Eccoci qua, in piena distopia in stile ventunesimo secolo. Piccole folle, prevedibilmente infiltrate dai neofascisti di professione, si sono riunite nelle piazze per invocare la libertà di non proteggere la propria salute (scelta sbagliata) e quella, ben più seria, di compiere scelte sbagliate. Servizi e infrastrutture strategici sono bloccati o limitati, con gravi conseguenze economiche, senza che esista un reale conflitto di interesse alla base di tutto questo: tutti i cittadini, in questo momento, hanno interesse a che l’economia funzioni. Assurdo? Certo, ma siamo tutti troppo impegnati a litigare sul Green Pass per rendercene conto.
Penso sia utile premettere che, come i nostri lettori abituali sanno, sul Green Pass Claudio Bezzi e io abbiamo opinioni diverse, come (molto raramente) ci capita, e quindi non esiste una “linea editoriale” di Hic Rhodus sull’argomento. Ho riportato i miei motivi di contrarietà sia pure “dialettica” in due articoli (questo e questo) e non li ripeterò qui. Per quanto mi riguarda, mi sono vaccinato con convinzione e per il mio personale interesse, e non mi considero più “morale” di chi non si vaccina perché ha paura; più avveduto forse sì, ma moralmente superiore no, e trovo che il Green Pass, tra le altre cose, contribuisca invece a suggerire l’errata idea che averlo costituisca un titolo di merito civile.
Ma non è del Green Pass che voglio parlare oggi. Il problema più serio che personalmente vedo oggi è che, come tutti sperimentiamo ogni giorno, il “dibattito” sulle politiche sanitarie è degenerato, e stavolta molto più alla “base” che nel teatro della politica. Sui Social, contatti “pro-vax” e “anti-vax” non discutono su basi razionali, ma si insultano, si aggrediscono, e alla fine si bloccano a vicenda, raccogliendo i consensi dei rispettivi schieramenti e chiudendosi quindi sempre più all’interno della propria “bolla” e diventando sempre più impermeabili alle argomentazioni e alle ragioni altrui. Alla fine, la conclusione apparentemente inevitabile è «con “quelli là” non ha senso discutere».
Personalmente, su Facebook ho diversi contatti e “amici” indisponibili a vaccinarsi contro il Covid, e questo articolo ha lo scopo, forse velleitario, di comunicare con questi (più o meno) amici, che per me (più o meno) tali restano anche se magari sui vaccini anti-Covid hanno idee del tutto errate. Comincerò quindi prendendo in esame un paio di recenti “cavalli di battaglia” presi dalle bacheche dei miei amici contrari ai vaccini, e a dimostrare che sono basati su informazioni false o deliberatamente distorte, e che la realtà dei fatti è opposta a quella che la propaganda “no-vax” vuole accreditare; alla fine, proporrò il mio messaggio agli amici “no-vax”.
Prima bugia: 23mila morti in Europa a causa dei vaccini anti-Covid!

Questa notizia falsa è, ai miei occhi, particolarmente odiosa, perché chi l’ha costruita tenta di sfruttare ai suoi scopi un’istituzione (la farmacovigilanza europea) che ha esattamente lo scopo di proteggere i cittadini dai possibili effetti indesiderati dei farmaci di uso generale, col rischio quindi di comprometterne l’utilità. Vediamo perché.
La farmacovigilanza è un processo, che si svolge sia a livello nazionale che europeo, che ha lo scopo appunto di individuare possibili effetti non attesi dei farmaci di cui sia stato autorizzato l’uso per il pubblico. Si tratta di un processo attivato “dal basso”: sono i singoli medici, o anche i singoli pazienti, a segnalare che a seguito dell’assunzione di un certo farmaco si è verificato un certo effetto non previsto, ovviamente negativo. Nonostante quello che spesso si legge, non esiste alcun impedimento a inviare una segnalazione: basta sapere quello che si sta facendo, e utilizzare ad esempio il portale https://www.vigifarmaco.it/.
Perché il processo di farmacovigilanza non prevede filtri “all’ingresso”? Essenzialmente, perché non si sa in anticipo quali eventi avversi possano verificarsi, e, anziché tentare di effettuare appunto a monte l’analisi di plausibilità della correlazione tra farmaco ed evento avverso, è preferibile farla a valle, con metodi e criteri più omogenei, e con la visibilità di tutte le segnalazioni. Il risultato è che, ovviamente, nel database della farmacovigilanza può entrare di tutto, in particolare quando, come in questo caso, è in corso una campagna vaccinale di massa in tutta Europa. Solo per capirci: ogni anno in Italia circa 75mila persone muoiono di infarto, ossia più di 205 al giorno. Se noi ogni giorno somministriamo 500.000 dosi di vaccino, avremo (vi risparmio i calcoli) ogni giorno circa 12 persone che, per puro caso, muoiono di infarto entro una settimana dalla somministrazione di una dose di vaccino. Si fa presto ad arrivare a migliaia di segnalazioni di morti “sospette” in tutta Europa, visto che l’infarto è solo una delle possibili cause di morte.
