Perché gli antivax hanno vinto

Sono stato folgorato da questa foto, scattata alla manifestazione antivax di Milano di qualche giorno fa. Ho capito tutto. Gli antivax hanno vinto, o comunque vinceranno sulla distanza. La foto, la vedete, mostra di schiena un povero pargolo con una scritta sulla maglietta, vergata a mano con un buono stampatello dal solerte genitore antivax. “Non mi avrete mai come volete voi”. Ecco, in questo slogan, non originale, sta la soluzione. Ci si poteva aspettare una scritta tipo “Libertà di cura”, o “Il corpo è mio e me lo vaccino io”, e invece si fa riferimento a un Ente minaccioso (“voi”) e a un programma antagonista (“non mi avrete mai”). Ecco. Gli antivax sono contro i vaccini in quanto animati da sentimenti antagonisti che potevano incanalarsi in molteplici strade: anti-olio di palma (ma è poco evocativo ed è fallito sul nascere), anti-insegnamento di matematica , anti-wi-fi… invece si è incanalata sulla protesta contro i vaccini per alcune semplicissime ragioni:

  1. riguarda i bambini, e guai a chi li tocca;
  2. riguarda i vaccini, sui quali una valanga di informazioni false e complottiste aveva già creato una buona base di sciocchi creduli;
  3. ha a che fare con le Istituzioni, ovvero il potere oscuro, e con un Grande Fratello come Big Pharma, ovvero una delle incarnazioni del male.

Dal punto di vista comunicativo un mix perfetto. I bambini, accidenti a loro, sono intoccabili e qualunque genitore si infuria se osi anche solo attaccarlo su questo elemento; subito dopo il cane, il bambino è l’oggetto sacro dove si riversa ogni idiozia genitoriale. La base complottista poi, è inutile che ci giriamo attorno, è assolutamente inconfutabile. E’ inutile spiegare all’antivax che la famosa correlazione fra vaccini e autismo fu una truffa, come tale dichiarata dal truffatore stesso; è inutile spiegare che non c’è mercurio o metalli pesanti o roba strana se non nelle percentuali e per le ragioni in cui c’è roba strana nell’insalata, nel mio cane, nel rosmarino e nel mio intestino; è inutile anche mostrare i dati della quantità di gente viva grazie ai vaccini o spiegare che Big Pharma guadagnerebbe di più da una bella epidemia che dai vaccini. Inutile, perché non sono queste le ragioni degli antivax. La ragione vera – che poi è solo una – è scritta nella maglietta di quel povero bimbo: loro non voglio essere “come vogliamo noi” (io, voi lettori, la Lorenzin e Big Pharma). Loro, porcaccia della miseria, ragionano con la loro testa, e niente di ciò che diciamo noi omologati, servi, sciocchi, disinformati, acquiescenti, niente li può imbrogliare, nessuno li può far deviare, nessuna “evidenza” li potrà contraddire. Evidenze di che? Chi lo dice? Che interessi ha quello che lo dice? Mica mi fido, no no, non mi fido e proteggo il mio bambino, perché io non sono come voi.

Gli antivax sono antagonisti bene educati. Molto più pericolosi degli anti Tav, degli anti Tap e dei black block. Perché non rompono le vetrine, scrivono un buon stampatello, hanno una mediocre cultura e, santi numi! difendono i loro bambini, mica meschini interessi di bottega. Ho parlato di cultura mediocre, ed è un elemento fondamentale. Scrivo “mediocre” per intendere che non sono affatto ignoranti analfabeti (questi si fidano del medico e si fanno vaccinare!) e non sono neppure acuti intellettuali dalla profonda capacità critica; sono persone comuni, generalmente con una media professione, una media scolarità, e quindi la capacità di discutere e controbattere, informarsi (sbagliando, come vedremo) e alimentare il circolo vizioso delle loro credenze. Vediamo precisamente come funziona questo circolo vizioso:

