Per prima cosa mi scuso per la mia ricorrente blasfemia o, se di blasfemia in senso stretto non si tratta, della mia irriverenza verso il pontefice e le credenze dei cattolici. Un gentile lettore mi ha segnalato che qualche volta risulto un po’ urtante criticando, in maniera abbastanza secca e sarcastica, precetti religiosi e stili di vita che costituiscono parte importante dell’identità di molti lettori. Accetto la critica e prometto di evitare inutile sarcasmo, indubbiamente fuori luogo, mentre non posso rinunciare a un ruolo critico, certamente discutibile e personale come tutte le opinioni che ciascuno di noi – laico o cattolico – intende esprimere. Il fatto che senta la necessità – da laico – di commentare criticamente delle posizioni cattoliche, specie se di fonte autorevole, ha lo stesso significato del commento a idee politiche, sociali o economiche. Non ho mai avuto la pretesa di invadere il campo strettamente teologico, con tutta evidenza da me non compreso, prima ancora che non conosciuto. Non sono interessato alla fede e alla trascendenza (se non nel mio fòro interiore) ma alle conseguenze sociali, collettive, del pensiero religioso. I precetti religiosi determinano comportamenti sociali di massa, e anche se io personalmente me ne sottraggo, ne sono comunque oggetto in conseguenza al mio vivere in una comunità. Le parole di papa e vescovi influenzano apertamente i comportamenti politici di molteplici parlamentari che soggiacciono all’influenza ecclesiastica, ma le conseguenze politiche delle loro decisioni riguardano anche me come qualunque altro cittadino italiano, di qualunque fede sia. Ecco perché – certamente col dovuto rispetto – posso criticare anche le parole di Papa Francesco.
A Tbilisi, il 1° Ottobre, Il Papa ha detto:
oggi “un grande nemico” del matrimonio è “la teoria del gender. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio … ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee”, sono le “colonizzazioni ideologiche che distruggono”. Per questo occorre “difendersi dalle colonizzazioni ideologiche. “Il matrimonio – ha detto – è la cosa più bella che Dio ha creato. La Bibbia ci dice che Dio ha creato ‘uomo e donna li ha creati, a Sua immagine’. Cioè, l’uomo e la donna che si fanno una sola carne sono l’immagine di Dio”. Nel matrimonio ci sono difficoltà, incomprensioni, tentazioni. Spesso si vuole risolvere queste difficoltà con il divorzio. Ma “chi paga le spese del divorzio? Due persone pagano” ma “di più! Paga Dio, perché quando si divorzia una sola carne, sporca l’immagine di Dio. E pagano i bambini, i figli. Voi non sapete, cari fratelli e sorelle, voi non sapete quanto soffrono i bambini, i figli piccoli, quando vedono le liti e la separazione dei genitori. Si deve fare di tutto per salvare il matrimonio” (sintesi tratta da Radio Vaticana).
Non si tratta di essere d’accordo oppure no. Si tratta di capire se c’è una profondità di pensiero, giustificata da fatti concreti, o semplicemente una narrazione infondata, vorrei dire quasi mitologica, buona per la comunicazione verso persone semplici, di scarsa cultura e facilmente suggestionabili.
Partiamo dalla cosiddetta “teoria del gender”, che in questa posizione papale (e in precedenti) è ovviamente la giustificazione ideologica di quel che segue. Ma voi lo sapete cosa intende il papa (e i cattolici oltranzisti in genere) con tale termine? La Wikipedia ci può aiutare per un primo inquadramento:
Teoria del gender è un neologismo nato in ambito cattolico negli anni novanta del XX secolo per riferirsi in modo critico agli studi di genere: coloro che fanno uso di questa espressione sostengono che gli studi di genere nasconderebbero un progetto predefinito mirante alla distruzione della famiglia e della società fondate su un presunto ordine naturale.
