Il poro Zingaretti

Il mio manifesto sgomento verso la piega che ha preso il PD sotto la guida (si fa per dire) di Zingaretti ha stupito alcuni amici che mi chiedono spiegazioni, in particolare rispetto all’ultima uscita sullo ius soli. E allora ecco qui una sintetica spiegazione, breve perché molte cose che sto per scrivere sono già ampiamente argomentate in anni di scrittura su questo blog. È assolutamente il caso – occorrerebbe farlo sempre – di distinguere metodo e merito. In questo caso: un’opinione sulla proposta di ius soli (il merito) distinta dai tempi e modi in cui l’ha presentata Zingaretti (il metodo). In questo modo si posso trarre lezioni valide anche in altri contesti e su altri temi, come temo sarà necessario a breve vista la pochezza – IMHO – del gruppo dirigente PD.

Il merito è lo ius soli. Sempre detto di essere contrario. Poiché questa idea è ciclica, ne scrissi adeguatamente già due anni e mezzo fa e – chi fosse interessato ai miei personali perché e percome – se lo può rileggere. Certo, lo so: il tema dei migranti è diventato identitario e distintivo. Se sei “di sinistra” (boh?) devi “restare umano”, pretendere di “accoglierli tutti” e via discorrendo; non serve un’analisi, anzi: se fai un’analisi puzzi di destra lontano un miglio: accogliere tutti come? Dove li mettiamo, come li sfamiamo? Come li controlliamo (o non dobbiamo controllarli?)? Per il nuovo umanesimo di sinistra, tutto prepolitico, la battaglia è stare di qua dalla linea tracciata da Salvini (o meglio, occorrerebbe dire: cavalcata da Salvini, rimarcata, ribadita in ogni occasione e grossolanamente da Salvini, che la linea è lì a prescindere). Senza che metta i link ai tanti articoli qui su HR, chiunque si fermi a ragionare si potrà accorgere che non è possibile accogliere tutti; non è possibile accogliere indiscriminatamente; non è possibile trovare dignità, casa, lavoro, ricongiungimento familiare, godimento di servizi eccetera a tutti senza un’attenta politica (POLITICA, diomio!). E non serve sbandierare le dichiarazioni di chi dice che abbiamo bisogno di manodopera, o di chi dice che l’INPS sopravvive grazie ai contributi dei migranti; i due argomenti convivono. Sì, abbiamo bisogno di migranti, e probabilmente ne avremo sempre più bisogno, ma a certe condizioni, entro determinati limiti, con certe caratteristiche.

Poi c’è il metodo, che è la questione più grave. Perché si può dissentire su quanto ho appena scritto e discuterlo. Anzi: discuterlo, per bene, senza umoralità, senza cavalcare slogan di parte, è il sale della politica. Ma non discuterlo, affermarlo come slogan, ammantarsi di quella medesima umoralità, è il contrario della politica, è soprattutto il contrario di quello che dovrebbe fare, in questo periodo, un partito popolare e di centrosinistra come il PD.

Ora: il PD in Emilia Romagna si sta giocando il futuro suo e nostro. E bisognerebbe avere uno straccio di pensiero, un brandello di visione, un abbozzo di strategia per cercare di vincere – e non di misura – in questa Regione. E cosa tira fuori dal cappello il poro Zingaretti? lo Ius soli??? Quanto basta a rallegrare lo zero virgola alla sua sinistra e a spaventare i molti piccoli borghesi che sono sempre stati “a sinistra” (?) per abitudine, per mancanza di alternativa; e che sono sostanzialmente d’accordo sul portare le armi, respingere i neri, diffidare dell’Europa… Sì, certo, l’Emilia Romagna è governata bene e ha un’ottima sanità (a proposito della sciocchezza scappata dalla bocca del Truce qualche giorno fa) ma non serve un sociologo per spiegare che se vivi in un posto dove la sanità è ottima, e non hai nessuna contezza del fatto che questo abbia costi, impegni organizzativi, volontà politiche, tu consideri quella sanità una cosa “normale”, e la tua attenzione è catturata da altri temi e argomenti. Fare una campagna elettorale in difesa (la nostra sanità è la migliore d’Italia) o con proposte estemporanee dove il tuo avversario naviga a gonfie vele (migranti e ius soli), vuole dire avere una visione piccina piccina, da perdenti.

Pare che il PD vada benino a Bologna e nelle città più grandi, e malino nelle campagne e nei piccoli centri: non è un campanello d’allarme? All’entroterra emiliano-romagnolo gli andiamo a dare in pasto lo ius soli (non un tema locale) anziché rispondere ai problemi locali? E l’Umbria, veramente non ha insegnato nulla? Anche la sanità umbra è una delle migliori italiane, sia come qualità che sotto il profilo dei bilanci (andatevi a cercare le statistiche se non ci credete); ma la Regione è stata persa alla grandissima a causa dell’arroganza del PD e per il cambio di alleanze locali, visto che la media borghesia ha deciso che il gruppo da 50 anni al potere non era più sufficientemente affidabile. È così che si perdono le elezioni: i grandi elettori cambiano convenientemente cavallo infischiandosene assai dello ius soli, mentre il popolino ignorante può finalmente bastonare i politici magnaccioni, quelli del palazzo, i privilegiati, e in culo la sanità! Non penserete mica che se vince la destra la sanità sarà smantellata?

Ecco: io trovo che il PD sia diventato assolutamente, totalmente, irrecuperabilmente incapace di analisi. Si buttano là idee, sempre di stampo prepolitico, si insegue il populismo grillino, si vive alla giornata e si spera nella sorte. E Zingaretti è stato semplicemente il punto di equilibrio fra i diversi capi tribù che si contendono le spoglie del partito; un punto di equilibrio con pochissimo carattere e leadership (ricordarsi l’andamento della trattativa con Di Maio per fare il governo), con una visione debole o ignota.

Così, ve lo dico, non solo perderemo l’Emilia Romagna, ma non recupereremo più nulla che abbia un vago aspetto di rinascita, slancio, visione, costruzione… che francamente non so più se chiamare “sinistra” o no.