Ancora sul Grande Disagio e la sua semantica

Scusate, non voglio trasformare le pagine di Hic Rhodus nel bollettino giornaliero sui Grandi Disagiati (oddio, potrebbe essere una sorta di rubrica, credo che non avrei problemi a trovare notizie quotidiane…) ma la studentessa Silvia, della quale ho scritto anche ieri, è tornata alla carica, supportata da una ventina di giovanotti no green pass, e ha interrotto un’altra lezione. Lei senza green pass, pretende e ripretende di stare in aula in barba alle disposizioni; la professoressa è costretta a interrompere la lezione, e bla e bla. Notate come il livello si alzi costantemente; questa volta la ragazza è arrivata spalleggiata ed esprimendo minacce. La prossima volta cosa succederà? Chiama quelli di Forza Nuova e mena tutti?

Intanto siamo alla vigilia delle proteste dei lavoratori senza green pass. Guardate  la foto di copertina, tratta da Repubblica: il cartello mostra una scritta esilarante: “Vogliamo lavorare! È un nostro diritto! No Green Pass!!!”. Ai mei amici che sono per il dialogo suggerisco di simulare una discussione con costoro, e immaginare quella loro logica e con quali argomenti intenderebbero confutarla, mancando completamente il sequitur fra il diritto del lavoro e il possesso del green pass. Sarebbe come dire che ho il diritto di guidare l’automobile ma non voglio fermarmi ai semafori (medesima sintassi, medesima logica).

La cosa che dobbiamo comprendere, noi cittadini, le autorità sanitarie, il Viminale, è che non è possibile una mediazione, perché non è possibile un linguaggio condiviso. Con la Meloni, per capirsi, dalla quale mi separa un abisso di valori, alla fin fine potrei negoziare, mediare, comunque provare a discutere perché condividiamo una grammatica: ci sono delle istituzioni, ci sono delle leggi, c’è un’architettura democratica, che semmai a lei piace meno che a me, è possibile, ma che anche lei riconosce. Con la signorina Silvia no. La sua grammatica è altra dalla mia; il suo lessico esprime una semantica differente dalla mia. Non è solo una questione di valori che – lo sappiamo – non sono negoziabili; questo vale parlando con Meloni. Al netto dei timorosi, dei male informati, degli incerti, che ovviamente non entrano in questa partita, i no vax e i no green pass duri e puri come la signorina Silvia non riconoscono la nostra semantica. Come ho già scritto in un precedente articolo, hanno maturato quella frattura fra individuo e società (e quindi fra Ego e Istituzioni) che non consente più il riconoscimento.

La mia insistenza su questo punto è rilevante – io credo – perché non riguarda Hic Rhodus o le mie personali opinioni, ma l’azione e la reazione che devono e possono avere le Istituzioni. Il problema è inedito: i membri di Forza Nuova all’attacco di Palazzo Chigi, sabato scorso, sono il vecchio, rispetto al quale sappiamo benissimo cosa fare e come reagire. Ma i No Vax fra i quali i fascisti si sono infiltrati sono un fenomeno nuovo e diverso, anche se erano in piazza assieme. Il tema è pesantissimo: se gli squadristi di Forza Nuova sono poche centinaia, o migliaia, che è lo stesso, i Grandi Disagiati sono milioni: sono in mezzo a noi, possono bloccare diverse attività produttive, minare il piano vaccinale e, questo è il punto, non sono solo e semplicemente un problema di ordine pubblico.