Lo so, siamo ormai prevedibili, noi di Hic Rhodus. Tra le nostre abitudini, buone o cattive decidetelo voi, c’è l’annuale post col quale celebriamo alcune delle scoperte scientifiche dell’anno che si è appena chiuso, stavolta il 2019 (ma, se siete curiosi, potete ancora leggere il post dell’anno scorso).
La mia selezione, come sempre e com’è inevitabile, è limitata e arbitraria, e come sempre vi consiglio di visitare i molti siti specializzati che in queste prime settimane dell’anno hanno ricordato le scoperte del 2019 e proposto le loro “classifiche”. Uno dei primi è la famosa rivista divulgativa Scientific American; un altro è www.futurism.com che propone frequenti aggiornamenti sulle novità scientifiche (vi indirizzerei alla sezione Hard Science) e tecnologiche. Sempre interessante è la classifica della rivista Science, e, per alcune proposte non presenti nelle altre, la selezione di Science News. Chi non si fida dei criteri di scelta altrui può sempre ricorrere dettagliatissimo elenco offerto da Wikipedia, ma lo spazio su Hic Rhodus è limitato, e quindi proporrò solo alcuni titoli, che come l’anno scorso includono (un po’ ottimisticamente, e vedremo perché) la conferma di una delle mie previsioni di dodici mesi fa. Cominciamo, quindi:
1) Google annuncia di aver raggiunto la Quantum Supremacy.

In realtà, questa più che una scoperta scientifica è un risultato tecnologico, annunciato da Google a ottobre 2019, e in genere io tenderei a non mescolare le due cose. Però il quantum computing, ossia la realizzazione di computer quantistici, è un settore della tecnologia che affronta problemi della fisica talmente fondamentali da costituire di fatto un settore della ricerca fisica applicata.
Inoltre, le ricadute pratiche che il quantum computing potrebbe avere sono tali da giustificare (forse) la collocazione di questa pietra miliare al primo posto di questa classifica.
Ma cos’è la Quantum Supremacy? Si tratta in pratica della situazione in cui un computer quantistico riesce a risolvere un problema praticamente inaffrontabile dai più potenti computer tradizionali. Occorre tener conto che non tutti i problemi algoritmici sono di questo tipo: sarebbe sbagliato pensare che un computer quantistico in grado di realizzare un primo esempio di Quantum Supremacy sia migliore in generale di un computer “tradizionale”. Tuttavia, il 2019 potrebbe essere ricordato come l’anno in cui è stata posata la prima pietra di una nuova era della tecnologia, perché la tecnologia che oggi prevale in un caso molto specifico potrebbe domani consentire di ottenere potenze di calcolo oggi inimmaginabili, a patto di superare le grandi difficoltà che il Quantum Computing comporta per poter diventare “ordinaria amministrazione”.
2) Ora sappiamo come la vita s’è evoluta dopo l’estinzione dei dinosauri.

Tutti sappiamo che l’estinzione dei dinosauri che ha segnato la fine del Cretaceo fu dovuta alla caduta di un enorme meteorite. Ma, dopo questa catastrofe, cos’è davvero accaduto? Ce lo raccontano due studi pubblicati appunto nel 2019: uno, intitolato Il primo giorno del Cenozoico, illustra quanto si è scoperto studiando il sito del cratere Chicxulub, nella penisola dello Yucatan, appunto creato dall’impatto del meteorite. In sintesi, la violenza dell’impatto ha provocato in pratica il seppellimento pressoché immediato del cratere sotto una spessa coltre di depositi, prima che l’area fosse invasa dall’oceano. Ma più interessante, ai miei occhi, è la storia di quello che accadde alla flora e alla fauna, rilevata da un’approfondita analisi di un sito in Colorado, dove le tracce della ripresa della vita dopo l’asteroide (che oltre ai dinosauri aveva cancellato anche molte altre forme di vita tra cui diversi mammiferi di grossa taglia) sono particolarmente chiare, e mostrano la rapidità con cui sia le piante che i mammiferi si sono sviluppati nel Cenozoico (lo si vede nell’immagine qui sopra, che mostra a sinistra la linea evolutiva del mammiferi e a destra alcuni passaggi dell’evoluzione delle piante).
3) Importanti progressi nella ricerca di cure per l’Alzheimer.

