Il fòro interiore (ho messo l’accento fonico, così si capisce che non parlo di un buco qualunque del nostro corpo, ma di uno spazio psicologico del nostro Ego) è la causa di una quantità incalcolabile di sciocchezze che ha – fra le conseguenze di minor conto – quella di disinvogliarmi assai a parlare di politica, come spiegherò un po’ più avanti. Il meccanismo dello sciocchezzario causato dal fòro è di una semplicità disarmante. Noi, tutti noi, non abitiamo il mondo con le sue vastità e la sua complessità. Al contrario noi siamo relegati, vita natural durante, entro l’angusto spazio di quel fóro (qui inteso come buco, pertugio, nicchia). Noi abitiamo dentro noi stessi, dentro il corpo che manovriamo dalla sala controllo, ma solo in un sottoscala di quel magnifico organo che è il cervello, ché il 98% del lavoro va in automatico, con le sue sinapsi, le sue chimiche. Nel bugigattolo che abbiamo in comodato d’uso noi vediamo il mondo e lo elaboriamo e interpretiamo, alla luce dell’educazione ricevuta, delle scuole fatte, delle esperienze (viaggi, libri, incontri…). Poiché la stragrande massa di individui (con esclusione mia e tua, lettore) ha avuto un’educazione generica, frequentato poche scuole di grana grossa e fatte pochissime esperienze (il mondo è infinito, la nostra possibilità esperienziale estremamente limitata), finisce che le nostre capacità di elaborare le informazioni, dal bugigattolo interiore, sono analoghe alla tabellina del 2, diciamo alla tabellina del 4 se (come il sottoscritto e come te lettore) siamo persone speciali, evolute, con buoni studi alle spalle ed esperienze bastevoli per una dignitosa biografia.
Anche se folle di preti si affannano a parlare dell’immortalità, arrivati – diciamo – ai 30 anni, sappiamo che la vita è breve e unica. Quel che sarà dell’anima non lo sa nessuno, ma lo strapuntino interiore sarà chiuso definitivamente e tutto, ma proprio tutto, quello che hai fatto sarà lasciato indietro.
A Ego questa idea sta un po’ di traverso; già capisce poco (ma si crede un fenomeno) e in più gli toccherà tirare le cuoia; che ingiustizia!
Il combinato disposto di questi due fattori, lo scantinato interiore e la sua prossima demolizione, crea un insieme di fenomeni che gli psicologi e, in particolare, gli psic[o]analisti, ci hanno ben descritto e documentato, e che i sociologi raccolgono come comportamenti sociali che chiamano in vari modi: egotismo, edonismo, familismo, cinismo, opportunismo eccetera eccetera.
Insomma: il razionalismo più volte invocato in queste pagine va a farsi friggere di fronte all’opacità percettiva (distinguere cosa sia razionale e cosa no, cosa utile e cosa dannoso, quali costi comporti un’azione a fronte di quali benefici…) e all’urgenza di vivere (appagarsi, soddisfare il principio del piacere).
È per questo che miliardi di esseri umani si agitano tutti i giorni, sbattendo uno contro l’altro come atomi impazziti, mettendo in fila banalità, diverse sciocchezze e – ma molto raramente – qualche colpo di genio fortunato. Miliardi di persone, moltiplicati le migliaia di gesti e azioni e comportamenti quotidiani, moltiplicati tutti i giorni di un anno, dà un’idea di quello che intendo per ‘complessità’ (un altro concetto usuale per i lettori di HR).
Apro l’HuffPost di questa mattina verso le 9. Prendete la faccenda di Grillo e Conte attorno a quello che resta del M5S. Toglietevi la facies politologica e osservate quello che succede; non ha nulla di politico! Conte, dal suo studiolo interiore, cerca di fare il salto da Signor Nessuno a Capo Politico calzato e rifinito, e trama, scrive statuti, contatta, distingue, mette in atto tattiche (comunica, scomunica, non va all’ambasciata cinese…), mentre Grillo, che ha avuto un successo personale, narcisistico, straordinario solo pochi anni fa, dal suo camerino interiore non vuole farsi scippare il giocattolo, anche se ammaccato. Tutto qui, non c’è altro. La politica (che è razionalità) non c’entra un fico secco.
Il Vaticano denuncia il ddl Zan (lotta all’omofobia) con la pretesa che violerebbe il Concordato. E giù di vecchi preti mai stati felici, che dall’interno della loro sagrestia interiore trovano un’identità e uno scopo solo nel diffondere sensi di colpa e paure del demonio, che altrimenti non troverebbero una sola ragione al mondo per la loro esistenza; e si appellano a quell’abominio illiberale del Concordato, voluto la prima volta da Mussolini per comperarsi le gerarchie ecclesiastiche e rinnovato nella Prima Repubblica per la stessa, medesima ragione. Non c’entra nulla la religione, non c’entra la fede, non c’entra Dio (come la maggioranza dei cattolici sa benissimo). E gli omosessuali che strepitano per ottenere quella legge, sostanzialmente inutile sotto il profilo giuridico (ne abbiamo parlato QUI), lo fanno per una razionale convinzione sui benefici? O per un edonismo protagonista, dal chiuso del loro circolo interiore (ovviamente arcobaleno) e sull’onda della (più che giusta) accettazione crescente delle diversità sessuali? Siamo sicuri che sia una battaglia sui diritti civili (in Italia molto arretrati) e non una grande campagna di comunicazione pubblica?
I miei pazienti lettori possono continuare da soli, sull’HuffPost di oggi o di domani, o sulla Stampa, sul Corriere, dove preferiscono. La conclusione è che non si legge quasi mai (“quasi”, qualche eccezione c’è) di politica, di pubblica amministrazione, di diritti e doveri, di programmazione, di conduzione della cosa pubblica, di spiritualità (per chi lo desidera) e di cultura (per chi fosse interessato), ma solo, o soprattutto, di piccoli Ego che scalpitano, di narrazioni individuali volte a soddisfare il proprio infantile desiderio di potenza, guadagnare titoli (per lo più simbolici) che aiutino a dare un senso alla vita a persone che di senso, in loro stesse, non sono in grado di trovarne.
E voi dite che questa è politica, e che dovrei scriverne? Questa è noia mortale, ripetizione infinita del solito copione scritto con la mano sinistra per l’ennesima serie TV tappabuchi.
La politica è razionalità, programmazione, valutazione, confronto su temi reali, ricerca di soluzioni che abbiano un beneficio netto per la popolazione che si rappresenta, amministra e governa. Sì, ci sono esempi di questa politica, anche in Italia, se no avremmo già chiuso baracca e burattini, ma oggi non ho voglia di scriverne.
Dal mio tetro pertugio interiore per oggi è tutto.