  • la ridondanza informativa del web rende possibile trovare molte verità, molte menzogne e, quello che importa veramente, molte quasi-verità. Ci sono dei casi rarissimi in cui i vaccini possono far male, diventa che spesso i vaccini fanno male; che Big Pharma non regali i vaccini ma ne tragga un profitto lecito, diventa l’oscuro interesse di Big Pharma… La mezza verità è difficile da smentire senza ampie spiegazioni, senza distinguere, senza precisare, senza ciò fare discorsi complicati battuti in partenza dallo slogan facile;
  • l’aggregazione in circuiti numerosi dà forza e alimenta l’idea di essere una minoranza coraggiosa; la presenza poi di “esperti” qualificati finisce col dare certezze, e a poco serve scavare nelle biografie di questi presunti guru per verificarne, semmai, l’inconsistenza scientifica. Fra falsi guru e medici idioti che spalleggiano gli antivax (ricordiamoci sempre di Cipolla, gli stupidi sono equamente distribuiti fra tutte le categorie, medici inclusi) il gioco è fatto. Loro hanno i loro studi, i loro medici, i loro esperti, mentre noi abbiamo i nostri; perché dovrebbero proprio essere loro in torto?
  • questi gruppi riescono a crescere indisturbati per lungo tempo, prima di diventare, noi, consapevoli del rischio che fanno correre; si chiama teoria di Mancur Olson e si riferisce al fatto che i gruppi di pressione protezionisti, antiscientifici, di freno allo sviluppo approfittano delle libertà democratiche scaricando gli effetti negativi sulla società che, essendo assai più ampia, inizialmente non se ne accorge; finché non è troppo tardi;
  • infine: non avvezzi al confronto scientifico, alla dialettica politica, al processo analitico, alla comparazione delle fonti, costoro confondono le loro opinioni con le altrui competenze; loro – sulla confusa base già indicata – credono che i vaccini facciano male, e considerano il parere dell’epidemiologo, che invece sa che fanno bene, un parere alla stregua del loro; questa basilare confusione (di cui ho discusso approfonditamente QUI) è la ragione drammatica dell’impossibile dialogo con antivax, grillini, complottisti e veri credenti assortiti.

Se questo è il modello sociale dello sviluppo di queste minoranze, occorre anche spiegare perché mai antivax e non, per esempio, antismog, o antidiseguaglianze, o qualcosa di apparentemente più ragionevole. Anche qui possiamo azzardare alcune ipotesi:

  • i temi esemplificati – smog, disuguaglianze o altro – sono universalmente noti; si possono avere posizioni differenti sul contrasto di questi fenomeni, ma assieme a cittadini preoccupati si potrebbero trovare torme di scienziati e nugoli di capi di stato. Non c’è nulla di alternativo a essere antismog. C’è molto di antagonista, invece, a essere antivax; costoro vogliono essere riconoscibili proprio in questa loro battaglia contro il sistema, identificato nell’imposizione dei vaccini;
  • questo desiderio distintivo e antagonista ha moltissimo a che fare con la cultura edonista, individualista, narcisista tipica di questi ultimi anni e, assieme, con quella che sempre su HR ho chiamato scomparsa del futuro. La scomparsa del futuro è la vita schiacciata dal presente tecnologico, in una vita sospesa e senza slanci prospettici in cui si sente il bisogno di dare un senso alla propria vita, anche a costo di gesti estremi e simbolici oppure, nella visione borghese, urbana, occidentale, annoiata, banalmente noiosa, ponendosi contro i vaccini.

Diversi indicatori ci dicono, desolatamente, che questo trend è vincente. Le tendenze del sistema tecnologico e informativo vanno aumentando la loro pressione, la cultura di massa è opaca e incerta, il potere, tutti i poteri, sempre più visti come distanti e nemici. Gli individui isolati, con scadenti reti sociali, poco certezze sul futuro, nessun reale interlocutore istituzionale, sommersi da angoscia e dubbi, trovano nei complotti, nei pericoli che nessuno ha il coraggio di dichiarare, nelle notizie che nessuno ti dirà, una risposta al disagio anzi: una speciale “normalità”, quella di chi ha capito il pericolo e, assieme ai pochi, si erge per difendere diritti fondamentali. Trovano la ragione per un attivismo consono al nuovo millennio, l’attivismo dell’antipolitica, dell’indignazione, dello sbugiardamento dei poteri, corrotti per definizione. Trovano infine l’adeguato riconoscimento della loro mediocre cultura, del povero senso critico, della dialettica elementare; loro trovano riconoscimento della propria opinione, che vale come la mia, come quella di un premio Nobel della medicina, come quella dell’OMS, come qualunque altra, perché loro non sono secondi a nessuno, e non riusciremo mai ad averli come vogliamo noi.

NOTA 29 Luglio: arrivati quasi a 100 interventi chiudiamo lo spazio commenti ringraziando tutti. Nessun nuovo contributo sta offrendo nuovi spunti di discussione, mentre si stanno acuendo gli scontri personali e siamo stati costretti a censurarne un paio.