Una serie di punti chiave, chiari, ineludibili, per ripensare la politica, da tempo scomparsa in Italia e – probabilmente – in stato comatoso in tutto l’Occidente. Una serie di punti che riteniamo fondamentali, in ordine logico, che proporremo in diverse puntate ravvicinate. In questa nona puntata: la stupidità.
Invitiamo tutti i lettori a dibattere questi temi scrivendo suggerimenti e critiche nei commenti.
9. La stupidità e sempre eversiva. Poiché l’intelligenza è un accidente fortuito, non è del tutto colpa degli stupidi essere tali. Naturalmente non parliamo di persone con ritardo mentale diagnosticato ma di coloro che – più o meno dotati di una intelligenza “nella norma” – compiono atti violenti (generalmente si tratta di questo), avventati, insensati, che si contraddistinguono per un semplice elemento: danneggiano la società (o singole persone) senza un reale vantaggio per gli stupidi se non di natura simbolica ed effimera (allagare la scuola per non andare a lezione il giorno dopo; picchiare uno sconosciuto perché ti aveva guardato storto; sfasciare un negozio perché ti avevano chiesto di mettere la mascherina anticovid…). Le persone che compiono questi atti, se non hanno la pur debole giustificazione di avere agito in preda all’alcol o a droghe, hanno solitamente delle rimarchevoli tare educative e personologiche: non sanno valutare le conseguenze dei loro gesti, hanno un’opinione esagerata di sé, non hanno freni morali, credono di avere poteri che li rendono immuni dall’essere perseguiti e via discorrendo. Indipendentemente dal loro reale Q.I. e altre questioni tecniche di competenza di psicologi e psichiatri, chiamiamo costoro ‘stupidi’. La società ha il dovere di difendersi dalla stupidità.
9.1 Fra le varie forme di stupidità, oltre a quelle palesi e violente indicate sopra, ve ne sono di meno eclatanti e meno immediatamente dannose: i complottisti, per esempio, sono degli stupidi che possono anche far ridere ma i cui comportamenti sono dannosi in molteplici modi: i complottisti anti Covid, per esempio, minacciano la salute dei loro concittadini, ma anche un banale terrapiattista può avere comportamenti dannosi per sé ed è comunque un esempio di capitale sociale sprecato, di dedizione a cause perse, di perdita di tempo per chi è loro vicino. Tenendo poi presente che il complottista è, in generale, un paranoico che crede a un insieme correlato di baggianate, ai poteri occulti che ci vogliono dominare, alle società segrete etc., in una classifica dei peggiori stupidi dai quali la società si deve difendere mettiamo certamente, al primo posto, i complottisti.
9.2 Al secondo posto coloro che, a causa della loro stupidità corredata da un totale analfabetismo funzionale, senza essere specificatamente complottisti aderiscono con particolare facilità a qualunque fake news vista su Twitter e Facebook. Questa categoria di stupidi pensa di essere una cima, si nutre di cliché disarmanti (“la politica è tutta un magna magna” è un grande classico), aderisce ai gruppi Facebook più demenziali, sprizza odio, invidia e luoghi comuni nei suoi commenti che non risparmia su qualunque argomento, commenta gli articoli giornalistici dal titolo, non riesce a sviluppare un discorso con un senso logico. Se anche possono sembrare più innocui dei precedenti, sono in un numero eccezionalmente alto, sono capaci di spostare gli orientamenti dei partiti, eleggere rappresentanti in Parlamento e fare gravi danni politici e sociali.
9.3 Numerose altre categorie di stupidi, semmai folcloristici ma assai meno dannosi, possono essere aggiunte: il sempliciotto di paese, il trentenne universitario che vive da dieci anni fuori corso coi soldi di papà, una discreta quantità di mamme sulle chat scolastiche e così via.
9.4 Gli stupidi – da quelli violenti a quelli semplicemente sciocchi – hanno in comune una prerogativa rilevante: godono di tutti i diritti dei loro connazionali, inclusi i diritti politici attivi e passivi. Il complottista più esasperato, come l’analfabeta funzionale più conclamato, votano e possono essere votati, e alcuni esempi ben noti rappresentano il popolo italiano nel nostro Parlamento. Questo è sbagliato per una ragione logica assai semplice da argomentare: poiché abbiano definito gli stupidi come persone che danneggiano loro stessi e la società, è del tutto evidente che come rappresentanti del popolo il loro danno è decuplicato, ma anche come semplici elettori – essendo loro in numero consistentissimo – possono favorire o impedire scelte politiche che possono avere conseguenze gravi per il Paese (anche qui: è cronaca di questi anni, non dovrebbero servire esempi espliciti). L’ovvia conseguenza è che una società votata alla logica, alla razionalità, al perseguimento del maggiore benessere dei cittadini, dovrebbe almeno in astratto impedire agli stupidi di votare e di essere eletti oltre, ovviamente, di accedere a cariche e impieghi pubblici di responsabilità.
