Come sapete se siete lettori frequenti di HR, a me sia Salvini che Di Maio piacciono zero, e riguardo al primo, preso come simbolo di quanto di peggio sta esprimendo il nostro paese, ho scritto di recente un libelletto che recita, come sottotitolo, Uscire dal Novecento per battere Salvini.
Ciò premesso, devo dire che sotto il profilo politico la priorità non è, a mio avviso, la sconfitta del Truce ma quello dei pentastellati (al netto del fatto che, al momento, sono alleati, ovvio; questo è un ragionamento di prospettiva). Cerco di spiegarmi.
Il Truce e il partito che guida, e la folla enorme che si esalta al suo nome, è fascista, lepenista, sovranista, sciovinista, razzista, autoritario, massimalista e aggiungete voi quello che ho dimenticato. Intendo con ciò dire che non lo ritengo esente da alcuna brutta deriva antidemocratica con tutte le conseguenze ovvio: restrizione di spazi di libertà e dissenso, allontanamento dall’Europa, scelte economiche sbagliate quando non disastrose, isolamento internazionale dell’Italia e incapacità complessiva a risolvere i problemi del paese. Più chiaro di così non potevo essere, nessuno penserà che voglio essere tenero con Salvini.
Ma il problema più grave, dovendo fare una gerarchia, è il M5S (e quindi Di Maio come presunto capo politico e la sua cricca al governo, e quindi Casaleggio come burattinaio, e quindi Grillo come artefice del loro successo, e quindi Travaglio come loro portavoce). Il motivo di questa mia attribuzione di primazia è semplice; provate a mettere, a fianco di Di Maio, un elenco di aggettivi come sopra ho fatto col Truce (‘fascista, lepenista…’); sicuramente ne saprete mettere di caratteriali, soprattutto di culturali, ma poco o niente di politici. Di Maio è incolto, ignorante, impreparato, improvvisato, bla bla bla ma, soprattutto, moralista. Lui e i suoi correi, non capendo una beneamata mazza di nulla, ragionano “col cuore” (come esplicitamente disse Toninelli a proposito del suo dl Genova), hanno in mente il male del mondo, inteso come male “morale”, e intendono sostituirvi il bene, sempre inteso negli stessi termini.
Prendete il progetto di Crimi per l’editoria e la cessazione dei contributi: malgrado le sue dichiarazioni le conseguenze sarebbero (oltre a probabili favori alla galassia 5 Stelle), la chiusura di un centinaio di piccole testate, generalmente cooperative di giornalisti. La riforma di Crimi: 1) segue un lungo periodo inaugurato da Grillo almeno un lustro fa con i “giornalai”, rei di cattiva informazione e nemici dei 5 stelle; 2) costituirebbe un risparmio irrisorio per lo Stato e non si può quindi addurre questa ragione; 3) colpisce oggettivamente la libertà di stampa, sempreché anche voi, come me, riteniate che ogni giornale costretto a chiudere sia uno spazio di libertà scomparso (ne parlai già tempo fa, con i dati sui quotidiani beneficiari dei contributi). È assolutamente evidente che le dichiarate buone intenzioni di Crimi si potrebbero benissimo perseguire mantenendo l’attuale assetto dei contributi ma – ecco il moralismo – i soldi sono lo sterco del demonio, ricevere soldi rende servi i giornali, la loro libertà è compromessa e viene utilizzata contro il popolo:
chi vuol prendere le coperture per il reddito di cittadinanza dallo stipendio di Massimo Giannini, chi scrive che i giornali sono mafiosi perché li paga lo Stato, chi implora Di Maio di abolire i finanziamenti per risparmiare (cifra comunicata a suo tempo da Grillo in persona) un miliardo di euro l’anno.
Sono centinaia solo negli ultimi giorni e certificano un doppio, venefico, obiettivo raggiunto: associare qualunque cronista a una scrittura speculativa, serva di interessi meglio se occulti – sulla vicenda Conte è stata tirata in ballo persino la lobby ebraica – e disintermediare. Ossia, è un caposaldo della Casaleggio Associati, polverizzare la stampa per comunicare direttamente.
