Alla fine l’SPD ha espulso Thilo Sarrazin, storico esponente del partito, per le sue continue bordate anti islamiste, incompatibili con la linea dell’integrazione dei socialdemocratici tedeschi. Dico subito che non conosco la lingua tedesca e quindi non ho letto i testi di Sarrazin, e non intendo quindi entrare nel merito di questa vicenda particolare. Sarrazin potrebbe effettivamente essere troppo prossimo alle posizioni dell’estrema destra, potrebbe avere argomentato in maniera maldestra la sua posizione… Diciamo che ora non ci interessa e volgiamo lo sguardo sul tema più generale – che tocca anche l’Italia – dell’integrazione di popolazioni diverse per religione e cultura; un tema che – per ragioni ovvie, se non altro di numeri – riguarda in particolare i musulmani.
Prima di procedere ricordiamo che abbiamo abbondantemente affrontato il tema – più ampio – dell’immigrazione, e la nostra posizione è stata chiaramente riassunta anche recentemente da Marco Bezzi in QUESTO post in cui, in estrema sintesi, diciamo:
- ovvio i salvataggi in mare (doverosi);
- bene l’immigrazione ma controllata e regolamentata perché gli immigrati, ben integrati, ci servono e portano benessere anche a noi;
- no all’immigrazione selvaggia (come di fatto è ora, grazie alla perdurante legge Bossi-Fini – e che questa sia ancora la legge in vigore, malgrado i numerosi anni di governo “di sinistra”, a me personalmente appare scandaloso).
Tutto ciò premesso, l’accoglienza dei rifugiati e dei migranti che ci servono, passa attraverso un principio che mi pare estremamente semplice e ovvio: siamo a casa nostra. È casa nostra e ciò non ci esime dall’essere gentili e accoglienti coi nostri ospiti, educati e cordiali, offrire loro gli strumenti per la conoscenza della nostra cultura, che loro ignorano totalmente (per carità: come noi ignoriamo tutto di loro…) e ogni strumento possibile (economico, formativo…) per intraprendere la loro nuova vita felice in Italia, fra italiani felici e accoglienti. Non sono sarcastico: bisogna insegnare loro la lingua, spiegare loro come funziona il sistema sanitario, quali diritti hanno e quali doveri. Per esempio bisogna spiegare loro che l’infibulazione è un reato odioso, e non solo è proibito ma crea nell’opinione pubblica le condizioni avverse che potrebbero rendere più difficile l’integrazione. E che in Occidente le donne hanno un ruolo, una considerazione e una dignità forse differenti dai loro Paesi di origine, e quando un italiano infrange queste regole (perché anche noi abbiamo la nostra bella strada da fare) c’è un’indignazione palese e generale che, nel caso dell’immigrato, sfocerebbe in sentimenti anti immigrazione. Che quindi le loro figlie femmine non possono essere ristrette in casa, non possono essere picchiate, né obbligate a sposare secondo tradizioni da noi inaccettabili.
Tutto questo – come ha già notato Marco Bezzi – ha dei costi, assolutamente accettabili a fronte della migliore integrazione, e quindi del minore conflitto interetnico.
Quando vedo la pseudo-sinistra italiana appiattirsi acriticamente sui presunti diritti dei migranti di comportarsi, invece, in maniera che definirei ostile, mi arrabbio non poco, e quindi riepilogo alcune cose dette e ridette su questo blog:
- i fratelli musulmani non sono musulmani moderati, ma fiancheggiatori degli islamisti radicali, e in certi paesi che di islamismo se ne intendono (Egitto) sono fuori legge come terroristi;
- il velo non è un precetto religioso, ma un simbolo identitario preteso da chi, attraverso quel velo, vuole imporre la parte peggiore dell’Islam; peggio ovviamente il burkini; non lo dico io, lo dicono gli islamici moderati che vivono in Italia;
- in Italia le donne vanno dove pare a loro, incontrano chi vogliono, e decidono il loro destino; se sei ospite in Italia e massacri di botte la figlia perché non vuole mettere il velo, o perché frequenta un giovane italiano, ti si mette in galera e ti si toglie la patria potestà, aiutando concretamente moglie e figlie a farsi una vita senza lo stronzo;
- in moschea ci vai a pregare, non a farti indottrinare da imam radicali; quindi: in moschea si parla italiano, le autorità italiane hanno diritto al controllo e gli imam facinorosi vengono espulsi.
Ognuna di queste regole, e altre simili, oltre a parermi di buon senso hanno anche la proprietà della reciprocità: nessuna Occidentale con un briciolo di buon senso si mette in bikini a Riad; nessuno va a predicare Gesù alla Mecca; salvo persone con scarso equilibrio mentale, gli occidentali in visita in luoghi culturalmente differenti cercano di rispettare la cultura locale che trovano. Lo so che non è sempre così ma, in linea teorica, siamo d’accordo che se non siete yankee ignoranti cercate di rispettare la spiritualità dei templi buddhisti, i cimiteri pellerossa e le regole sociali arabe. Cercate; semmai imparate le regole per tentativi ed errori, ma sapete che siete a casa loro e quindi cercate di non disturbare troppo. E questo anche se siete turisti danarosi che portano benessere.
Una politica dell’accoglienza di sinistra butta nel cesso gli slogan stupidi di questi anni (a partire da “accogliamoli tutti”), fa una legge intelligente in sostituzione della Bossi-Fini, investe sui paesi di partenza con solide e intelligenti politiche estere, è rigorosa sugli ingressi, molto accogliente con chi ha deciso di accogliere e molto dura contro gli italiani che mostreranno comunque comportamenti xenofobi. Questa è una politica di sinistra, che porta benessere, spunta le armi alla destra becera e troverebbe un grande punto di equilibrio.
Il resto, tutto, sono chiacchiere al vento.