9.4.1 Per una ragione di mera opportunità pratica, suonando come “non democratica” un’eventuale norma per limitare il potere degli stupidi (che chi scrive qui è invece favorevolissimo ad approvare) si potrebbe quanto meno decidere per una pena civica supplementare per i rei di patente stupidità che si sia tradotta in un reato socialmente dannoso e già perseguibile di per sé: hai picchiato per futili motivi un individuo? Hai devastato un compartimento ferroviario perché la tua squadra di calcio ha perso? Hai fatto uno scherzo cretino che si è trasformato in un danno fisico per la vittima? Oltre a quanto previsto dai Codici si deve applicare una particolare interdizione dai pubblici uffici per un giusto numero di anni (istituto che già esiste nel nostro ordinamento, non si tratterebbe di inventare nulla ma solo di estenderne la casistica). Sarebbe poco, naturalmente, rispetto all’enorme massa di stupidi in circolazione ma, come dire, piuttosto che niente è meglio piuttosto, qualche stupido non andrebbe a votare e sarebbe un segnale positivo (non per gli stupidi, che se ne infischierebbero, ma per tutti noialtri).
9.4.2 Un altro intervento che uno stato logico e razionale applicherebbe senza battere ciglio sarebbe impedire ai complottisti comportamenti dannosi. Tutti ricordiamo la farsa dell’obbligo vaccinale per poter iscrivere i bambini alle scuole primarie, obbligo parziale e facilissimamente aggirabile. Uno Stato serio non proporrebbe mezze misure: la vaccinazione è un obbligo, punto; se non vaccini tuo figlio sei perseguibile, punto. Così per i “No Mask” e ogni altra forma di complottismo con concrete e pericolose ricadute sociali.
9.5 Le eventuali obiezioni in merito al carattere illiberale e repressivo di questi ultimi punti sono concettualmente errate, e solo un’analisi superficiale qui trova una sorta di paradosso (“Si pretende la libertà e i pieni diritti, salvo poi privarne una specifica categoria”). L’errore nasce da quanto già segnalato a proposito della differenza fra diritti e bisogni [Capp. 1 e 4]. Tutti hanno il diritto alla salute, per esempio, e questo diritto deve essere riconosciuto e tutelato dallo Stato che deve prodigarsi per offrire un sistema sanitario ottimo, per come le scienze mediche sanno indicare, organizzato con efficienza ed equità. Questo è il diritto, e deve valere per qualunque individuo, indipendentemente da ciò che pensa in merito alla medicina tradizionale, l’omeopatia, la naturopatia o i riti voodoo. Ma se un individuo pensa che i vaccini siano parte di un complotto per controllarci, e non vaccinando sé e i suoi figli, laddove esistano le ragioni di salute collettiva sufficienti a giustificare un obbligo di legge, minaccia la mia e altrui salute, qui siamo usciti dal terreno dei diritti ed entriamo in quello dei bisogni patologici: bisogno di aderire a comportamenti antagonisti per soddisfare il proprio ego, bisogno di disubbidire per rivalsa sociale, bisogno di credere a delle sciocchezze palesemente false per ignoranza, e di sostenerle ad oltranza per non rischiare un confronto di realtà col proprio reale potenziale intellettuale, e così via. Se vuoi infibulare la figlia perché è sempre stata una tradizione tribale della tua comunità originaria, quello è un bisogno culturale che contrasta fortemente coi diritti alla vita, alla salute, alla dignità di tua figlia, e quindi, democraticamente, te lo impediamo.
9.6 Gli obblighi di legge e le relative sanzioni contro gli stupidi sono comunque solo un segnale simbolico; doveroso, legittimo ma marginale come reale capacità di far desistere, gli stupidi, dalla loro stupidità. Il deterrente migliore e più forte resta quello dello stigma sociale. Sono i probi, i logici, gli intelligenti, gli onesti che devono apertamente contrastare gli stupidi: cacciateli dalle amicizie Facebook; irrideteli apertamente; sottolineate e biasimate con chiarezza e fermezza la stupidità degli stupidi; allontanateli da voi e dalla comunità cui partecipate. Gli stupidi devono avere terra bruciata attorno a loro, sentire il disprezzo e la riprovazione degli intelligenti. Il silenzio acquiescente, il lasciar correre per quieto vivere, il non impicciarsi, sono i più grandi complici del dilagare della stupidità e del suo approdo vittorioso a tanti comportamenti dannosi.
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