Stavolta, lo riconosco, questa segnalazione, che oltretutto corrisponde a un mio “pronostico” di un anno fa, potrebbe peccare di wishful thinking. Eppure, dopo molti sforzi e molte delusioni, pare che ci si possa trovare davanti a qualcosa di decisivo. Mentre infatti diverse ricerche, apparse inizialmente promettenti, si sono alla fine rivelate infruttuose, un’azienda farmaceutica ha finalmente presentato i risultati di un trial su pazienti affetti dalla malattia che al contrario, mentre inizialmente sembrava non offrire novità, avrebbe fatto rilevare benefici reali, non sovrapponibili a quelli di un gruppo di controllo a cui è stato somministrato un placebo. Addirittura, come si vede appunto nell’immagine qui sopra, la presenza nell’area mediotemporale cervello di depositi della proteina Tau, che è il “materiale da costruzione” delle strutture filamentose tipiche dell’Alzheimer, sotto la somministrazione di dosi elevate del farmaco Aducanumab non solo non aumenta (come nei pazienti sottoposti a placebo), ma diminuirebbe.
La consistenza statistica dello studio è limitata, ed è difficile considerarlo conclusivo, ma è possibile che a breve la FDA statunitense conceda l’autorizzazione a commercializzare l’Aducanumab, mentre anche altri filoni di ricerca sembrano promettenti (un’ampia rassegna si trova qui).
4) Nuovi progressi dell’Intelligenza Artificiale.

Per il terzo anno di fila, riservo una delle mie segnalazioni al campo dell’Intelligenza Artificiale.
Stavolta, vorrei parlare non tanto dei progressi verso la Artificial General Intelligence di cui abbiamo parlato più volte qui su Hic Rhodus (ma date un’occhiata a come anche a poker ormai l’AI batta giocatori professionisti), ma dei primi passi verso quella che viene definita la Explainable AI, ossia tecniche di AI che non solo diano le risposte “giuste” ai problemi che le si sottopongono, ma che offrono anche indicazioni sul perché siano quelle e non altre le risposte “giuste”. Tra le iniziative in corso su quest’argomento, cito solo quella dell’IBM, secondo un approccio descritto in un articolo che penso però solo gli specialisti vorranno leggere.
5) La “fotografia” di un buco nero.

Questa, che colloco al quinto posto, è forse la scoperta più apprezzata dai vari siti specializzati. Si tratta in sostanza di un’immagine (certo non una fotografia) realizzata dall’Event Horizon Telescope, una collaborazione di scienziati che in realtà usano numerosi telescopi in tutto il mondo. L’immagine raffigura il buco nero M87*, ossia quello che si trova al centro della galassia Messier 87, come… un buco nero al centro di un alone luminoso che è in realtà provocato dall’accelerazione della materia che viene catturata dal buco nero. L’immagine in sé non aggiunge molto alle nostre conoscenze sui buchi neri, ma è decisamente suggestiva, e la tecnica utilizzata per produrla potrà a breve fornire indicazioni importanti sulla gravitazione in prossimità di oggetti tanto massicci.
La mia lista finisce qui, lasciando fuori molti argomenti interessanti, tra cui cito solo l’esperimento che ha prodotto una spettacolare immagine di fotoni entangled (rinvio all’articolo per ogni chiarimento). Quanto al futuro, ammetto di non avere idee troppo chiare su cosa potrà essere scoperto nel 2020: per non sottrarmi al gioco da me stesso creato, stavolta “scommetto” l’intera posta su qualche novità importante sulla cosiddetta materia oscura dell’Universo. Vedremo tra dodici mesi se avrò sperperato le mie fiches rischiandole su quest’argomento così elusivo.
Ma in fondo forse siamo già in ritardo: il 2020 è iniziato da un po’, e gli scienziati non stanno certo con le mani in mano. Teniamoci aggiornati, mentre la ricerca scientifica accresce la nostra conoscenza e il nostro benessere.