Infatti, nel database della farmacovigilanza europea, che raccoglie le segnalazioni di tutti i paesi, si trova appunto di tutto, morti per infezioni provocate da un catetere, avvelenamenti da alcool, incidenti stradali e così via: tutte cose avvenute poco dopo la vaccinazione, ma che ovviamente non hanno a che fare con i vaccini. In altri casi, l’assenza di correlazione non è così ovvia, ed è per questo che l’analisi delle segnalazioni deve essere svolta da esperti; quando dopo questa analisi si trova una correlazione probabile, questa viene riportata nei report dell’EMA sulla sicurezza dei vaccini (come questo) e, se del caso, viene anche aggiornato il “bugiardino” del farmaco.
Costruire una campagna che usa i dati “grezzi” della farmacovigilanza per provocare allarme e screditare i farmaci che funzionano è un atto che considero criminale, e le prime vittime di questa campagna di bugie sono coloro che ci cadono e le diffondono credendoci.
Seconda bugia: i vaccinati si ammalano, quindi i vaccini non funzionano!

Questa bugia la vediamo continuamente circolare, in diverse forme, quasi sempre con un riferimento a dei “sensazionali” dati prelevati dai rapporti delle stesse autorità sanitarie (spesso israeliane o britanniche, ma anche italiane, come in questo caso). Si va da “semplici” articoli acchiappaclick come questo del Tempo, i quali poi nel testo spiegano che il titolo è deliberatamente fuorviante (ma i commenti agli articoli dimostrano che anche chi commenta in genere legge solo il titolo), fino a falsificazioni vere e proprie, diffuse “a cura” delle solite centrali di disinformazione, in cui i dati vengono usati per affermare che i vaccini non funzionano e che anzi sono dannosi.
Come funziona questa bufala? In un modo molto semplice: dato che in Italia oltre il 93% degli ultraottantenni è completamente vaccinato, è ovvio che ci siano più ammalati vaccinati che non. Secondo l’ultimo rapporto periodico dell’ISS, ossia esattamente il tipo di documento da cui quei buffoni del Tempo hanno tratto i dati, negli ultimi 30 giorni tra gli ultraottantenni ci sono stati 412 decessi per Covid tra i completamente vaccinati e 324 tra i non vaccinati, un rapporto quindi di 1,27 vaccinati per ogni non vaccinato; se i vaccini fossero inefficaci, questo rapporto dovrebbe essere 19,11 vaccinati per ogni non vaccinato. Rozzamente parlando, per ogni vaccinato che muore di Covid se ne salvano diciotto; calcolando più precisamente l’efficacia dei vaccini, lo stesso documento dell’ISS, sulla base degli stessi dati, riporta un dato di efficacia nella protezione contro la morte del 94,3%, novantaquattrovirgolatre. E lo stesso accade in USA, Israele, UK: tutte le “notizie”, i memi, le “rivelazioni” che dicono che, visto che le persone vaccinate si ammalano e muoiono ormai sono più di quelle non vaccinate, vuol dire che i vaccini non funzionano, sono delle menzogne, parte della campagna per screditare i vaccini in corso ormai da mesi e di cui ci sono innumerevoli esempi.
Inutile continuare, questo articolo è già abbastanza lungo così: le altre bugie che sono state fatte artatamente circolare sui vaccini (che contengano le sostanze più svariate, che distruggano le naturali difese immunitarie, che la loro protezione sia praticamente zero già dopo pochi mesi, che a causa loro nel 2021 ci sia stata un’impennata di morti “inspiegabili”, eccetera eccetera) sono ugualmente e dimostrabilmente false o fuorvianti, e sono personalmente a disposizione di chiunque di voi volesse verificarle, a patto che si impegni a pubblicare l’esito di questo “debunking” sui propri profili Social.
Alla fine, quello che voglio scrivere ai miei amici “no-vax” è questo: sappiamo benissimo che le bugie di cui parlo le ho lette sulle vostre bacheche Facebook o Twitter, e che avete creduto e diffuso queste o altre come queste. Sappiamo anche benissimo che queste bugie non le inventate voi, ma le ricevete perché fate parte di qualche gruppo Facebook o qualche canale Telegram che sono usati per diffonderle, e le avete ritenute credibili. Il problema non è tanto questo, perché la propaganda menzognera esiste proprio perché funziona, quindi non ha senso prendersela con voi perché ci avete creduto. Il problema è: dato che voi non le avete inventate, chi lo ha fatto? Perché?
Chi compie questa intensa e capillare attività di disinformazione, a cui come abbiamo visto si accordano anche organi di informazione “tradizionali”, non è gente qualsiasi: sono professionisti, pagati. E chi li paga ha uno scopo, che è esattamente creare divisioni, diffidenza e paura nella popolazione. Oggi usano i vaccini, domani useranno altro, ma lo scopo resterà quello; e se voi temete, non sempre a torto, che la politica e gli organi di informazione mainstream facciano propaganda, prendete per favore atto che la “contropropaganda” a cui collaborate è ancora più opaca e pericolosa, e non rende conto a nessuno.
Se ritenete che il mio giudizio sia attendibile, datemi retta: i vaccini sono efficaci e, in base a tutte le evidenze disponibili, molto meno rischiosi del Covid, almeno per chiunque abbia più di 30 anni: non vaccinatevi per avere il Green Pass, vaccinatevi per il vostro bene. Se preferite formarvi un’opinione autonoma, fate come me: leggete, se volete e potete, non i giornali e i Social, ma i documenti originali, i dati non manipolati, gli articoli scientifici verificati, e non date credito ai distributori seriali di menzogne, che magari su Internet si camuffano da gente comune. Grazie.