Sospesi 10 sanitari, nel bellunese, per essersi rifiutati al vaccino. La decisione del tribunale di Belluno, che ha confermato la validità della sospensione, è storica, non già perché inattesa (QUI le ragioni di una sua ovvietà giuridica) ma perché rappresenta un punto di svolta fra l’ondivaga indecisione sulla quale veleggiavamo (sin dai tempi dell’obbligo decretato da Lorenzin e generalmente aggirato da genitori NoVAx) e la necessità di una decisione qualsivoglia. Rimarchiamo fra parentesi che ancora una volta, nel nostro Paese, è il potere giuridico a dover supplire all’inettitudine di quello politico esecutivo. Possiamo immaginare da un lato ricorsi nel caso specifico di Belluno, ovvero repliche altrove dell’imposizione, a costo di andare di fronte a un giudice, ora che la strada è aperta.
Io sono notoriamente a favore dell’obbligo vaccinale, mentre qui in redazione di Hic Rhodus sono compresenti posizioni più sfumate. Sono già note ed è inutile ripeterle.
Vorrei invece approfittare dell’occasione per un tema un pochino più generale: il ruolo dell’etica nell’esercizio del Potere.
“Etica” viene qui intesa in senso assolutamente differente da “morale”; la morale suggerisce il comportamento in base a categorie valoriali, ovvero ciò che è giusto e ingiusto, ciò che è bene e ciò che è male. L’Etica invece è una riflessione filosofica sulle norme di comportamento, sul loro fondamento e la loro logica.
Dalla morale discende quello che chiamiamo, dispregiativamente, “moralismo”, e abbiamo speso diverse pagine su questo blog per scrivere ripetutamente che la morale deve essere esclusa dalla politica (per esempio QUI, ma non solo). La morale deforma la politica, stravolge l’azione decisionale, sclerotizza le fazioni.
Ma l’etica è un’altra cosa, è riflessione distaccata, almeno nei termini che voglio brevemente proporre qui. Il tema è il seguente: ogni potere ha necessariamente un’etica, se si dà a questo concetto un senso non “morale”, non valutativo. Il concetto di ‘potere’ e quello di ‘etica’ sono prossimi, pur nell’ovvia distinzione. Il Potere, per affermare se stesso, deve proporre un codice di comportamento, stilare delle priorità valoriali, perseguire in vari modi una generale sovrastruttura relativa al Bene e al Male così come compatibile e coerente con la visione del Potere.
Non vogliamo confondere il lettore, ma in questa riflessione dobbiamo prescindere dalle nostre simpatie: il potere comunista sovietico affermava una sua etica: che l’abbia fatto coi gulag è altra questione; il potere nazista aveva una sua etica: che tale etica includesse i lager è altra questione. Anche il potere che definiamo democratico, liberale, occidentale ha una propria etica; i diritti garantiti e quelli ostacolati, i codici giuridici, le politiche pubbliche varate, i rapporti fra Stato e religioni, le forme in cui si esprime l’opinione pubblica, etc., sono le forme storiche, attuali, dell’etica del potere nella nostra società.
E fatte queste premesse posso arrivare al dunque: in quale modo e forma un eventuale obbligo vaccinale è compatibile con l’etica implicita della nostra democrazia? “Etica implicita” rinvia a una sorta di ermeneutica giuridica; intendo: indipendentemente da quello che è previsto nei Codici, indipendentemente dalla giurisprudenza, un eventuale, esplicito e normato, obbligo vaccinale, sarebbe compatibile con la visione democratica occidentale? La risposta a questa domanda non riguarda la particolare declinazione mia o vostra della democrazia e di come dovrebbe essere. Riguarda la realtà, riguarda la prassi.
Ora, la mia risposta è che sì, la democrazia occidentale nasce su presupposti molto chiari, a mio avviso, che riguardano il benessere dell’individuo sopra quello della comunità (come viceversa nell’etica sovietica, o in quella peronista-zapatista), ma ciò significa che compito del Potere è preservare tale benessere limitando quello della comunità. Come la mia libertà di esprimere opinioni non può essere limitata da una qualsivoglia opinione della maggioranza, la mia libertà di impresa non può essere limitata da quella dello Stato, la mia libertà d’amare non può essere limitata dalla gerarchia ecclesiastica e così via. Poi sì, ci sono limiti e deroghe; perché la libertà individuale non può diventare egoistico danno per altri individui, e lo Stato moderno mette dei paletti e controlla, ma dentro il quadro tratteggiato. E poi ancora sì, in realtà non funziona così perché lo Stato, la Chiesa e anche una generica opinione pubblica spesso intervengono pesantemente e impropriamente. Ma tutto questo porterebbe lontano e comunque ne abbiamo molto parlato qui su HR.
L’obbligo vaccinale, in conclusione, sarebbe assolutamente compatibile con la visione etica della società democratica occidentale. Perché allora nessun paese, al momento, è intervenuto chiaramente in questo senso? La risposta riguarda la complessità decisionale di questi anni, riguarda i legami deboli, riguarda la crisi degli intellettuali (e fra questi i politici) e altro ancora; la conclusione è il balbettio: si vorrebbe ma non si fa; si suggerisce ma poi si rinnega; si propone una norma ma poi si può trasgredire. Nessun governo ha l’autorevolezza capace di legittimare l’autorità, e tocca quindi – per esempio – al potere giudiziario intervenire e supplire.
Indipendentemente da come la pensiate sul tema specifico, questa è un’altra delle gravi debolezze delle democrazie occidentali: avere perso il luogo e il modo della decisionalità; non sapere decidere; non sapere mostrare una strada e una visione.