Vegani bastardi! Come nasce una minoranza emarginata

Qualche anno fa qualcuno sentiva parlare di vegetariani? O addirittura di vegani? Giuro: qualche anno fa io pensavo che il termine ‘vegano’ venisse da Vega, la stella, e fosse quindi qualcosa di fantascientifico, o relativo a qualche setta, come i rettiliani, per intenderci. Invece no; c’era qualche eccentrico che si dichiarava vegetariano ma si contavano sulle dita di una mano, con rari campioni come il prof. Veronesi, ma – cribbio! – lui era Veronesi, o come Paul McCartney ma – bella forza! – lui è una popstar. In quell’epoca l’esigua minoranza vegetariana si faceva tranquillamente i fatti propri, sostanzialmente ignorata. Difficile cercare dati omogenei e affidabili, comunque, accontentandosi di capire un trend, rilevo che siamo fra i Paesi maggiormente veg con circa l’8% di consumatori (fonte, ma ho trovato anche classifiche abbastanza diverse…); la Wiki indica, per l’Italia, fra il 7 e il 10% (fonte); erano il 7,1% nel 2013 (fonte) e il 5,1% nel 2002 (fonte). I vegetariani e i vegani crescono quindi, anche se il trend non è vigoroso e riguarda più i vegetariani che i vegani. Però, vuoi perché hanno superato una qualche soglia sociale di visibilità, vuoi perché il mercato si è improvvisamente interessato a questa nicchia, da due tre anni l’opinione pubblica si è accorta di questa pericolosa enclave.

Che siano pericolosi è certo. Sono “leoni da tastiera” che condannano il povero Emanuele Morganti (picchiato a morte da bulli) perché aveva ucciso un pesce (fonte).

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Non parliamo di cosa combinano a scuola dei loro figli, indottrinati a dovere da genitori fondamentalisti (fonte).

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E poi, diciamolo, questi bastardi vegani lasciano patire i poveri bimbi che spesso, spessissimo, quasi sempre finiscono in ospedale per la dieta sciagurata!

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(Notare che si parla sempre di vegani, la minoranza della minoranza, e quasi mai di vegetariani).

Con la crescita della visibilità crescono gli articoli drammatici che equiparano queste persone a dei settari, come i Testimoni di Geova che non consentono trasfusioni ai figli, più o meno. E quindi giù con le condanne e col sarcasmo. Un simpatico commensale mai visto prima, incontrato a una cena associativa, ha tenuto a spiegarmi subito che “il suo cibo fa la cacca sul mio cibo” (perché, se non l’avete intuito, io sono vegetariano!). Il simpatico commensale è ovviamente immediatamente scomparso dall’elenco intitolato “Persone interessanti di cui approfondire l’amicizia”. Se avete voglia fate un giretto su Twitter e cercate “vegani”, o su Facebook. C’è satira divertente, sarcasmo così così, ma anche il solito banalissimo odio 2.0 di cui abbiamo più volte narrato qui su HR.

Schermata 2017-04-09 alle 22.28.47Adesso, segnalando, BTW, che ci sono dei vegani veramente idioti nella stessa identica percentuale dei carnivori (applicando alla lettera il mai troppo menzionato Cipolla), mi vorrei chiedere come mai questo improvviso disprezzo? Tutto sommato non fanno male a nessuno (tranne gli idioti, certo), sono quattro gatti, mangiano quel cavolo che pare a loro. O no? Pensandoci su, neppure tanto, ho capito, forse, cos’è che attira il disprezzo di taluni. È, semplicemente, la diversità, che testimonia una possibilità diversa in stili di vita conformi a ciò che si ritiene “normale”. Il vegetariano, ma ancor più il vegano, anche se non fanno alcuna opera di proselitismo sembrano testimoniare, con la loro dieta alimentare, il possibile errore degli onnivori. Capitemi bene: non sto affatto dicendo che gli onnivori sbaglino (vivo in una famiglia di carnivori, figuratevi!) ma che ciò che – volente o nolente – testimonia il vegano è una possibile alterità che, per il fatto stesso di esistere, implica altre strade, il relativismo, una visione diversa e incompatibile. Ciò scatena, in molti, lo stesso disprezzo che hanno subito per secoli gli omosessuali, testimoni di una diversa affettività e sessualità che sgretola le certezze borghesi; o gli zingari portatori di una vita sregolata, o i neri con la loro imbarazzante animalità e carica erotica, o tante altre piccole minoranze che, per il fatto di esistere, incrinano il pensiero borghese, testimoniano la sua relatività, praticano (questa è l’enormità, non “asseriscono”, bensì praticano) una vita diversa che viene quindi invariabilmente sminuita tramite banali clichè.

Cervello_veganoPoi, naturalmente, dando tempo al tempo le minoranze nascenti si consolidano, si ampliano, vengono conosciute e ri-conosciute; grazie a infinite storie personali di sofferenza ed emarginazione, grazie a persone famose che hanno dichiarato la loro “diversità”, grazie a cinema, letteratura, intellettuali che si sono espressi senza paura, alla fine gli omosessuali godono oggi di una discreta accettazione sociale. Grazie a personaggi storici eccezionali, a molteplici situazione drammatiche e a una lunga riflessione collettiva, permanendo oggi – in una situazione storica drammatica – una forte ostilità verso gli immigrati – pure si manifesta con decisione una diffusa censura verso forme evidenti di razzismo. Così succederà per il veganismo, naturalmente, e fra un po’ di anni sarà normale incontrare vegani e il furore meschino dei “normali” si sfogherà su qualcun altro. Tutto già visto, e non avrebbe meritato un post se non per una riflessione correlata: la facilità con la quale cerchiamo qualcuno da criticare in maniera irriflessiva; la facilità con la quale ci accodiamo ai sarcastici, ai superficiali, ai falsificatori, perché tanto sono solo battute, senza capire che il circuito del dileggio degli “strani” è una forma di bullismo che in questo modo permane, si vitalizza, circola in attesa di qualche vittima meritevole del biasimo della nostra corretta normalità.