Luca Bottura, la Repubblica 25 maggio 2018
Qui si consuma l’elemento più evidente ed esposto (i giornalisti) dell’odio popolare verso gli intellettuali, per definizione nemici, tipico del populismo più greve (altro tema sovente discusso su HR; rimando almeno a QUESTO).
Più in generale, le proposte e le scelte pentastellate, avvengono non già in base ad analisi e selezione di priorità, ma per istinto guidato dai grandi (e nebulosi) temi moralistici dei 5 Stelle. La battaglia sull’ecodiesel nasce così: “eco” è bello e non inquina, quindi va bene a prescindere; non ci sono le coperture? Ci pensi Tria a trovare i soldi. Il reddito di cittadinanza va bene a prescindere, è la misura “per il popolo” per antonomasia; creerà disparità e lavoro nero? Frottole. Non esiste che si riescano a proporre i famosi tre lavori perché il lavoro non c’è e i Centri per l’Impiego non sono in grado di intercettarlo? Fanfaluche. È guardacaso concentrato in un paio di aree geografiche? Speculazioni.

(Fonte: L’idealista).
Si tratta di una misura “per il popolo”, si dà qualcosa al popolo, è per definizione buona perché è per il popolo…
Ecco perché sono i peggio. Se non è ancora chiaro: i valori non sono negoziabili. I GRANDI valori sono una ragione di vita, di identità. Masse di cristiani hanno affrontato i leoni nell’arena convinti della loro superiore “morale” (qui in senso lato) e della profonda verità che li animava; milioni di comunisti (non è un paragone irriguardoso) sono morti per il sol dell’avvenire… Chi è animato da una profonda etica è irremovibile, qualunque, ma proprio qualunque, discorso, argomentazione, prova, dato scientifico, non potrà scalfirli: avete mai ragionato con un no-vax, un terrapiattista o un grillino? È la stessa cosa. Ciò non vuol dire che i leghisti non abbiano valori, non equivocate: hanno una loro (dis)cultura, hanno loro priorità economiche e sociali che io e molti di voi non condividiamo, e hanno la loro (a)moralità… che è flessibile, adattabile, cangiante (come peraltro, entro un certo lasso, sarebbe anche giusto). La visione del mondo dei leghisti è l’interesse, l’opportunità, il vantaggio: mostragli che una data politica è vantaggiosa, e vedrete che la sposano (si è visto con la TAV, si vede con gli ecodiesel, col reddito di cittadinanza eccetera). Sotto l’inaccettabile scorza razzista, sciovinista, egoista, violenta, i leghisti sono in grado per esempio di amministrare le comunità locali, e a parte il folclore di qualche sindaco (un folclore solitamente razzista, alimentato dal clima attuale), le loro competenze amministrative sono state più volte verificate.
Il contrario dei 5 Stelle. Loro non hanno programma politico; non hanno una cultura politica; non hanno abilità politiche (e quindi amministrative, sociali, economiche, tutto quel che serve per programmare, amministrare) ma solo fede: da una parte c’è il giusto, il bene, il sano e per antonomasia l’utile e giusto per il popolo. Dall’altra parte tutto il resto del mondo. Ecco perché “non sono né di destra né di sinistra”: loro sono genericamente, astrattamente e moralisticamente per il popolo, quindi antiliberisti, sì, ma anche anticomunisti, antistatalisti, antimercatisti, anti-tutto. Anti-scienza, anti-logica, anti-cultura… (e quindi sono profondamente di destra, ma questa è una mia conclusione che affronteremo un’altra volta).
Concludo asserendo in forma tonda e chiara che con loro non ci può essere, e non ci potrà mai essere, una qualsivoglia forma di alleanza, sempre lasciata come possibile da Zingaretti, Boccia e vari esponenti PD. Costoro non riescono ad uscire dalle visioni politiche schematiche del Novecento. Oppure non riescono a scrollarsi di dosso i tatticismi della sinistra sconfitta.
Se il Truce è nostro avversario perché fascista, razzista, sovranista e tutto quel che si è già detto, i 5 Stelle sono nostri nemici mortali perché, ponendo la morale a guida della loro concezione politica, sono portatori di un virus devastante ed eversivo, assolutista, cieco e sordo e ottuso, distruttore di democrazia, distruttore di logica, distruttore di benessere. Un vero incubo, un orrore senza fine, come ebbi modo di scrivere QUI.