A Brescia due No Vax buttano una molotov contro un centro vaccinale; danni ridotti solo per fortuna, arrestati i due. Volevano intimidire la popolazione contro la campagna vaccinale, rallentarne il corso, esprimere un attacco alle Istituzioni. Il mio disprezzo verso i no vax e tutti i negazionisti, complottisti, QAnon e simili è notoriamente totale, ma sarei anche disponibile a pagare questa sorta di prezzo della democrazia che consiste nel sopportare la stupidità degli altri. La stupidità altrui è sempre dannosa per la collettività anche quando è dispiegata entro le mura domestiche, perché viviamo in una società fortemente interconnessa, e in un certo senso è sempre eversiva, almeno nel senso che tende, semmai implicitamente, a minare le istituzioni e le fondamenta del vivere condiviso. Restando ai No Vax, è evidente che anche la semplice testimonianza del dubbio, la resistenza a oltranza a farsi vaccinare, eccetera, hanno conseguenze pratiche sulla collettività, ma possiamo anche – astrattamente – immaginare che il nostro compito (di persone assennate) sia quello di operare una diversa testimonianza, una sorta di moral suasion, dopodiché pazienza! Loro sono pur sempre una minoranza, la vaccinazione dei massa farà bene a tutti (pure a loro), solo in alcuni casi è lecito introdurre un obbligo (per esempio fra il personale sanitario) e poi basta, cerchiamo di migliorare l’educazione e l’informazione e avanti così.
Purtroppo l’esempio di Brescia è lì per smentire questa concezione gandhiana della convivenza democratica. Certo, è un caso estremo, e i No Vax bombaroli sono l’infima minoranza esaltata di una minoranza comunque non proprio equilibrata. Ma c’è una continuità, sotto il profilo psicologico e comportamentale, che non deve essere trascurata. Se i dubbi verso i vaccini diventano credenza, ideologia, identità antagonista, fede in una verità che si pretende essere calpestata da Istituzioni oppressive, ecco che una delle possibili conseguenze è mettere le bombe, come negli anni di piombo i terroristi rossi e neri che credevano di fare la scelta giusta in conseguenza di idee esasperate e male intese.
Io conosco (purtroppo) personalmente una famiglia di No Vax. Già ai tempi della vaccinazione “obbligatoria” infantile voluta nella scorsa legislatura dalla ministra Lorenzin, costoro si erano facilmente sottratti all’obbligo. Oggi, dalle voci che mi giungono, diffondono nel vicinato false idee sul Covid e sul vaccino. Amici comuni hanno per un certo tempo subito una certa influenza da costoro, finquando non si sono ammalati e hanno constatato come questi “amici” complottisti si fossero dileguati, per tornare a farsi vivi a pericolo scampato. Nessuna bomba; nessuna provocazione esplicita; una “normale” famiglia No Vax che, semplicemente e democraticamente, semina dubbi, testimonia una resistenza, influenza negativamente altre persone.
Naturalmente qui si apre un potenziale cavilloso e infinito dibattito: quanto, la maggioranza, ha il diritto di imporre qualcosa alle minoranze? Siamo pieni di esempi storici in cui la maggioranza ha imposto idee che oggi giudichiamo mostruose, e non si tratta di cancel culture: la caccia e i roghi di streghe, come i lager nazisti, sono lì a indicarci come il senso condiviso dalla stragrande maggioranza della popolazione, e dai loro leader, non è necessariamente la verità, non è necessariamente “giusto”, non è da accettare acriticamente.
Vorrei dare un contributo che credo dirimente (e facile da capire): il parere, il comportamento, l’ideologia, la prescrizione etc., che sia di maggioranza o di minoranza, non è mai accettabile quando danneggia il prossimo: nel godimento dei suoi beni, nella sua libertà personale, nella sua salute e nella sua dignità.
Se adottiamo questo metro, e ovviamente non tenendo conto delle diverse intensità ed estensioni del danno, sono da condannare la caccia alle streghe, il nazismo, lo stalinismo, ma anche l’infibulazione, l’obbligo al matrimonio infantile e la pedofilia, l’evasione fiscale, il parcheggio in seconda fila e, naturalmente, l’antiscientismo, antivaccinismo eccetera. Sì, sono cose molte diverse, quello che volevo indicare è il principio generale, che adesso riassumo così: se fai un danno alle persone, ciò che fai è sbagliato.
In realtà abbiamo risolto diversi dei problemi elencati, ma non tutti: chi metteva gli ebrei nei campi era per lo più convinto che gli ebrei cospirassero contro la razza ariana, così come chi bruciava le streghe era convinto che fossero serve del demonio; più in piccolo: i No Tav ritengono di essere danneggiati da quell’opera, e per quello si battono; così come chi parcheggia in seconda fila si rende conto di creare un disagio piccolo piccolo e momentaneo a uno sconosciuto, ma ha davvero molta fretta e ha le sue ragioni. E figuratevi se i No Vax non ne hanno di ragioni, con tutti quei veleni “che si sa” che hanno messo nei vaccini, e loro difendono le loro famiglie, dopo tutto.
Ecco allora che abbiamo bisogno di un altro potente concetto, perché l’idea di non far del male – abbiamo visto – è relativa; l’altro concetto è la ragione. La scienza, l’intelligenza, la razionalità, le evidenze, le competenze… Si potrebbe dire solo “la scienza”, in effetti, e comunque il discorso diverrebbe enormemente complicato sotto il profilo epistemologico (cos’è, esattamente, “la scienza”?). Ma ci fermiamo qui.
Quindi: chi – in barba alle evidenze scientifiche ampiamente accettate dalla comunità di riferimento e dotata di quantità di evidenze empiriche – si comporta illogicamente, irrazionalmente, antiscientificamente, producendo danni materiali o morali al prossimo, è un nemico della società, un eversore, una minaccia permanente e