Gender è un concetto sociologico nato a metà del secolo scorso che significa semplicemente “genere” (inteso: maschile e femminile) per distinguere la dimensione corporea del “sesso” da quella sociale; gli studi di genere (gender studies) intendono studiare la dimensione psicologica dell’identità sessuale, il sistema sociale e culturale costruito attorno alle diversità di genere, le diseguaglianze conseguenti e così via. In questi anni ci sono stati in diversi paesi europei degli interventi scolastici per educare i bambini alla differenza di genere, contro gli stereotipi e contro l’omofobia, che di quegli stereotipi sono spesso il frutto. Il programma italiano (Strategia Nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere) è stato pesantemente attaccato dalla destra cattolica travisandone completamente il significato, come scrivemmo all’epoca. Il fatto che questi programmi educativi, e in generale gli studi di genere, piacciano alle comunità LGBT è ovviamente una conseguenza della prospettiva di comprensione e tolleranza che assumono, senza che ciò segnali l’esistenza di una sorta di complotto internazionale per distruggere la famiglia come si evince dalle parole del Papa. Insomma, non esiste e non è mai esistita, una “teoria del gender” intesa come formulazione organica e diffusa di proposte volte a promuovere l’omosessualità, demolire la famiglia o altre sciocchezze analoghe (nelle “risorse” finali qualche lettura divulgativa per chi vuole approfondire).
La famiglia “tradizionale” è l’altro pilastro del ragionamento papale e dei cattolici più conservatori. La famiglia – dicono – è composta da uomo e donna e dai loro figli naturali. Punto. Vedere la Dottrina sociale della Chiesa per saperne di più (una sintesi dei passaggi più significativi, relativi a uomo, donna e famiglia, li ho riportati QUI). Anche se per il cristiano che lega la sua fede alla parola dei testi sacri questa può rappresentare una verità indiscutibile, qualunque analisi storica e antropologica mostra la sua totale irrealtà: nel mondo, nelle diverse società, in epoche differenti, sono esistite “famiglie” assolutamente differenti da uomo+donna+bambini; quest’ampia differenziazione dimostra semplicemente una cosa: fuori da precetti religiosi, le diverse società hanno plasmato l’organizzazione sociale, inclusa la famiglia, in modi differenti, funzionali alle condizioni locali. È una sovrastruttura religiosa (una fra le altre) che interpreta in modo univoco il concetto di famiglia e pretende di generalizzarne i significati trasformandoli in precetti.
L’esortazione anti-divorzista, infine, ha il sapore di una battaglia di retroguardia riaccesa con l’approvazione del cosiddetto “divorzio breve”. Ritengo che non sia neppure il caso di parlarne.
In conclusione vorrei esprimere la mia laica perplessità. Il Papa è lungi dall’essere uno sprovveduto, così come i suoi vescovi. La Chiesa ha risorse impareggiabili, una saggezza millenaria, una quantità di eruditi e fini pensatori nella sua comunità. Perché quindi queste dichiarazioni così rozze, così facilmente confutabili? La mia idea, già espressa su questo blog è che la Chiesa sia soggetta a due forze opposte e inconciliabili: da un lato la modernità e le nuove richieste sociali (anche e soprattutto in termini di sessualità, famiglia, morale) e dall’altro l’impossibilità di tradire se stessa rinnegando due millenni di dottrina. La Chiesa, semplicemente, non può dire “ma sì, siate liberi di amarvi come vi pare” aprendo (realmente) a omosessualità, contraccezione, aborto; ma restando eccessivamente ancorata a precetti inattuali rischia anche di perdere sempre più fedeli (come di fatto sta accadendo). Ecco allora da un lato le timide aperture di Papa Francesco all’omosessualità, ai contraccettivi e altri temi “sensibili” (aperture sempre limitate e ambigue) che fanno gridare taluni alla “novità” di questo Papa, che poi deve necessariamente ricondurre il suo gregge ai precetti tradizionali. A Tbilisi, indubbiamente, in maniera incredibilmente banale e inaccettabile.
Risorse:
- Giulia Siviero, Cosè la “teoria del gender”, “Il Post”, 16 Aprile 2015;
- Cosa (non) è la teoria del gender, “Coordinamento Genitori Democratici Onlus”;
- Alessandra Boffelli, Teoria del Gender: Cos’è, Esiste, è una minaccia per la Famiglia tradizionale?, “Roba da donne”.