Regola N° 1: fare poco e in fretta, ma farselo pagare bene

Guia Soncini (se non la conoscete: scrive su Linkiesta, è graffiante, irritante, colta, scostante e non le manda a dire; insomma: scrive come piacerebbe a me) racconta di frequenti e generalizzati casi di cattiva sanità di base, con medici di famiglia frettolosi e poco disponibili, laboratori d’analisi pressapochisti, pediatri che col cavolo vengono a casa per visitare il bimbo e via discorrendo. In chiusura di articolo allarga la riflessione del pressapochismo professionale pressoché all’Universo:

D’altra parte, il barista medio non sa farti il cappuccino della temperatura giusta; il fattorino medio non ha voglia di fare le scale per consegnarti la cena (Just Eat, ancora aspetto il rimborso della sera in cui m’hai lasciata digiuna, ormai due settimane fa); portare i broccoli a domicilio pare sia impresa che richieda un praticantato alla Nasa (Cortilia, ancora aspetto tu mi restituisca i soldi della spesa fradicia e frammista a vetri esplosi, neanche venisse da Beirut, che ti ho rimandato indietro quaranta giorni fa: fai pure con calma); il tassista medio non conosce le strade, l’avvocato medio non conosce i codici, il giornalista medio non conosce la grammatica. Per quale anomalia statistica la sanità dovrebbe invece essere una terra dei miracoli i cui abitanti sanno fare il loro lavoro e in cui tutto funziona come fosse il Novecento e i titoli di studio e le qualifiche professionali significassero qualcosa?

Disavventure quotidiane di negligenza, approssimazione, frettolosità che accompagnano, ormai, la nostra vita quotidiana; io stesso ho raccontato poco tempo fa le mie personali disavventure per installare un condizionatore, e non pochi altri aneddoti potrei snocciolare. Come voi, d’altronde, ne sono sicuro.

Se aggiungiamo alla riflessione, ed è necessario farlo, il pressapochismo, ignavia e negligenza diffusa nel ceto amministrativo (diciamo: la burocrazia), e la stupidità, ignoranza e il piccolo cabotaggio di governanti e opposizione (diciamo: la politica), abbiamo fatto tombola, e onestamente c’è da capire come fa, il mondo, a tirare avanti malgrado le ciclopiche forze avverse. 


Quindi, dall’idraulico al ministro, passando per il funzionario comunale e il dirigente regionale, salvo i rari casi che siamo costretti a osservare come eccezioni anomale di senso della responsabilità, competenza e cortesia, nella grande generalità dei casi ci troviamo di fronte a professionisti (pubblici e privati) frettolosi, poco competenti, scarsamente disponibili, cortesi solo il minimo sindacale.

È assolutamente fondamentale ribadire che alla grande muraglia pubblica di omertoso fancazzismo si contrappone la vasta prateria dei privati furbi o furbissimi che hanno come principale obiettivo quello di lavorare il meno possibile guadagnando il più possibile dal cliente; idraulici, falegnami, elettricisti, facchini e giardinieri hanno capito che il piccolo borghese cittadino del XXI secolo non sa fare nulla, ma proprio nulla, di più complicato di aprire una confezione di surgelati, e hanno vita facile mostrando un volto molto comprensivo del gigantesco pasticcio elettrico (o idraulico, meccanico, quel che vi pare) che, certamente, si può risolvere spendendo una discreta quantità di soldi.

A livello intellettuale la situazione è identica; le professioni “liberali” (?), quelle consulenziali, quelle degli studi medici privati e così via, si dividono fra una sparuta minoranza di figure eccellenti e la grande massa di mediocri ignoranti che hanno, come caratteristica principale, la fame di soldi. Sono certo che anche a molti lettori sarà capitato, o avranno sentito da amici, di cure mediche a prezzi salati assolutamente inutili, di consulenti aziendali dalla grande chiacchiera e dai magri risultati, di docenti universitari amici di amici, scopiazzatori ignoranti di opere altrui, che mai nella vita accademica hanno prodotto una sola opera che valesse la carta su cui era stampata, procacciatori d’affari e consulenti finanziari che sono trasparenti come una lastra d’ottone, avvocati amorali disponibili a venire a patti con qualunque etica, peggio di Saul Goodman.

Queste persone (è tutta vita vissuta, non parlo per sentito dire) hanno preso una laurea (forse con merito, chissà? Erano giovani…) e con capacità, fortuna, amicizie, lo zio prete o chissà come, hanno ottenuto “una posizione”, o un suo simulacro, e hanno deciso due cose fondamentali: la prima e più importante è che la laurea ce l’hanno e non c’è più bisogno di studiare; la seconda è che loro sono dottori, gli altri delle merde, e che il mondo è di chi se lo piglia. Nelle comunità di pratiche che obtorto collo mi capita di frequentare li vedo: giovani ma non giovanissimi, piglio deciso, sanno, quindi fanno, quindi hanno ragione, quel che dicono è oro, quel che propongono merita. Se incontrano una persona davvero competente, non c’è gara: la persona competente fa domande che questi professionisti non comprendono, indica questioni che l’ignoranza e l’arroganza impediscono di percepire.

Quindi concludo malamente, con frasi fatte e stereotipi insopportabili anch’io, ma sì, che mi sono pure rotto di pensare che la vita adulta, professionale, intellettuale, sia una continua salita faticosa, di studio, sacrificio, responsabilità, cautela, condivisione ed empatia, servizio, informazione, rigore, deontologia, per cosa poi? Per sgomitare con i ciuchi, i furbetti, gli impostori, i dissimulatori che vincono proprio perché non fanno perdere tempo, non guardano per il sottile, sono assertivi (regola n° 2: mai avere dubbi), raccomandati, prestigiosi di un prestigio che è tutto e solo comunicativo. In 45 anni di professione ho visto miliardi sprecati su progetti insulsi, mal impostati, mal disegnati ed eseguiti, addirittura antiscientifici, pagati senza battere ciglio da burocrati arroganti e correi, ignoranti e privi di etica.

La fine della civiltà avrà tante cause, forse anche l’atomica di Putin, forse la ribellione dei poveri del mondo, o un’epidemia senza scampo, non lo so, ma qualunque sarà la causa, alla base troveremo questo: non c’erano persone serie, preparate, competenti, capaci di una reale assunzione di responsabilità e di sacrificio, per combattere quelle cause e impedirne i disastrosi effetti. Dottori o idraulici che siano.