanza, va fatto a distanza; se non ti senti bene, devi stare a casa; se in casa hai persone anziane o fragili, devi prendere precauzioni doppie.
Alcune di queste cose riguardano decisioni (certo difficili) delle Autorità; altre riguardano comportamenti (non difficili) dei cittadini.
Perché le chiacchiere che si possono fare sono tante, e per lo più inutili. Ma i morti sono per sempre.