L’obesità è una malattia, e chiamarla “curvity” è una menzogna interessata

Lo dico subito: grasso non è bello. Osservo con fastidio la crescente campagna a favore dei (e specialmente delle) curvy; le modelle curvy, le attrici curvy… che diffondono un messaggio completamente sbagliato, quello che essere ciccioni sia una scelta, una delle tante declinazioni di Ego, e che tutte siano valide, che tutte siano, a modo loro, “giuste”. Ma questo è profondamente sbagliato. Essere obesi è una malattia. Sta aumentando velocemente nel mondo, è un’importante causa di morte e ha dei notevoli costi sociali. Di queste cose – come avete visto – abbiamo già parlato, e non abbiamo da aggiungere o da togliere una virgola.

Quando vedo l’anziano con un’intera anguria al posto dello stomaco o, peggio, il dodicenne che corre in spiaggia con le cicce che gli ballonzolano su e giù, o il donnone che caracolla su gambe a X piegate dal peso, ecco, sinceramente vedo persone malate, e non deliziosamente curvy (i bambini obesi, comunque, sono una vista insopportabile; occorrerebbe con urgenza mettere in terapia psicologica i genitori).

Qualche giorno fa Vanessa Incontrada ha posato nuda per Vanity Fair per rispondere – se ho capito bene (non è che me ne importi molto) – a delle critiche su un suo aumento di peso; come dire: sono quella che sono, io mi piaccio così, fatevela andare bene anche voi. Poi vedete, dalla foto, una bella donna di 41 anni, non certo anoressica e certamente molto attraente anche se appena un po’ più rotondetta rispetto al canone della modella adolescente che deve mostrare le ossa sporgere sotto la pelle. Sono seguite colonne e colonne di post sui quotidiani (che devono pur riempire gli spazi in qualche modo) per non parlare dei social.

Ebbene io non ho affatto visto “un fatto”, non ho letto “degli argomenti”, ma ho assistito a una delle mille e mille comunicazioni che cercano di farsi strada, ogni giorno, per esclusive ragioni commerciali (da parte dei protagonisti) e per stanco mestiere (da parte di giornalisti di serie B).

Potete benissimo inquadrare questo mio post – se lo credete – nel filone dell’esasperazione verso il linguaggio politicamente corretto. I grassi non sono più “ciccioni” (termine abolito in quanto istigatore di sentimenti negativi) ma nemmeno “obesi” (e spesso “grandi obesi”) che pare brutto anche se termine italiano e tecnico, e le persone correttissime si sono inventate curvy – anche in italiano – che è parola aggraziata, rinvia alla morbidezza delle cicce, e sta nel paradiso delle parole utilizzabili senza scadere – udite udite! – nel body shaming. E qui capiamo anche, già che ci siamo, come la comunicazione corretta su temi politicamente corretti sia un’invenzione americana (allegramente adottata anche da noi) e che l’inglese inutile ormai lo parliamo un po’ tutti. Il ‘body shaming’ è la vergogna per il proprio corpo (obeso), che gli hater (che in italiano sarebbe: gli odiatori, o più semplicemente: i deficienti) aggravano con critiche infondate, insulti, aggressioni verbali.

Io non ho alcuna intenzione di fare body shaming. Io stesso sono sovrappeso, tendente all’obesità, e mi sono messo a dieta perdendo, in queste settimane, la mia prima decina di chili. Lo faccio principalmente per la mia salute, perché essere grasso mi aggrava i problemi alla colonna, influisce sulla pressione arteriosa, il colesterolo e altre questioni. Mettermi a dieta è stata una scelta razionale di salute. In secondo luogo l’ho fatto per la mia famiglia, perché le mie (potenziali) malattie avrebbero avuto conseguenze su di loro in termini di costi, assistenza, preoccupazione. Non posso dire di averlo razionalmente fatto per i costi sanitari eventuali che avrebbero gravato sulla collettività; non posso fingere di avere una coscienza sociale così sviluppata, ma so per certo che tali costi ci sarebbero e sono lieto di contribuire a non gravare sui miei concittadini.

Ho diversi amici ciccioni. Voglio loro molto bene perché ne ammiro le qualità morali e intellettuali, e non mi verrebbe mai in mente di criticare il loro aspetto; ma nemmeno di blandirli dicendo loro “quanto sei bellino così curvy”!

Insomma: il mondo ci rifila continuamente dei falsi argomenti per distrarci; e li tratta spesso in modo sbagliato per ragioni comprensibili che non sono quasi mai quelle dichiarate. Vanessa Incontrada ha fatto benissimo a fare quella foto, così si è parlato di lei che usa il corpo come qualunque attrice e modella; lasciamo perdere la sua presunta “battaglia” contro gli stereotipi sull’obesità, il body shaming e altre sciocchezza. E gli oscuri giornalisti e blogger che hanno invaso i giornali – felici di ospitarli – su questa cavolata sono certamente rispettabili professionisti che sgomitano quotidianamente per vedersi pubblicare un pezzo a quattro Euro, se non gratis, e il filone dell’insopportabile politicamente corretto offre ogni istante decine di spunti, per il palato poco raffinato di annoiati navigatori del Web.