Vi propongo un esperimento sociale. Prendete un* ragazzin* sufficientemente sveglio/a; può essere vostro nipote, il vicino di casa o chi vi pare. Unica condizione, che abbia una minima sensibilità a un problema socialmente rilevante, nel senso – attenzione! – che sia capace di suscitare subitanee, istintive simpatie di massa. No quindi alla crisi Ucraina o alla Via della Seta (ma quale ragazzino sano di mente potrebbe essere appassionato alla crisi Ucraina o alla via della seta?); potrebbero andare benissimo le violenze sui minori, l’infibulazione, il bullismo… Anzi, il bullismo sarebbe perfetto, basterebbe un ragazzino bullizzato (o che sostenga di esserlo stato) che avvii una bella campagna su questo problema.
Abbiamo il ragazzino (o la ragazzina, se è femmina è meglio) e un tema. Adesso serve un evento che lo metta al centro dell’attenzione dei mass media, quindi… uno sciopero scolastico no perché l’idea ce l’ha già fregata Greta… Un sit in davanti alle telecamere che stazionano a Piazza Montecitorio? Vabbé, ci sarà chi ci saprà consigliare. Poiché sono molto amico del dirigente scolastico, il sit in si farà con tutta la classe dei ragazzini, che solidarizzano col Nostro (o con la Nostra) in nome di un mondo migliore in cui nessuno sia bullizzato. Ottonieri ha un cugino alla redazione di un importante quotidiano nazionale e riesce a farci scrivere un trafiletto…
Fin qui non abbiamo speso praticamente nulla, e con un tre o quattro telefonate abbiamo costruito un caso, con i suoi bei protagonisti, un tema etico e socialmente rilevante, e siamo anche timidamente sbarcati su qualche notiziario. I ragazzini amici del protagonista compulsano per giorni i social media, hashtag: #piùbellisenzabulli.
Quale il risultato, a vostro avviso? Ve lo dico io. Nulla. Zero spaccato. L’adolescente bullizzato avrà forse (e dico ‘forse’…) i suoi cinque minuti di gloria e tutto finirà lì. Il tema è noto, sulle pagine dei giornali c’è già finito un’infinità di volte, l’amico di Ottonieri di più non può fare e c’è un nuovo caso da seguire che sta appassionando l’opinione pubblica: l’ultimo amore di Fabrizio Corona!
Poiché noi di HR siamo intelligentissimi, e queste cose le sappiamo già, riavvolgiamo il nastro e facciamo qualcosa di meglio: investiamo qualche migliaio di Euro sulla diffusione della storia sui social media, con tanto di video YouTube, l’appello dell’adolescente, il sostegno (a suon di soldi) dell’hashtag. Sto pensando a cifre piccoline, diciamo 5.000 euro, fra me, Otto e qualche generoso lettore son certo che ce la possiamo fare. Con questo apparato di sostegno rifacciamo tutto da capo. Adesso il risultato sarà migliore? Sì, abbastanza; diversi like qui e là, nuovi follower su Instagram, video abbastanza cliccato, e poi, nuovamente, più nulla. Perché non ci saranno particolari prese di posizione rilevanti, per esempio politiche, capaci di rilanciare a un livello superiore questo nostro lavoro… Difficilmente ci sarà imitazione in altre scuole, con altre iniziative… Coordinate da chi, poi, queste iniziative? Perché senza una regia restano separate, uniche e uguali, e quindi noiose e non capaci di fare massa, di intaccare le coscienze.
Ma vi pare che noi di HR siamo così sprovveduti? Ma va’! Riavvolgiamo il nastro e facciamo, questa volta, le cose per bene: amicizie vere (altro che il giornalista di Ottonieri!) anche a livello politico; testimonial già anticipatamente d’accordo a supportare l’iniziativa (un Baricco, un Saviano…), il rapido moltiplicarsi di iniziative analoghe coordinate come stile, come parole d’ordine, come modalità, e quindi contatti preventivi, una cabina di regia esperta; e certamente un bell’investimento sui social media (diciamo che 20.000 euro vanno bene per iniziare).
Se tutto va come immaginiamo, la palla di neve inizia a rotolare ingrossandosi. Dopo questo potente avvio ci saranno altre scuole, altri testimoni, e certamente dei politici che, non volendo restare indietro, si metteranno a cavalcare la nobile battaglia contro il bullismo. E giù interviste a pedagogisti, dirigenti scolastici, Save the Children e Telefono Azzurro, che metterebbero implicitamente il suggello della validità, serietà, necessità di questa campagna di sensibilizzazione contro il bullismo, e le Iene farebbero vedere i bulli in azione, e da Maria de Filippi ci sarebbero le lacrime del bullo pentito, e si farebbe una bella manifestazione con migliaia di ragazzin* contro i bulli, l’evento sarebbe un successo presto imitato a Madrid e Parigi.
Noi di HR, promotori e sostenitori, decuplicheremmo i lettori, potremmo far pagare anche la pubblicità, scriveremmo un bellissimo libro, andremmo da Fazio (assieme al ragazzino, sì, ci toccherebbe portarcelo dietro) e tutto il mondo sarebbe più buono.
E qui arriviamo alla morale della storia. La campagna contro il bullismo è una cosa buona in sé; il mondo è migliore senza bulli; la sensibilizzazione è il primo passo verso l’azione; ci scapperà anche un politico che presenterà una legge contro il bullismo (e non gli verrà neppure da ridere!). Vai tu a spiegare alla gente perché mai si dovrebbe essere critici, perché mai c’è un fondo sbagliato in tutto questo, un fondo che getta un’ombra su tutto il resto, una patina di insensatezza nelle migliaia, decine di migliaia, milioni di persone che si rovesciano in piazza contro i bulli, che “laikano” tutto purché sia un elogio al nostro ragazzino (o ragazzina), che bastonano a sangue chi osa fare una critica (i commenti su Facebook contro chi dubita di Greta sono raccapriccianti). L’omologazione del giusto è terrificante. Mentre l’omologazione dell’orrido necessita di meccanismi complessi e lunghi (come quella del cattivismo imperante, mica è nato dall’oggi al domani), quella del buono banale, del sentimento positivo da libro Cuore, del restiamo umani (qui mi viene un’infiammazione alle gonadi), è immediato per una ragione semplicissima: ci assolve. Mettere un bel Like alle banalità ecologiche di Greta non solo ci fa sentire facilmente dalla parte del Giusto (che, di questi tempi…) ma ci risolve la giornata assolvendoci dai doveri conseguenti a tale adesione. Continuiamo con le mille abitudini domestiche inquinanti, non le vediamo neppure, e un Like a Greta ci fa sentire nobili e giusti…
Insomma, per concludere, che dite? Ci arriviamo a 20.000 Euro e ci proviamo?