La rissa politica di queste settimane si presta a una riflessione sulle forme sterili e nevrotiche del dibattito (che non è affatto dibattito, come stiamo per vedere). Semplificando a scopo espositivo è successa più o meno una cosa così:
- Anti-grillini: Le vostre offese alla Boldrini sono intollerabili!
- Grillini: Perché siete dei mascalzoni!
- Anti-grillini: Questo è un linguaggio fascista!
- Grillini: Non meritate altro, avete applicato la “tagliola”!
- Anti-grillini: Perché voi facevate opposizione in modo delinquenziale!
- Grillini: Ma voi avete picchiato la deputata Lupo!
- Anti-grillini: Ma voi avete usato un linguaggio sessista contro le deputate PD!
- Ad libitum…
Ciascuno dei contendenti (qui semplificato in due antagonisti) risale il torrente delle rivendicazioni; la mia offesa è una risposta alla tua, che è una risposta a una precedente mia, che è maturata in risposta a una ancor precedente tua, e così in una regressione che si perde nella notte dei tempi e si conclude con delle genericità fondative:
- Grillini: Tanto voi siete tutti uguali!
- Anti-grillini: Tanto voi siete inconcludenti e incapaci di un dialogo!

Questa dinamica di tipo nevrotico non si fonda su una coppia dialogica stimolo-risposta come nelle conversazioni normali, bensì per triadi composte da stimolo, risposta e rinforzo in cui ciascun elemento della comunicazione può funzionare sia come stimolo, sia come risposta, sia come rinforzo a seconda della prospettiva in cui si colloca l’attore della comunicazione. In questo modo non c’è una chiara “origine” delle offese e ciascuna parte può ritenere che sia stata comunque l’altra a iniziare. Questa dinamica relazionale ha un nome: “punteggiatura”; un contesto tipico: la relazione nevrotica; e degli autori che l’hanno studiata, il più famoso dei quali è Watzlawick nell’ambito della sua teoria della pragmatica della comunicazione. Un esempio di comunicazione patologica ce la fornisce Watzlawick nella sua opera più nota:
Marito: si chiude in se stesso
Moglie: brontola
Marito: si chiude in se stesso
Moglie: brontola
Marito: si chiude in se stesso
Moglie: brontola
…
Il marito percepisce il fatto che la moglie brontola e quindi si chiude in se stesso; la moglie percepisce che lui si chiude in se stesso e quindi brontola. Poiché vi state annoiando mi fermo; i più curiosi troveranno con facilità su Internet ogni approfondimento.
A un livello diverso da quello interpersonale, vedere le interazioni come triadi è spesso illuminante per capire, a titolo d’esempio, la pericolosità inconcludente dei conflitti internazionali (esempio paradigmatico il conflitto palestinese-israeliano), la perenne oscillazione di amore e odio fra Italia e Germania ma anche le interazioni politiche basate su infinite accuse e ripicche, come visto in apertura. Naturalmente ci sono sempre fatti concreti e reali da rinfacciarsi; non sto sostenendo che questo scambio sia nevrotico in quanto falso bensì che, con le sue componenti di verità, è nevrotico in quanto inconcludente. È nevrotico perché la finalità (raggiungere un obiettivo politico) è abbandonata a favore dello scambio in sé: segnare un punto dialettico inutile, avere un’ultima parola che non si avrà mai, mostrarsi rigorosi e risoluti con quelli della propria parte rinunciando a convincere quelli della parte avversa…
La punteggiatura nevrotica nello scambio politico cattura gli impreparati, i malpancisti, gli antagonisti-duri-e-puri e anche i nevrotici, trascinando tutti in una spirale sterile che ha una sola conclusione: nessuna. Rinunciare a questo scambio nevrotico non significa rinunciare a vedere le (presunte) colpe altrui, né rinunciare alle legittime ragioni proprie. Significa solo lasciarle sullo sfondo per concentrarsi su obiettivi concreti e strumenti per raggiungerli. Anche a costo della rinuncia a un po’ di ideologie ingombranti. L’esempio opposto (di mancanza di punteggiatura nevrotica) che vi sto per fare necessita della vostra pazienza, ovvero che non consideriate se i personaggi che nomino vi sono simpatici oppure no, e se l’accordo che hanno contratto vi trovi concordi od oppositori; l’esempio riguarda il recente patto sulla legge elettorale fra Renzi e Berlusconi. Renzi – l’attore principale di questa manovra – se n’è infischiato del fatto che Berlusconi fosse lo storico nemico del PD, pregiudicato, ingannatore etc. e lo ha visto per quello che era (alla luce dei suoi obiettivi): l’unico capo dell’opposizione col quale dialogare (stante l’indisponibilità del M5S); d’altra parte Berlusconi non ha frapposto il suo anticomunismo (reale o di facciata) alla disponibilità all’incontro. L’incontro c’è stato e in due ore è saltato fuori l’accordo, e naturalmente al momento in cui scrivo non posso sapere se avrà gambe per arrivare alla fine ma non importa, perché l’esempio riguarda il tipo di interazione e non il suo significato politico.
Attenzione ai depistaggi che la nostra mente subdola e accecata dalle passioni vi può proporre. Se anche giudicate male l’accordo che ho usato come esempio, e pensate che Renzi l’abbia fatto perché è spregiudicato e semmai vuole cacciare Letta, e Berlusconi perché voleva rientrare nel gioco politico, etc. etc… tutto ciò è indifferente ai fini delle conclusioni cui voglio arrivare. È assolutamente fuori di dubbio che le ragioni per cui un individuo fa le cose sono molteplici, in parte pubbliche e in parte private, in parte nobili e in parte opportuniste. Forse anche i grandi Santi si compiacevano un po’ della loro santità e peccavano d’orgoglio, ma il Signore li avrà pur perdonati in nome dei loro maggiori meriti. Il punto è che Renzi e Berlusconi – certamente non dei Santi – avevano degli obiettivi che si conciliavano, in uno dei possibili modi, con l’interesse comune (da decenni proclamato a vuoto) di avere una nuova e decente legge elettorale, e anziché restare dentro lo scambio comunicativo nevrotico (Però tu sei un pregiudicato / Sì ma tu mi vuoi mandare in galera / … ) hanno fatto la mossa del cavallo e trovata una soluzione (di cui, qui, non sto giudicando la bontà). Chi non capisce questo si lamenta sterilmente (Che scandalo invitare Berlusconi proprio nella sede del PD! Di Berlusconi non ci si può mai fidare! …) e non aiuta a migliorare la proposta o farne di alternative.
Tornando all’inizio: io personalmente trovo scandaloso il linguaggio e la pragmatica grillina, non vorrei ci fossero dubbi. Ma mi siederei domattina a un vero tavolo con loro per parlare di riforme. Io li trovo penosamente inadeguati e guasconi e mi fanno cascare le braccia un giorno appresso l’altro, ma è evidente che hanno un sacco di buone ragioni e alcune proposte sulle quali varrebbe la pena discutere. Potrei aggiungere che anche il PD mi fa continuamente cascare le braccia, che il PDL (pardon: Forza Italia) me le ha da tempo staccate del tutto e via cascando. Se da parti politiche più mature (M5S, PD, SEL ma anche quel che sopravvive dei centristi non compromessi con Berlusconi) ci fosse stato un atteggiamento costruttivo e non nevrotico, quest’ultimo inutile anno di Governo Letta sarebbe stato l’inizio di un grande periodo per il nostro Paese.