Ecco le più importanti scoperte scientifiche del 2022… e del 2023!

Sta per aprirsi il decimo anno della piccola storia di Hic Rhodus e, naturalmente, noi redattori ci teniamo alle nostre tradizioni. Una di queste è, per me, proporre una personalissima selezione delle scoperte scientifiche che hanno caratterizzato l’anno appena concluso; sebbene la nostra rivista non sia specializzata in questi temi (anzi, non è specializzata affatto), mi piace ricordare a me e a tutti voi che gli eventi più importanti per l’umanità non sono quelli che occupano le prime pagine dei giornali, ma quelli che cambiano la nostra comprensione del mondo e, alla lunga, creano un mondo diverso.

Naturalmente, dato che è impossibile riassumere seriamente un anno di scienza in una manciata di segnalazioni, il nostro in fondo è un gioco, o meglio un modo per invitarvi a seguire la ricerca con l’attenzione che merita. Altre, più autorevoli, rassegne delle scoperte più importanti del 2022 sono come ogni anno offerte da siti specializzati, come Science, Scientific American, National Geographic e molti altri; chi invece non si fida dei criteri di scelta altrui può esplorare l’ampia sezione Hard Science del sito Futurism o ricorrere al sempre dettagliatissimo elenco offerto da Wikipedia. Per quanto ci riguarda, lo spazio è limitato, e quindi bando alle ciance. Cominciamo:

1) Il telescopio spaziale James Webb ha iniziato a raccogliere immagini spettacolari.

I cosiddetti Pilastri della creazione, composti da gas interstellare nella nebulosa dell’Aquila. Fonte: esawebb.org.

Lo ammetto, il primo posto al telescopio Webb risente dal fascino incredibile delle immagini che nel 2022 abbiamo cominciato a vedere. D’altronde, come potrebbe essere altrimenti? Lo sguardo che il Webb ci consente di aprire sull’universo, esplorando lunghezze d’onda delle radiazioni invisibili all’occhio umano, è tale da ammutolire e rappresenta un gigantesco passo avanti rispetto anche ai migliori telescopi già attivi.
Le scoperte effettive che potranno derivare dalle informazioni che il Webb raccoglierà nei prossimi anni sono difficili da prevedere, ma per ora possiamo ammirare le incredibili immagini pubblicate sul sito https://esawebb.org/images/.

2) La fusione nucleare ora è un obiettivo più vicino.

I fasci laser convergenti sono alla base della tecnica di confinamento inerziale del plasma per la fusione

Non mi dilungherò troppo sul raggiungimento, presso il Lawrence Livermore National Laboratory in California, del punto di ignizione della reazione di fusione nucleare controllata utilizzando la tecnica del confinamento inerziale; se ne è parlato molto e anche noi abbiamo pubblicato un articolo in cui sottolineiamo l’importanza dell’evento e la cautela che occorre avere nel prevedere tempi e modi con cui si potrà arrivare a centrali elettriche commerciali alimentate dalla fusione.
Nonostante tutto, però, il risultato è un passo avanti notevole verso un obiettivo capace potenzialmente di cambiare la storia dell’umanità, e quindi merita di essere segnalato.

3) Una possibile discrepanza del Modello Standard della fisica è stata smentita.

