Mattarella, le serve un Premier? Ce l’ho: Tito Boeri

I veti incrociati impediscono la formazione di un nuovo governo? La Lega non vuole Di Maio, il M5S non vuole Berlusconi, il PD non vuole nessuno? Di Maio e Salvini sono segretamente d’accordo per fare melina fino al novantesimo e poi tornare alle urne per sottrarre altri voti rispettivamente a PD e Forza Italia? La Presidente del Senato è stata l’esploratrice più inesplorante della storia? Niente paura.

Il candidato giusto per guidare un governo M5S-Lega, in realtà, esiste. Esiste una figura di livello istituzionale, economista di prestigio, esperto delle materie più care a M5S e Lega, che ha già studiato a fondo la quadratura del cerchio tra decurtazione dei vitalizi, protezione dei lavoratori ultracinquantacinquenni “vittime” delle riforme pensionistiche, taglio delle “pensioni d’oro” a favore di forme di sostegno al reddito; insomma, tutti i temi chiave dei programmi economici di Lega e M5S che neanche loro hanno la più piccola idea di come rendere fattibili e compatibili.

L’uomo della Provvidenza è, lo dico con forza, Tito Boeri, il Presidente dell’INPS. Come, direte voi, lo stesso Boeri che senza mezzi termini ha affermato e scritto che la comune idea di M5S e Lega che sia possibile cancellare la riforma Fornero è una clamorosa boiata? Proprio lui. E allora come posso immaginare che il rigore contabile di Boeri sia compatibile con le conclamate bufale di Lega e  M5S?

Provo a spiegarmi. Quali sono i problemi a cui Lega e M5S hanno, confusamente e incompetentemente, cercato di dare una soluzione (o almeno di far credere di voler dare una soluzione)? Provo a elencarne alcuni:

  1. I privilegi dei politici, in particolare in materia pensionistica;
  2. L’incremento del rischio di povertà per i lavoratori “anziani” esposti da un lato all’impossibilità di accedere alla pensione e dall’altro al rischio di perdere il lavoro perché obsoleti;
  3. Il peso enorme della previdenza all’interno del nostro sistema del welfare, a scapito di forme di sostegno al reddito di chi pensionato non è;
  4. L’innalzamento dell’età pensionabile anche per chi ha versato molti anni di contributi e ha accumulato un montante contributivo ragguardevole.

Ebbene, in Italia c’è un solo uomo che abbia elaborato proposte credibili, fattibili e (relativamente) eque per questi quattro problemi. Naturalmente si tratta di proposte ben diverse dalle pagliacciate leghiste e grilline, ma tanto quelle tutti sanno che non saranno mai realizzate, per i motivi che abbiamo illustrato più volte anche su Hic Rhodus. Quest’uomo, ovviamente, è Tito Boeri. Oltre ad avere più titoli di studio lui di Di Maio, Salvini e tutti i loro ascendenti fino a Carlomagno, nel 2015 ha proposto, in veste di Presidente dell’INPS, una proposta di legge che abbiamo commentato nel dettaglio a suo tempo, e che prevedeva:

  1. L’abolizione retroattiva dei vitalizi per i politici, e l’applicazione del metodo contributivo per il loro ricalcolo (peraltro ancora in questi giorni Boeri stigmatizza i privilegi pensionistici dei politici).
  2. L’istituzione di una forma di sostegno al reddito per gli ultracinquantacinquenni inoccupati il cui reddito familiare sia inferiore a una certa soglia.
  3. La decurtazione delle pensioni retributive superiori a sette volte la soglia di povertà.
  4. La possibilità per i lavoratori di andare in pensione anticipata, a patto di aver versato una sufficiente quantità di contributi.

Insomma: ben prima che si aprissero i fuochi artificiali della recente campagna elettorale, Boeri aveva avanzato proposte serie e realizzabili per indirizzare i problemi reali che M5S e Lega cavalcano (e per i quali non sono però in grado di offrire soluzioni che non siano di cartapesta).

Conclusione: auspichiamo che Mattarella convochi Salvini e Di Maio e spieghi loro che, anche se non se ne sono accorti, c’è un modo per tradurre in fatti almeno nello spirito, se non nella lettera, parte delle loro promesse elettorali: scegliere un Presidente del Consiglio che sappia quel che fa e che da tempo ha indicato una via che la politica (PD incluso, anzi forse specialmente il PD) non ha voluto percorrere. È chiaro che si tratta di un’ipotesi irrealizzabile: per qualsiasi politico, e per costoro in particolare, il successo di parte vale più della soluzione dei problemi reali del paese, e quindi mai accetterebbero di farsi da parte per lasciar guidare il governo a un esperto non schierato (non parlerei di “tecnico”, vista la sconsolante penuria di esperienza di politica amministrativa di entrambi i candidati “politici”). Insomma, so bene che Boeri non sarà mai Presidente del Consiglio; ma proprio per questo è probabile che lo sarà qualcuno molto meno qualificato e dotato di senso dello Stato, e ancora più probabile che torneremo alle urne per l’opportunismo dei “vincitori”.