L’apparato dell’esperimento LHCb al CERN

Qui temo che avrò difficoltà a spiegare sia il contenuto della scoperta che la sua rilevanza, ma proviamo. Negli anni scorsi, l’analisi di una serie di misure, in particolare realizzate nell’esperimento LHCb al CERN, aveva fatto ritenere che nel decadimento del quark b fosse violato il principio dell’universalità leptonica (lo so, lo so). Questo, se confermato in modo conclusivo da analisi ulteriori più approfondite e con una maggiore quantità di dati a disposizione, avrebbe significato che il cosiddetto Modello Standard della Fisica subnucleare non fosse pienamente valido. Gli scienziati di LHCb hanno effettuato quelle analisi più approfondite, e hanno concluso che i risultati sperimentali sono coerenti col principio di universalità leptonica e quindi col Modello Standard, e che le precedenti apparenti discrepanze erano dovute in parte a una minore quantità di dati e in parte a delle imperfezioni delle tecniche di analisi utilizzate precedentemente.
Ora, io capisco chi dovesse a questo punto commentare: «non ci capisco granché, ma questa mi pare una “non-notizia”. Che ce ne importa?», ma provo a rispondere perché dovrebbe importarcene.
1) l’argomento è di enorme importanza teorica. Nel Modello Standard, a parte le rispettive masse non c’è differenza tra i tre tipi di leptoni (un tipo di particelle) esistenti, ossia elettrone, muone e tau, e questo è un principio fondamentale. A tutti gli effetti il muone “deve” comportarsi come un elettrone più pesante; se si osservasse davvero una differenza, le implicazioni sarebbero di grandissima rilevanza.
2) per i fisici, una discrepanza nel Modello Standard sarebbe come una pepita d’oro da un chilo per i cercatori del Klondike, perché praticamente tutti i fisici sono convinti che debba esistere una “Fisica oltre il Modello Standard” ma finora non se ne sono trovate prove sperimentali. Su questo argomento abbiamo già scritto, ad esempio in questo articolo di qualche anno fa.
3) in questa situazione, è essenziale ribadire il principio per cui un risultato “negativo” è di valore quasi quanto uno “positivo”. Il gruppo di scienziati che conduce l’esperimento LHCb ha svolto un lavoro gigantesco per smentire se stesso e per “deludere” la comunità scientifica, e per questo va apprezzato e lodato. Sarebbe estremamente pericoloso incentivare gli scienziati a produrre solo risultati “positivi”, visto anche quanto è complicato verificarli.
4) come sempre, mi fa piacere sottolineare quando il mio “gioco” di prevedere le maggiori scoperte dell’anno che comincia ha successo. Nell’articolo di un anno fa, infatti, avevo scritto «prevedo che non sarà trovato nulla di divergente dal cosiddetto Modello Standard della Fisica di cui abbiamo parlato in altre occasioni, e che magari vengano riconosciuti come non significativi i segnali parziali di “anomalie” che nel 2021 hanno suscitato molto interesse». Perdonatemi l’autocitazione!

4) Ci sono importanti risultati nella cura di alcuni tumori.

Una rappresentazione della distruzione di una cellula tumorale da parte di un linfocita T

Ok, lo ammetto, la mia selezione finora è decisamente troppo favorevole alla Fisica, per cui ho una predilezione. Altrettanto importanti mi sembrano però un paio di risultati nella cura di alcuni tumori, che per molti è un campo di ricerca ovviamente di interesse più immediato.
Quello che più mi ha colpito è l’esito della sperimentazione (ristretta, quindi da non prendere ancora come decisiva) di un nuovo farmaco immunoterapeutico (un anticorpo monoclonale anti-PD1) contro una specifica tipologia di tumori del retto: tutti i partecipanti alla sperimentazione, un piccolo gruppo di pazienti con un tumore in fase avanzata, hanno presentato una remissione completa, senza bisogno di farmaci chemioterapici o di interventi chirurgici. Nonostante la tipologia relativamente rara di tumore considerato, l’articolo che riporta i risultati del trial include un’interessante discussione di quanto si sa degli effetti di quel tipo di farmaco su altri tumori.
Altre notizie promettenti, all’interno dello sconfinato campo della ricerca antitumorale di cui non ho la pretesa di essere davvero al corrente, vengono dalla ricerca in radioterapia e dall’applicazione dell’intelligenza artificiale allo sviluppo di nuovi protocolli terapeutici.

5) L’ecosistema di una foresta della Groenlandia del Pleistocene è stato ricostruito dal “DNA ambientale”. 

Ricostruzione artistica di una foresta preistorica

L’ultima scoperta di questo elenco è riportata in uno studio pubblicato su Nature, che riporta un’analisi estremamente interessante su campioni di eDNA, ossia DNA ambientale, dal quale è stato possibile ricostruire un intero ecosistema primordiale costituito da centinaia di piante, alberi, e anche mastodonti, roditori, volatili. Come dice lo stesso articolo, questi risultati «aprono nuove aree della ricerca genetica, dimostrando che è possibile ricostruire l’ecologia e l’evoluzione di comunità di due milioni di anni fa usando reperti di eDNA».

Per il 2022 ci fermiamo qui, ovviamente lasciando fuori molti argomenti interessanti, tra cui i molti progressi compiuti nel campo dell’Intelligenza Artificiale che ormai dovrebbe avere un suo spazio a parte (e comunque anche di questo abbiamo parlato nel corso dell’anno). Quanto al 2023, scommetterei sul campo dei superconduttori a temperatura ambiente, e spero che tra un anno potremo registrare nuovi successi nella lotta contro il cancro, magari grazie alle ricerche in corso sui vaccini a mRNA.

In fondo queste “classifiche” hanno un solo scopo: ricordarci che, nonostante le follie e l’irrazionalità che occupano stabilmente la ribalta dei nostri media e dei Social, la ricerca scientifica continua a lavorare e a ricompensare più che abbondantemente gli investimenti economici e umani che le dedichiamo.